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In Cina e Asia – Cop28, la Cina annuncerà nuovi obiettivi

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Cop28, la Cina annuncerà nuovi obiettivi
  • L’Ucraina fa esplodere i collegamenti ferroviari tra Russia e Cina
  • Xi chiede alla guardia costiera di difendere la sovranità cinese, mentre le Filippine rafforzano la sorveglianza sul Mar cinese meridionale
  • Cina, consigliere di stato esorta al pagamento dei salari arretrati
  • Cina, report evidenzia i problemi finanziari per i troppi dipendenti pubblici
  • Cina, cresce il debito personale 
  • Aukus, i ministri della Difesa si impegnano a sviluppare nuove tecnologie in ambito militare
  • Filippine: l’IS rivendica attentato a Marawi

La Cina fisserà nuovi obiettivi relativi alla riduzione delle emissioni di carbonio per il 2030 e il 2035, in aggiunta agli impegni già presi. Lo ha dichiarato venerdì a margine della Cop28 l’inviato speciale di Pechino Xie Zhenhua, ricordando come la Cina abbia già stabilito di raggiungere il picco delle emissioni nel 2030 e la neutralità carbonica nel 2060. Il recente incontro con l’omologo americano John Kerry si è concluso con la promessa di una collaborazione anche nel contenimento delle emissioni di metano, impegno precedentemente eluso dalle autorità cinesi che Xie ha confermato. Il funzionario cinese ha anche chiesto che i paesi sviluppati contribuiscano maggiormente al fondo annunciato lo scorso anno (il cui finanziamento iniziale ammonterà a circa 475 milioni di dollari) per compensare i paesi poveri dei danni generati dal cambiamento climatico.

Intanto i dati pubblicati ieri dal progetto Climate Trace hanno evidenziato come la produzione di energia elettrica di Cina e India e quella di petrolio e gas degli  Stati Uniti abbiano causato il maggior aumento delle emissioni di gas serra dal 2015, anno della firma dell’accordo sul clima di Parigi. Il report ha rilevato che paesi e aziende falliscono nel comunicare i dati relativi alla propria impronta carbonica in modo adeguato, come richiesto dall’accordo di Parigi, il cui obiettivo è limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. La valutazione dei progressi (il cosiddetto “bilancio globale”) è al centro della Cop 28, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che riunisce a Dubai oltre 190 paesi dal 30 novembre al 12 dicembre. Climate Trace ha anche riportato un incremento delle emissioni di metano (un gar serra 8o volte più potente dell’anidride carbonica), buona parte delle quali sono di responsabilità delle miniere di carbone cinesi, malgrado più di cento paesi abbiano sottoscritto un impegno a ridurlo.

L’Ucraina fa esplodere i collegamenti ferroviari tra Russia e Cina

I servizi di sicurezza ucraini (SBU) hanno fatto esplodere i collegamenti ferroviari tra la Russia e la Cina. Lo ha dichiarato a Politico un alto funzionario ucraino, secondo cui quattro ordigni sono esplosi all’interno del tunnel Severomuysky dell’autostrada Baikal-Amur in Buryatia, situata a circa 6 mila chilometri a est dell’Ucraina, mentre un treno merci era in transito. Secondo la fonte si tratta dell’unico collegamento ferroviario vero tra i due paesi ed è utilizzato da Mosca per le forniture militari. Il canale Telegram filo-russo Baza ha riportato che un altro treno è stato fatto esplodere mentre transitava su un viadotto noto come Ponte del Diavolo, che fa parte della Transiberiana, scelto dai russi come percorso di deviazione a seguito della prima esplosione. L’attacco non è stato confermato pubblicamente dai servizi di sicurezza ucraini. I media russi hanno riferito che Mosca ha etichettato l’evento come “attacco terroristico“.

Cina, consigliere di stato esorta al pagamento dei salari arretrati

Gli enti governativi di tutta la Cina sono stati esortati ad assicurarsi che le quote dei lavoratori migranti vengano saldate o pagate in breve tempo. Nel corso di una teleconferenza della scorsa settimana, la consigliera di stato Shen Yiqin ha chiesto punizioni “severe” per i ritardi nel pagamento dei salari, sottolineando la necessità di “aiutare i lavoratori migranti”. Shen ha chiesto ai governi locali di impegnarsi a far sì che le aziende paghino gli arretrati prima dell’inizio delle vacanze per il Capodanno lunare del 10 febbraio, spesso l’unico periodo che i migranti hanno per riunirsi con le loro famiglie. La consigliera di stato ha sottolineano anche la necessità di meccanismi a lungo termine che risolvano la questione una volta per tutte. In alcune province le autorità hanno già preso provvedimenti in tal senso, con un’attenzione particolare rivolta alle società immobiliari

Cina, report evidenzia i problemi finanziari per i troppi dipendenti pubblici

Di recente i media statali hanno dedicato un raro spazio alle difficoltà finanziarie di una contea non identificata nella regione montuosa di Wumeng, che include aree delle province interne del Sichuan, Yunnan e Guizhou. Un rapporto pubblicato da China Comment, una rivista affiliata a Xinhua, ha fatto luce su come l’eccesso di dipendenti pubblici abbia influito negativamente sulle finanze. Il salario percepito dai lavoratori temporanei nel settore statale, la cui assunzione non è supervisionata dal governo centrale, è meno di un quarto di quanto spetta ai dipendenti statali a tempo pieno, malgrado i primi siano il doppio dei secondi. L’espansione dei questa categoria, spesso soggetta a pratiche nepotistiche, pesa su una pressione fiscale già grave. Il debito a livello locale è diventato una preoccupazione enorme per la Repubblica popolare, visto che la crisi immobiliare ha causato un calo delle vendite di terreni, che rappresentano una gran parte delle entrate dei governo locali. 

