Zhang Ke – Abitare in verticale

In by Simone

L’urbanizzazione cinese è feroce. Dal 1996 al 2013, 150 milioni di acri di terra sono stati inghiottiti per sempre dalle città. Si tratta dell’8 per cento dei terreni coltivabili. Come ovviare al problema dell’espansione brutale delle metropoli che inghiottono sempre più aree rurali? Una risposta è quella proposta da 1 km-High dell’architetto Zhang Ke.
Come trovare una soluzione al conflitto tra metropoli e campagne? Come ovviare al problema dell’espansione brutale delle metropoli che inghiottono sempre più aree rurali? Una risposta possibile è quella proposta dall’installazione 1 km-High all’interno della Beijing Design Week.

Curata da Zhang Ke dello studio Standardarchitecture, la mostra vuole rompere il paradigma che vede nel grattacielo l’emblema degli investimenti di multinazionali che perseguono gli interessi delle minoranze capitaliste. In questo progetto la tecnologia avanzata necessaria a costruire edifici di mille metri d’altezza è messa al servizio di tutti.

Dopo aver esplorato le possibilità abitative di ambienti ridotti, nonché catalizzatori sociali, delle abitazioni tradizionali cinesi con “micro-hutong”, con questo progetto l’architetto Zhang Ke, insieme a un collettivo di progettisti cinesi, esprime il desiderio di sfruttare la verticalità per ridurre lo spazio che le metropoli rubano alle campagne.

L’urbanizzazione cinese è feroce. Dal 1996 al 2013, 150 milioni di acri di terra sono stati inghiottiti per sempre dalle città. Si tratta dell’8 per cento dei terreni coltivabili. Il governo oggi ha limitato drasticamente la percentuale di terre edificabili. Ma siamo ancora lontani dal soddisfare la domanda delle decine di milioni di cinesi che aspirano a trasferirsi in città.

Per Standardarchitecture le città verticali sono la soluzione per limitare l’impatto dell’urbanizzazione sulle campagne. Risparmiare il suolo significa sviluppo sostenibile, soprattutto se nelle strutture così progettate si inserisce una discreta quantità di aree verdi. Un modo per cercare di conciliare il conflitto tra città e campagne, tra sviluppo e tradizione, tra uomo e natura.

[Scritto per Elle Decor. Foto di Nicola Longobardi]