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In Cina e Asia – Dati sui ricoveri cinesi assenti negli ultimi report OMS

In Notizie Brevi by Michelle Cabula

  • Dati sui ricoveri cinesi assenti negli ultimi report OMS
  • Tibet: Pechino sanziona due americani
  • Il PCC si affida a privati per monitorare l’opinione pubblica
  • “Processo di massa” contro 36 esponenti dell’opposizione cambogiana
  • Pechino simula attacco alle isole giapponesi Nansei
Dati sui ricoveri cinesi assenti negli ultimi report OMS

Negli ultimi due rapporti settimanali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i dati sugli ospedali cinesi sono assenti. Nei primi giorni di dicembre, i dati diffusi dall’OMS avevano segnalato un nuovo record di contagi. A seguito della revoca della politica Zero-Covid annunciata il 7 dicembre, Pechino ha smesso di fornire informazioni aggiornate riguardo ai nuovi ricoveri per Covid-19.

L’OMS sostiene che le lacune nei dati potrebbero essere dovute a una difficoltà nel conteggio dei casi da parte delle autorità cinesi. Lawrence Gostin, professore di legge alla Georgetown University, ha invece riferito a Reuters che si tratta di una situazione “altamente sospetta”, in quanto segnala il tentativo della Cina di nascondere “dati che sono fondamentali per comprendere il pieno impatto della sua decisione di porre fine alla strategia zero-COVID”. La missione diplomatica cinese a Ginevra ha rifiutato di rispondere alle domande di Reuters in merito.

Tibet: Pechino sanziona due americani

La Cina ha sanzionato due cittadini americani in risposta alle recenti misure introdotte da Washington per punire le presunte violazioni dei diritti umani in Tibet. Si tratta di Miles Maochun Yu,  consigliere dell’ex segretario di stato Mike Pompeo, e Todd Stein, vicedirettore del personale della Commissione esecutiva del Congresso sulla Cina (CECC), che prima di assumere incarichi governativi aveva lavorato per l’International Campaign for Tibet. I due vedranno congelati i propri asset in Cina e non potranno recarsi più nel paese. L’annuncio conferma come l’incontro tra Xi e Biden in Indonesia non sia bastato a sciogliere tutti i nodi tra le due superpotenze. Piuttosto è l’inizio di una “nuova normalità” in cui la ripresa del dialogo continuerà ad essere intervallata da reciproci affondi. Solo poche ore prima il ministro degli Esteri cinese Wang Yi aveva avuto uno scambio con l’omologo americano Antony Blinken. I due si sono confrontati sulla situazione epidemica in Cina nonché sulla guerra in Ucraina. “Gli Stati Uniti – ha detto Wang- non possono impegnarsi nel contenimento mentre attivano colloqui; parlare di cooperazione e pugnalare allo stesso tempo. Questa non è concorrenza ragionevole, ma soppressione irragionevole; non è gestire e controllare le differenze, ma intensificare le contraddizioni. È ancora la vecchia routine del bullismo unilaterale, che non ha funzionato con la Cina in passato e non funzionerà in futuro”.

Il PCC si affida a privati per monitorare l’opinione pubblica

Le recenti proteste contro la politica Zero-Covid hanno rimarcato l’importanza per il Pcc di tenere monitorata l’opinione pubblica e di non sottovalutare il malcontento. A questo scopo, accanto alle cosiddette “linee dirette 12345”, canali attraverso i quali i cittadini possono far pervenire le loro lamentele passando per le amministrazioni locali, il governo si affida principalmente a sondaggi e analisi su larga scala condotti da società di ricerca e consulenza private. Tra queste, Dataway, precedentemente nota come Horizon Research, dedica circa la metà della propria attività a ricerche commissionate dal governo cinese e collabora regolarmente con amministrazioni locali, come quella di Kunming. Si tratta principalmente di sondaggi volti a misurare il livello di soddisfazione pubblica rispetto all’attuazione di specifiche politiche o l’erogazione di servizi pubblici. Dataway stima che nei prossimi anni il mercato della ricerca governativa, uno strumento attivamente promosso dal premier Li Keqiang, crescerà più rapidamente di quello della consulenza aziendale.

“Processo di massa” contro 36 esponenti dell’opposizione cambogiana

Giovedì il tribunale municipale di Phnom Penh ha emesso diverse condanne a pene detentive rivolte a trentasei esponenti dell’opposizione. Solo tre si trovano attualmente in carcere, mentre i restanti trentatré sono stati condannati in contumacia in quanto all’estero o in fuga, tra cui il leader in esilio Sam Rainsy. Nella giornata di mercoledì, lo stesso tribunale ha concluso il lungo processo per tradimento contro il principale leader dell’opposizione Kem Sokha, durato più di due anni; il verdetto è previsto per il 3 marzo.

Come sottolineano diverse associazioni per i diritti umani, tra cui la Cambodian League for the Promotion and Defense of Human Rights, è solo l’ultimo tra i vari “processi di massa” condotti contro leader e sostenitori dell’ex CNRP, il Partito per la salvezza nazionale della Cambogia (CNRP) sciolto con la forza nel 2017. In vista delle elezioni del 2023, il leader settantenne Hun Sen starebbe dunque stringendo ulteriormente la morsa sull’opposizione.

Sam Sokong, l’avvocato degli imputati, ha dichiarato che valuterà con i suoi clienti se ricorrere in appello.

Pechino simula attacco alle isole giapponesi Nansei

Secondo quanto riferito da alcune fonti governative cinesi al quotidiano giapponese The Yomiuri Shimbun, nell’ultima settimana un gruppo d’assalto di portaerei cinesi ha condotto alcune esercitazioni di attacco a lungo raggio dalle acque del Pacifico occidentale, puntando alla catena di isole Nansei in Giappone. Il Ministero della Difesa giapponese ha confermato il passaggio della Liaoning e di altre navi del gruppo d’attacco tra le isole di Okinawa e Miyako.

Le esercitazioni hanno preso avvio il 16 dicembre, giorno in cui il governo giapponese ha presentato tre importanti documenti sulla difesa,  tra cui la Strategia di sicurezza nazionale. Le fonti non hanno escluso la simulazione di un attacco a tenaglia su Taiwan da est e da ovest da parte dei bombardieri strategici.

Il Ministero della Difesa cinese ha inoltre segnalato che mercoledì la Marina di Pechino ha dato avvio alle esercitazioni congiunte con la Marina russa al largo di Zhoushan, nella provincia dello Zhejiang.

A cura di Michelle Cabula; ha collaborato Alessandra Colarizi