Storia Lao Gan Ma Tao Huabi

Dialoghi – La storia di Tao Huabi, la signora della Lao Gan Ma

In Dialoghi: Confucio e China Files by Francesco Mattogno

La Lao Gan Ma è una marca cinese di oli e salse piccanti dal sapore e dal packaging iconico, famosa in tutto il mondo. La storia della sua ideatrice, Tao Huabi, è forse la perfetta incarnazione del sogno cinese: povertà, dolore, riscatto e patriottismo in una vita sola.“Dialoghi” è una rubrica in collaborazione tra China Files e l’Istituto Confucio di Milano. Clicca qui per le altre puntate della rubrica

Per gli amanti del piccante è difficile non innamorarsene. Anche perché la Lao Gan Ma (老干妈) non ha niente di così esotico, o strano, e questo probabilmente ha contribuito a farne una delle marche di oli e salse piccanti cinesi più famose e vendute al mondo. Ne esistono circa una ventina di versioni che uniscono i fiocchi di peperoncino ad arachidi, pollo, manzo, maiale. Una delle più popolari è l’olio piccante con peperoncino e fagioli neri di soia fermentati (fēngwèi dòuchǐ yóu zhì làjiāo, 风味豆豉油制辣椒). Ingredienti: olio di colza, soia, acqua, sale, peperoncino, zucchero, esaltatore di sapidità E621 (cioè il glutammato).

Esistono oli e salse al peperoncino Made in Italy con molti più additivi, coloranti, conservanti. Tanto che anche nelle etichette più recenti, sotto la faccia della signora Tao Huabi, ci si tiene a sottolineare che “non ci sono conservanti aggiunti” (“0% tiānjiā fángfǔjì”, 添加防腐剂). La Lao Gan Ma (letteralmente, “anziana madrina”) è proprio lei, la faccia in copertina. Tao Huabi

Sull’etichetta della Lao Gan Ma spicca il volto di Tao Huabi.

Tao ha inventato questo olio piccante durante gli anni più duri della sua vita. Ottava figlia femmina di una coppia di contadini residenti in un villaggio della contea di Meitan, nel Guizhou, la giovane Tao usava l’olio che oggi consigliano chef da tutto il mondo per dare più sapore a radici e verdure selvatiche. Nata povera nel 1947 (prima ancora dell’istituzione della Repubblica popolare) e diventata miliardaria nell’epoca delle riforme e apertura, della sua storia fiabesca si sa qualcosa anche in occidente. Ne hanno parlato per esempio il Guardian e What’s on Weibo, il portale di news che riprende i trend dei social cinesi, oltre a diversi siti di ricette. Persino il wrestler e attore John Cena ha elogiato la Lao Gan Ma in un video in mandarino diretto ai suoi fan cinesi, e poi rimbalzato negli Stati Uniti.

La storia di Tao Huabi

La storia di Tao è un po’ come il suo olio: è difficile non innamorarsene, perché ha dentro ingredienti che piacciono alle persone di qualunque estrazione sociale o ideologica. La racconta anche una biografia firmata da Zhang Nali uscita nel 2016, che si intitola Se non fossi stata forte, non avrei avuto niente da mangiare. Dopo gli anni della gioventù e della grande povertà, Tao sposa un geologo residente nella sua stessa contea, con il quale ha due figli. I soldi non bastano e Tao – che non sa né leggere né scrivere, non essendo mai andata a scuola – migra a Guangzhou per lavorare come operaia, ma deve presto tornare a casa per assistere suo marito, che si è ammalato. Lui muore di lì a poco, e lei rimane da sola con due bambini a carico nel Guizhou, una delle province più povere della Cina.

Tao si reinventa quindi venditrice ambulante di quello che oggi si chiamerebbe street food, ma che è di fatto solo riso con il tofu che la donna vende tutte le mattine ai ragazzi che vanno a scuola. Per chi non poteva permettersi di pagare, si racconta, Tao aveva sempre una porzione extra, ed così che inizia ad attrarre le benevolenza di tutti gli abitanti del quartiere. Dopo aver lavorato per un po’ in un ristorante, nel 1989 la donna decide di mettersi in proprio. Apre quindi il suo locale nel distretto di Nanming di Guiyang, il capoluogo del Guizhou, e lo chiama “Ristorante economico/vantaggioso” (shíhuì fàndiàn, 实惠饭店).