Cina, cresce il debito personale

Secondo i dati dei tribunali locali, 8,54 milioni di cinesi sono stati inseriti nella lista nera delle autorità dopo non essere riusciti a pagare il mutuo o a restituire i prestiti. Si tratta di un livello record, scrive il Financial Times: nel 2020, prima dell’inizio della pandemia da Covid, gli inadempienti erano 5,7 milioni. La maggior parte di chi è finito sulla lista nera ha tra i 18 e i 59 anni, il che significa che vi fa parte l’1% della popolazione cinese in età lavorativa. L’inserimento in questo elenco comporta delle limitazioni a una serie di attività economiche. Finché i debiti non verranno ripagati, infatti, gli inadempienti non potranno ad esempio comprare biglietti aerei, utilizzare i sistemi di pagamento elettronico tramite app come Alipay e Wechat, o diventare dipendenti governativi. In Cina non esistono legislazioni per la tutela sociale di chi finisce in bancarotta, che per molti esperti in ambito legale sarebbero fondamentali anche per evitare un ulteriore rallentamento della crescita economica cinese. Secondo il think tank National Institution for Finance and Development, con base a Pechino, il debito della famiglie cinesi rispetto al Pil è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni.

Xi chiede alla guardia costiera di difendere la sovranità cinese, mentre le Filippine rafforzano la sorveglianza sul Mar cinese meridionale

La scorsa settimana, durante la sua visita all’Ufficio del Comando della guardia costiera per il Mar cinese orientale a Shanghai, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto alla guardia costiera di “difendere con determinazione” la sovranità territoriale e i diritti marittimi della Repubblica popolare. Come riportato dal South China Morning Post, Xi ha inoltre chiesto al Comando di “reprimere le attività criminali nei mari” e suggerito l’istituzione di un meccanismo di cooperazione internazionale per il “rafforzamento del diritto internazionale marittimo”. Se nel Mar cinese orientale la Cina ha una disputa aperta con il Giappone riguardo le isole Senkaku (che Pechino chiama “Diaoyu”), nel Mar cinese meridionale le zone contese sono molte di più. Venerdì le Filippine hanno inaugurato una nuova stazione della guardia costiera nell’isola di Thitu, la seconda più grande tra quelle non artificiali che fanno parte delle Spratly. La struttura, riporta Reuters, servirà ad aumentare la capacità di monitoraggio di navi e aerei cinesi nel Mar cinese meridionale da parte di Manila. Domenica, intanto, la guardia costiera filippina ha detto che 135 navi cinesi erano presenti “illegalmente” a ridosso della barriera corallina Whitsun, che si trova all’interno della Zona Economica Esclusiva (ZEE) delle Filippine. Stamani Pechino ha invece condannato la presenza di una nave da guerra americana in prossimità del Second Thomas Shoal, che le Filippine collocano nelle proprie acque territoriali.

Aukus, i ministri della Difesa si impegnano a sviluppare nuove tecnologie in ambito militare

Venerdì si è tenuto a Mountain View, in California, il secondo incontro tra i ministri della Difesa dell’Aukus, il patto di sicurezza trilaterale tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Come riportato dal Financial Times, il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin e le sue controparti (il britannico Grant Shapps e l’australiano Richard Marles) si sono impegnati a rafforzare la propria cooperazione in diversi settori, come la difesa dalle “minacce emergenti” che provengono dallo spazio e lo sviluppo di nuove tecnologie da usare in ambito militare. In particolare i tre paesi implementeranno sistemi che fanno uso dell’intelligenza artificiale e tecnologie quantistiche per la navigazione e la sorveglianza marittima. Nel 2024, riporta il South China Morning Post, gli alleati Aukus terranno delle esercitazioni marittime congiunte impiegando dei droni dotati di sistemi di intelligenza artificiale, che sarà utilizzata anche sui velivoli di sorveglianza militare P-8A per individuare dall’alto i sottomarini come parte della guerra anti-sommergibile. Si tratta di una tecnologia “importante”, scrive il Financial Times, visto che “la Cina sta ampliando la sua flotta sottomarina”.

Filippine: l’IS rivendica attentato a Marawi

C’è lo Stato islamico dietro l’attentato che ieri ha ucciso almeno quattro persone a Marawi, nelle Filippine. “I soldati del califfato hanno fatto esplodere un ordigno esplosivo su un grande raduno di cristiani”, ha scritto l’organizzazione terroristica in una nota sui suoi canali Telegram. Oltre 50 persone sono rimaste ferite nell’esplosione avvenuta presso l’Università di Stato di Mindanao (Msu), nella regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao Musulmano (Barmm), dove si stava celebrando una messa cattolica. Le autorità locali battono però diverse piste. L’attacco infatti ricorda molto quello messo a segno nel 2019 dal gruppo islamista Abu Sayyaf a Jolo, nella stessa regione. Ma non è escluso sia invece collegato all’uccisione di undici membri del Gruppo Maute in un’operazione militare compiuta venerdì a Datu Hoffer Ampatuan, nella provincia del Maguindanao del Sur. Tristemente nota alle cronache locali, la formazione terroristica legata allo Stato Islamico era stata respinta il 23 ottobre 2017 dall’esercito filippino dopo cinque mesi di scontri.

A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno; ha collaborato Alessandra Colarizi