In Cina e Asia – 13 anni di reclusione all’ex capo dell’Interpol

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

Ben 13 anni e mezzo di reclusione oltre al pagamento di una multa di 290.000 dollari. E’ la pena comminata dal tribunale intermedio n° 1 di Tianjin a Meng Hongwei, l’ex capo dell’Interpol, arrestato per corruzione nell’ottobre 2018. Secondo la televisione di stato, tra il 2005 e il 2017, il funzionario avrebbe sfruttato la propria posizione di vice ministro della pubblica sicurezza e capo della polizia marittima cinese per accumulare tangenti per un totale di 14,46 milioni di yuan (2,1 milioni di dollari). Meng non farà ricorso in appello. [fonte: SCMP]

La Cina dice no alla plastica

Nei prossimi cinque anni la Cina ridurrà drasticamente la produzione e l’utilizzo della plastica, una delle principali fonti di inquinamento. E’ quanto annunciato dalla Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, secondo la quale già entro la fine di quest’anno i sacchetti di plastica non degradabili saranno vietati nei supermercati e nei centri commerciali delle principali città cinesi. Il bando interesserà anche il vastissimo mercato del food delivery e dell’e-commerce. Le nuove misure prevedono al contempo l’impiego di materiali alternativi oltre all’istituzione di un sistema per distribuire, consumare, riciclare e smaltire la plastica entro il 2025. L’uso della plastica nella nazione più popolosa del mondo è aumentato verticalmente da quando lo shopping online e le consegne a domicilio sono diventate parte integrante della vita quotidiana dei cittadini, ormai anche nelle aree rurali. [fonte: Bloomberg]

Cina: nelle università, più matematica e scienze per servire il Paese

Si chiama “Strong Base Plan” ed è il nuovo piano educativo ideato dal ministero per l’Istruzione cinese con l’obiettivo di incoraggiare gli studenti d’élite a studiare materie “di base” per migliorare le capacità scientifiche e tecnologiche del paese. Secondo quanto annunciato mercoledì scorso dal dicastero, la riforma coinvolgerà 36 tra le più prestigiose università cinesi – incluse Beida, Tsingua e Fudan – selezionando gli studenti più meritevoli ed inserendoli in corsi intensivi di scienze matematiche, biologia ed anche alcune materie umanistiche come filosofia e letteratura. Per tutta la durata del programma, gli studenti riceveranno un accompagnamento personalizzato, agevolazioni finanziarie per gli studi ed un trattamento preferenziale al momento della selezione per i programmi di scambio internazionale. Il ministero dell’Educazione ha affermato che l’obiettivo principale dello Strong Base Plan è quello di permettere alla Cina di crescere in alcuni settori come le bioscienze e la tecnologia, che da qualche anno sono una priorità per Pechino ma non per i giovani cinesi. Questi ultimi sembrano infatti preferire l’economia e la finanza, ritenute da molti neolaureati cinesi come delle formazioni che permettono più ampi sbocchi professionali e carriere meglio remunerate. [fonte: SCMP]

L’agopuntura come rimedio per il cancro

Secondo un recente studio realizzato da un team di scienziati cinesi, l’antica pratica medica – se effettuata con aghi elettrificati – è in grado di ridurre notevolmente la grandezza dei tumori. O almeno è quanto suggerisce l’utilizzo di questa specie di “elettro-chemioterapia” sui topi affetti da tumore celebrale. Infatti, inserendo un paio di aghi nelle teste dei topi così da perforare i tumori con le punte cariche, una negativo e l’altra positiva, si è potuto riscontrare come la corrente elettrica abbia spezzato le molecole d’acqua in ossigeno e idrogeno, facendo “esplodere e morire” le cellule tumorali. Dopo tre giorni consecutivi di trattamenti due volte al giorno, i tumori, inizialmente delle dimensioni di un fagiolo, si sono ridotti ad appena lo 0,38 per cento delle loro dimensioni originali. Stando ai ricercatori, la tecnica è efficace non invasiva ed economica, anche se al momento non può essere impiegata nel trattamento dei tumori non solidi, ovvero la tipologia che aggredisce polmone e fegato. [fonte: SCMP]

La piaga della sparizione di minori in Cina

Il caso della Zia Mei, la trafficante di bambini che avrebbe secondo le autorità rapito e venduto almeno 9 bambini nel sud della Cina, ha riacceso i riflettori su uno dei più grandi drammi cinesi dell’era contemporanea: la sparizione di bambini. Sebbene non esistano statistiche officiali, Baobeihuijia.com, la più importante NGO che si occupa di sparizioni di minori, parla di almeno 48,000 casi registrati dalla sua fondazione nel 2007. Nella realtà si potrebbe parlare almeno del doppio. CGTN ha analizzato i casi riportati sul portale dell’organizzazione, individuando almeno cinque fattori importanti: Il ventennio 1970-1990 ha visto un incremento costate nella sparizione di bambini in Cina, a cui è seguito un declino. Chiari emergono i legami con la legge del figlio unico che proprio in quegli anni è stata lanciata e rispettata strettamente e con l’intensificarsi del controllo da parte delle autorità, cui si deve il declino del fenomeno. Il secondo fattore rilevante è che la sparizione dei bambini si lega alla preferenza per il figlio maschio, ancora forte nei paesi asiatici, facendo sì che nel caso di femmine, si possa parlare di vendita delle stesse da parte delle famiglie. Inoltre si rileva che le vittime preferite sembrano essere preferibilmente tra i 2 e i 4 anni, e la stagione più pericolosa è quella estiva, quando i bambini giocano all’aperto, con picchi prima del capodanno cinese. Per quanto riguarda la geografia delle sparizioni, le regioni più colpite paiono essere Guizhou, Sichuan, Guangdong ed Henan. [fonte CGNT]

La night economy fa volare il ride-hailing

Forse è troppo presto per capire se lo sviluppo della “night economy” (la posticipazione delle attività commerciali fino a tarda sera) basterà a catalizzare i consumi e a rilanciare l’economia cinese. Quel che è sicuro è che qualcuno ha già cominciato a beneficiarne. Secondo i dati di DiDi, l’Uber cinese, lo scorso anno le prenotazioni notturne sono aumentati del 20% nel distretto centrale di Pechino, mentre in altre città come Dongguan, Changsha e Zhengzhou, le richieste sono cresciute fino al 50%. C’è chi come Liu compie decine di chilometri per raggiungere le grandi città dove l’incremento del tasso alcolico notturno spinge sempre più persone ad avvalersi di autisti che su richiesta riaccompagnano il cliente a casa guidando la sua stessa macchina. E’ un business redditizio che a Liu è fruttato nel giro di pochi mesi 19.000 yuan, più del doppio dello stipendio medio percepito a Pechino. [fonte: Reuters]

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