Quello di Tao è un normale e modesto ristorantino di Guiyang, che vende noodles (lāmiàn, 拉面) e poco altro. Ma ben presto quella che intanto è diventata “Lao Gan Ma”, nota e amata nel vicinato, si accorge che a interessare i clienti non sono tanto i suoi lamian, ma l’olio piccante speciale che usa per condirli. Aiutata anche un po’ dal caso – nei primi anni ’90 la costruzione di una grande autostrada che passava per Guiyang ha incanalato molto più traffico verso il suo locale – e dal passaparola, con il tempo l’olio di Tao diventa un’istituzione. Nel 1994 il ristorante viene trasformato in un negozio che vende esclusivamente oli e salse piccanti, e due anni dopo la donna prende in affitto in città quella che diventerà  la sua prima “fabbrica”, in cui 40 dipendenti producono tutto esclusivamente a mano. Nel 1997 nasce ufficialmente la “Azienda alimentare Lao Gan Ma”, della quale Tao è fondatrice e CEO.

Il successo e i problemi

Nonostante da piccola non abbia ricevuto un’educazione scolastica, Tao si è rivelata essere una manager brillante, tanto da aver reso la Lao Gan Ma un successo mondiale. Oltre alla bontà dei suoi prodotti (che comprendono condimenti e basi per hot pot), a funzionare ancora oggi è proprio lei: la sua storia, il suo amore per il Guizhou, il suo modello di business anomalo. Tao non ha mai ceduto alle richieste di spostare le sedi dall’azienda fuori dalla sua provincia natale, e si ritiene che buona parte del Pil del Guizhou, almeno nel recente passato, sia stato generato dalla Lao Gan Ma: nel 2022 i circa 5 mila dipendenti producevano al ritmo di 1,3 milioni di barattoli di oli e salse al giorno. Tao è inoltre iscritta al Partito comunista ed è stata per anni un membro del Comitato permanente dell’Assemblea provinciale del popolo del Guizhou. Per molti è una vera patriota: spiegando perché i suoi prodotti costassero molto più all’estero che in Cina, Tao ha detto di «non volere fare soldi a spese dei cinesi».

La fondatrice della Lao Gan Ma non ha mai voluto quotare la società in borsa, né prendere prestiti o finanziamenti. Per decenni l’azienda si è fatta pochissima pubblicità, sia sui canali tradizionali che tramite social, e forse quel che più conta è che ha sempre mantenuto la stessa etichetta in stile anni ‘70-‘80, il suo marchio distintivo: uno sfondo rosso con la faccia di Tao Huabi cinquantenne, che a vederla oggi sembrerebbe essere uscita da un altro universo. Ed è così. Secondo Miranda Brown, professoressa dell’Università del Michigan, “parte della popolarità del Lao Gan Ma è dovuta all’autenticità di Tao Huabi”. Il suo aspetto da anziana madrina e un’etichetta in stile comunista stimolano quel senso di nostalgia per la Cina socialista e per i “vecchi tempi”, sostiene Brown.

Nel 2014 Tao è andata in pensione (con un patrimonio personale stimato da Forbes di 1 miliardo di dollari), lasciando le redini dell’azienda a suo figlio maggiore Li Guishan. A causa di alcune controversie, legate all’opposizione di Tao alla quotazione in borsa, Li si è poi dimesso e la Lao Gan Ma è passata nelle mani di suo fratello Li Miaoxing. Da lì secondo molti sarebbe iniziato il lento declino dell’azienda, che ha iniziato a soffrire la concorrenza.

Per mantenere stabile il prezzo di vendita del prodotto, la Lao Gan Ma ha cominciato a utilizzare una varietà di peperoncini più economica, registrando di conseguenza un calo di qualità. La stessa Tao è dovuta intervenire per cercare di riparare al danno d’immagine, senza grossi risultati, e nemmeno la snaturazione del marchio (che ha iniziato a investire in pubblicità e attività promozionali, come la produzione di capi d’abbigliamento) è riuscita a interrompere la recente fase di contrazione delle entrate. Che comunque restano alte: nel 2020 la Lao Gan Ma ha incassato 5,4 miliardi di yuan (690 milioni di euro al cambio attuale).

Oggi Tao ha 76 anni, ed è davvero una donna anziana, una “Lao Gan Ma”. Mentre lei ingrigisce, però, quell’immagine sull’etichetta resta uguale. E per Manya Koetse di What’s on Weibo non c’è nessuno che incarni meglio di lei il sogno cinese. Una figlia povera della Cina rurale maoista, lavoratrice migrante, vedova, madre amorevole, la piccola venditrice ambulante che diventa manager di una grande azienda. Poi membro del partito, icona pop. Nella storia di Tao Huabi ci si potrebbero rivedere tutti, ed è per questo che piace a così tanti. Proprio come il suo olio piccante.

A cura di Francesco Mattogno