Bangladesh – Attentato in moschea. Site: «Opera di Daesh»

In Uncategorized by Simone

Nella serata di giovedì 26 novembre un gruppo armato ha attaccato una moschea nel distretto di Bogra, a nord di Dhaka. Il luogo di culto, pieno di musulmani sciiti raccolti per la preghiera della sera, è stato teatro dell’ultimo attentato in ordine di tempo in Bangladesh. Unica vittima Mohazem Hossain, 72 anni, muezzin della moschea, che non è sopravvissuto alle ferite da arma da fuoco. Il resto dei fedeli, secondo quanto divulgato dai media locali, è fuori pericolo. La mattina seguente il Site Intelligence Group ha diramato una rivendicazione postata su un account Twitter riconducibile a un’attivista online affiliato a Daesh. Come per i precedenti attentati – compreso l’assassinio del cooperante italiano Tavella e il ferimento del missionario italiano Parolari, nell’ultimo mese e mezzo — Site è l’unica agenzia di intelligence a legare l’estremismo islamico bangladeshi al piano di terrore internazionale di Daesh, nonostante il governo di Dhaka e diversi esperti continuino a scartare l’ipotesi: Isis, dicono, in Bangladesh non c’è.

Secondo Dhaka, l’ondata di attentati che scuote il paese da almeno due anni e che ha colpito intellettuali, progressisti, blogger, cooperanti e missionari, ha a che vedere col processo per crimini di guerra aperto dall’amministrazione dell’Awami League – partito laico di governo guidato da Sheikh Hasina, figlia del padre della patria Sheikh Mujibur Rahman – nel 2012.

Alla sbarra, numerosi leader del Bangladesh Nationalist Party e dell’alleato islamista Jamaat e Islami, accusati di collaborazionismo col Pakistan durante la guerra di Indipendenza del 1971. Solo due settimane fa erano state eseguite le condanne a morte di Ali Ahsan Mohammad Mujahid (segretario generale di Jamaat e Islami) e di Salahuddin Quader Chowdhury (tra i leader del Bnp).

La risposta sarebbe arrivata dalla galassia di microsigle dell’estremismo islamico, che gravitano attorno a Jamaat, con bersagli sempre più simbolici con l’obiettivo di destabilizzare il paese.

Obiettivo parzialmente riuscito, considerando che l’amministrazione Hasina fatica a mostrare di avere il polso della situazione. Le autorità di Bogra, venerdì mattina, hanno dichiarato di aver catturato due degli attentatori: Anwar Hossain, 48 anni, e Jewel, 25 anni, entrambi residenti in villagi del medesimo distretto. Gli inquirenti credono che l’attentato di Bogra sia la risposta del gruppo estremista Jamaat ul Mujahideen, legato a Jamaat e Islami: mercoledì 25 novembre, in uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine, era rimasto ucciso Al Bani, leader della medesima sigla terroristica.

Nonostante numerosi indizi leghino Bogra al terrore bangladeshi indotto da membri di Jamaat e islami per questioni locali, diversi organi di stampa internazionali hanno ripreso la rivendicazione divulgata da Site, compagnia d’intelligence telematica con sede in Maryland che monitora le conversazioni online di membri — veri o presunti, chi può dirlo — del terrorismo islamico internazionale.
Informazioni che in seguito vengono vendute ai propri abbonati privati, ancor prima di essere condivise con le principali agenzie d’intelligence mondiali.

Una fonte che, se non inaffidabile reputiamo quantomeno parziale per raccontare la complessità del Bangladesh di oggi.

[Scritto per il manifesto; foto credit: kirotv.com]