Xi alla scoperta dell’America

In by Gabriele Battaglia

Xi Jinping è partito alla volta di America Latina e Caraibi. Tra più di una settimana l’incontro con Obama. Dopo l’Africa, il presidente cinese ha deciso di puntare su un’altra zona cruciale per gli investimenti e l’approvvigionamento energetico del Dragone. E la competizione con gli Usa è sempre più accesa. In un quasi-prologo del suo incontro con Barack Obama, previsto per il 7-8 giugno a Rancho Mirage, in California, il presidente cinese Xi Jinping è partito per il suo viaggio in America Latina e nei Caraibi. Si recherà a Trinidad e Tobago, in Costa Rica e Messico prima di andare negli Stati Uniti. È la seconda missione diplomatica all’estero di da quando è stato nominato presidente, dopo quello che l’ha portato in Russia e in tre nazioni africane, culminato con il vertice dei Brics.

Il quasi-prologo è però di per sé interessante. Pechino si propone infatti di completare una serie di accordi di cooperazione con i Paesi dell’America Latina secondo la filosofia “win-win” che ispira la Cina nelle relazioni bilaterali: ci guadagnano tutti.

I media cinesi citano a titolo di esempio un prestito di 400 milioni di dollari per ampliare una strada in Costa Rica. In cambio, il Dragone accede alle risorse naturali della regione, ma non solo. Sempre più le relazioni sono un occasione per esportare investimenti e tecnologie cinesi. Queste sono spesso la modifica semplificata e più economica di quelle occidentali, fornita generalmente in versione prêt-à-porter (ti costruisco la ferrovia ma ti do anche locomotiva, vagoni e bulloni) a quei Paesi che trovano troppo complicato o costoso importare l’analogo tedesco o statunitense.

Per questo motivo, il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden, che è appena stato in Brasile, ha sollevato preoccupazioni che Cina e Stati Uniti siano sempre più in competizione per esercitare la propria influenza nella regione. Si stima che la Cina abbia erogato oltre 86 miliardi di dollari in prestiti ai Paesi latino-americani tra il 2005 e il 2012, superando così le cifre della Banca Mondiale e della Banca Interamericana di Sviluppo.

I prestiti cinesi viaggiano di solito sulle spalle delle imprese del Dragone: sbarca la compagnia e arriva anche il denaro. In cambio dei prestiti, prendono la via di Pechino anche barili di petrolio o altre materie prime.

Tuttavia in questa fase la leadership cinese è molto attenta a evitare frizioni con i Paesi sudamericani e cerca quindi di muoversi con cautela. Non vuole riprodurre il “modello Africa”, dove gli investimenti cinesi sono al centro di una controversia: sono utili alle popolazioni o solo alle elite locali?
Sta di fatto che, numeri alla mano, il commercio bilaterale tra la Cina e il Messico ha raggiunto 36,7 miliardi di dollari l’anno scorso e quello tra la Cina e Costa Rica si è attestato a 6,2 miliardi di dollari l’anno scorso. 

La tappa in Costa Rica ha anche un importante significato politico
, secondo Xu Shicheng, esperto di affari latino-americani dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali. Il Paese dell’America Centrale è infatti l’unico nell’area ad avere rapporti diplomatici con Pechino. Gli altri mantengono ancora formalmente relazioni diplomatiche con Taipei. “[Pechino] sta inviando il segnale che è disposta ad approfondire le relazioni commerciali con altre nazioni dell’America Centrale”, ha detto Xu al South China Morning Post.

Si arriva poi all’apice del viaggio di Xi, il meeting tra il presidente cinese e quello statunitense Barack Obama, previsto per il 7-8 giugno. È opinione diffusa che segnerà l’inizio di una nuova fase nelle relazioni tra i due Paesi. Ma è anche piuttosto condivisa l’idea che non ci saranno annunci clamorosi o colpi di scena eclatanti. Lì, si getteranno le basi di qualcosa di carsico, che riemergerà di volta in volta al momento giusto.

Orville Shell, direttore del Center on U.S.-China Relations at the Asia Society in New York e grande conoscitore della Cina, sottolinea che il contesto dell’incontro, lontano da Washington e “informale”, creerà un “ambiente salutare”: “Con Hu Jintao, negli ultimi dieci anni, non si era mai vista una tale fuga dai protocolli rigidi, penso sia un buon segno il fatto che Xi Jinping sia una persona così diversa”.

Secondo Shell, è manifesta la volontà di portare le relazioni Usa-Cina a un nuovo livello, e le continue citazioni del rapporto tra Nixon e Mao Zedong sono funzionali a questo tentativo, però ci sono diversi problemi, primo tra tutti il “pivot tu Asia”, la nuova politica di containement degli Usa rispetto alla Cina. Un lavoro comune tra i due Paesi è invece possibile sulla questione nordcoreana e la denuclearizzazione della penisola.

“Tutte le questioni che riguardano i diritti civili e la libertà d’espressione saranno invece sempre difficili da trattare, perché si parte da nozioni completamente diverse di questi diritti. Tuttavia credo che entrambi i presidenti lo sappiano e siano al tempo stesso del tutto consci che altre questioni non possano invece essere risolte senza una cooperazione Usa-Cina: cambiamento climatico, commercio internazionale e così via”.

“Non ci saranno annunci clamorosi perché è più importante che i due si prendano reciprocamente le misure – continua Shell – per poi sentirsi più a loro agio nei rapporti reciproci. Probabilmente alcune novità e cambiamenti si vedranno a partire dai giorni successivi”.

[Scritto per Lettera43; foto credits: ibtimes.com]