WeiboLeaks – Il dragone, la strega e l’armadio: Pelosi a Taiwan secondo il web cinese

In Relazioni Internazionali, WeiboLeaks by Lucrezia Goldin

La visita di Nancy Pelosi a Taipei e le esercitazioni militari dell’Esercito Popolare di Liberazione attorno all’isola principale di Taiwan occupano da giorni i feed dei principali social media cinesi. Tra meme di condanna alla speaker della Camera Usa ed elogi per la dimostrazione di forza del governo , il web della Repubblica Popolare Cinese sta rimarcando all’unisono che “esiste una sola Cina”. Weiboleaks: storie dal web cinese, di Lucrezia Goldin.

Dopo di lei, il diluvio. La visita della speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taiwan [qui Taiwan Files per capire cosa sta succedendo] ha mosso le acque dello Stretto creando tensioni e increspature che ancora si stanno dispiegando sotto gli occhi della comunità internazionale. In prima linea nell’osservare e commentare il viaggio di Pelosi a Taipei e la conseguente risposta cinese c’è il web della Repubblica Popolare, irrequieto ed entusiasta da giorni nel dare sfogo alla propria rabbia per quella che anche i media statali definiscono una pura “provocazione” da parte degli Usa. Tra chi ha minacciato di morte la speaker e chi la ringrazia per aver accelerato il processo di “riunificazione” con quella che Pechino considera una “provincia ribelle”, gli hashtag legati alla vicenda Pelosi sono in pianta stabile tra gli argomenti più discussi su Weibo e contano oltre il milione di utenti attivi ogni giorno nel commentare. Ecco alcuni dei trend e meme in circolazione sui social cinesi.

La strega: “Chi gioca con il fuoco si brucia”

Oltre 700 mila persone nel mondo hanno seguito il Boeing C-40C denominato SPAR19 che martedì 2 agosto ha portato Pelosi all’aeroporto di Songshan a Taipei. Tra queste, migliaia di cittadini cinesi si sono riversati su Weibo per commentare insieme un evento che in molti hanno definito “azzardato”, “sciocco”, “provocatorio”, ma che alcuni hanno riconosciuto come “storico”. Con il suo arrivo Pelosi ha letteralmente “rotto l’Internet” tanti erano gli utenti della Rpc che volevano partecipare alla conversazione sulla sua visita a Taiwan. Per alcune ore infatti sulla piattaforma di Sina si sono verificate interruzioni a singhiozzo e l’hashtag #Pelosi (peiluoxi, 佩洛西) è stato utilizzato in oltre due milioni di commenti.

Vecchia strega” (laowupo,老巫婆), “pazza megera” (shengjingbing laotaipo, 神经病老太婆), così il web cinese si riferisce a Pelosi e anche i commenti sul suo conto non lasciano molto spazio alle interpretazioni. “Vattene”, scrive un utente. “Anche se è una donna è una guerrafondaia, una criminale di guerra”, ricorda un secondo. All’indomani dell’atterraggio della speaker a Taipei in molti l’hanno descritta come un “diavolo dal sangue freddo” (lengxue emo, 冷血恶魔) e ancora oggi sul web si leggono minacce di morte verso lei e i suoi familiari. “Ma perché non crepa?” recita un commento. “Deve morire”, si legge in un altro.

Moltissime poi le vignette e i cartoni satirici diffusi dai media di stato cinese e successivamente ripresi sui social che ritraggono Pelosi come strega o equilibrista e ricordano che “chi gioca con il fuoco si brucia”. Diverse vignette riprendono la presidente della Repubblica di Cina (Taiwan) Tsai Ing-wen, sottomessa al volere degli Stati Uniti, descritta come un infante sotto il nome di “baby Tsai” o intenta a bere “il veleno dell’indipendenza”.

C’è invece chi si è mostrato felice del passaggio di Pelosi a Taipei e ha commentato con tono presumibilmente sarcastico un semplice “benvenuta nella provincia di Taiwan”. Per moltissimi utenti cinesi la questione taiwanese è sempre stata e rimane un affare domestico, e alcuni commentatori si sono mostrati interessati a questo risvolto perché potrebbe comportare un acceleramento nel processo di “riunificazione” voluto da Pechino. Significativa in questo senso una poesia diventata virale dal titolo “grazie Nancy Pelosi”, che conclude con il verso: “Grazie, grazie per aver dato impeto alla riunificazione”.

 

Tra i trend più stravaganti infine, quello documentato da Manya Koetse di Whatsonweibo che riguarda la “storia d’amore impossibile” immaginata dagli utenti cinesi tra Nancy Pelosi e l’ex direttore della testata nazionalista Global Times, Hu Xijin. Poche ore prima dell’atterraggio della speaker a Taipei, un ritratto in bianco e nero photoshoppato del presunto matrimonio della coppia ha fatto il giro del web, suscitando l’ilarità del pubblico cinese e dello stesso Hu.

Il dragone: “Completa fiducia nella madrepatria”

La discussione su Pelosi-Taiwan in corso sui social cinesi si sta dimostrando un collante tra gli utenti , in un periodo dove la censura su Weibo e il malcontento generale causato da due anni di restrizioni Covid avevano mostrato qualche frattura nel ponte tra governo e popolo che è internet in Cina. Ma sulla questione taiwanese, nessuno sembra avere dubbi. Esiste una sola Cina.

Negli scorsi giorni sono diventati virali hashtag quali #La pace e la stabilità dello Stretto di Taiwan è il principio dell’unica Cina# (台海和平稳定的定海神针是一个中国原则, 39 milioni di visualizzazioni), #Il ministero degli esteri risponde alla visita di Pelosi a Taiwan, Cina (外交部回应佩洛西窜访中国台湾地区, 1 milione di commenti), #1.4 miliardi di persone non sono d’accordo con l’interferenza negli affari di sovranità cinese# (干涉中国主权问题14亿人不答应) e #La determinazione di realizzare la riunificazione della madrepatria è forte come la roccia# (实现祖国统一的决心坚如磐石 1.747 milioni di visualizzazioni). Molti di questi sono partiti da account ufficiali legati al governo cinese come la Lega della Gioventù Comunista o canali di media statali. Il profilo dell’emittente statale CCTV ha, per esempio, pubblicato una delle immagini più ricondivise su Weibo, che riporta lo slogan “” (世界上只有一个中国al mondo c’è una sola Cina). L’hashtag associato “c’è solo una Cina”  è stato visualizzato 5 miliardi di volte.

Mentre la sinologa Marina Rudyak fa notare su Twitter la confusione sugli account ufficiali e non circa la differenza tra “principio dell’unica Cina” e “politica dell’unica Cina”, Lorenzo Lamperti sottolinea che anche diverse celebrities taiwanesi hanno ricondiviso l’immagine della CCTV. Non tutti con le stesse motivazioni.

Da parte loro gli utenti cinesi rimarcano di “fidarsi della madrepatria ad ogni costo” e ricordano agli Usa che “utilizzare Taiwan per cercare di controllare la Cina è una strategia fallimentare”. C’è anche chi si lascia andare al nazionalismo più aggressivo e sentimentale, come un utente che afferma: “Benedetta sia la mia Cina, chi violerà la mia Cina sarà ucciso anche se lontano”. Seguito da un altro che scrive: “Credere nel paese, credere nella saggezza del Partito”.

L’armadio: “A nessuno piace la guerra ma…”

Lo scheletro nell’armadio della questione taiwanese è ormai sulla bocca di tutti. Dalla visita di Pelosi il web cinese non ha mai smesso di seguire la vicenda e ora osserva con trasporto le esercitazioni militari dell’Esercito Popolare di Liberazione nelle acque intorno a Taiwan.

Oltre alla retorica degli Stati Uniti che aggiungono benzina sul fuoco, già utilizzata dal governo cinese in occasione dell’invasione russa in Ucraina e diffusa anche nei commenti social riguardo alle tensioni sullo Stretto, il nazionalismo popolare espresso in questi giorni ha raggiunto vette senza precedenti. Gli utenti chiedevano al governo una risposta dura per l’affronto statunitense. E le esercitazioni militari sembrano aver fornito una risposta soddisfacente. “Coraggio Cina, riunifichiamo la madrepatria”, scrive speranzoso un commentatore. “A nessuno piace la guerra, ma nessun padre permetterebbe mai a qualcuno di rapire il proprio figlio”, recita invece la didascalia di una delle vignette più condivise sui social. Nell’immagine, una Taipei in culla dorme placida sotto una bandiera della Cina, una donna incappucciata a stelle e strisce prova a intrufolarsi nella stanza e un uomo in pantaloni militari e canotta rossa impugna un martello per sventare l’aggressione.

Sempre Manya Koetse riporta come l’atmosfera sul social di Sina sia drasticamente cambiata dopo i primi test militari a fuoco vivo cominciate giovedì 4 agosto. La rabbia per Pelosi ha lasciato il posto all’orgoglio nazionale, e i leoni da tastiera ruggiscono di fronte al dispiegamento di forze attorno all’isola principale di Taiwan. “Non è che voglio la guerra, però gli Stati Uniti non possono passarla liscia”, scrive un commentatore a proposito. “Le eroiche truppe avranno successo!”, esclama un altro. Tornano tra le righe di Weibo anche il coniglio e la rana, elementi iconografici che rappresentano rispettivamente la Cina comunista e i taiwanesi (la “ranocchia” è il modo in cui il web cinese si riferisce ai taiwanesi a causa dell’omofonia del carattere wan di Taiwan e il wa di rana). I commenti di pace, infine, sembrano essere una minoranza ristretta, soprattutto perché gli utenti cinesi considerano la questione taiwanese come interna e un’eventuale escalation legittima. Un video su Asian Boss mostra alcuni pareri di cittadini cinesi a favore di una risoluzione pacifica della vicenda, un reminder che la compattezza delle opinioni sul web non riflette necessariamente quella dei cittadini cinesi. Sempre su questa linea il sito freeweibo.com sta raccogliendo i post sul tema Taiwan censurati che non rientravano nella corrente polarizzata presente sul social.

A nessuno piace la guerra, ma al web cinese piace comunque immaginarla.