Acque di falda inquinate in oltre la metà dei circa duecento "villaggi del cancro". E’ questo il responso dell’analisi dell’Istituto cinese per le risorse idriche. Ora si fa sempre più pressante la necessità di ridurre l’impatto ambientale dei liquidi di scarico delle industrie del settore chimico. E dare acqua sicura ai cittadini. E’ l’acqua di falda fortemente inquinata a essere la causa degli oltre 200 cosiddetti “villaggi del cancro”. Lo rivela l’ingegnere Wang Hao al settimanale Caijing. Sono questi i risultati delle analisi condotte dall’Istituto cinese per le risorse idriche: il 55 per cento dei villaggi monitorati presentano acque inquinate.
Per questo Wang si batte affinché vengano adottate misure per ridurre l’impatto ambientale dei liquidi di scarico e perché vengano inasprite le pene per le emissioni illegali.
L’acqua di falda rappresenta la sola acqua potabile disponibile per il 60 per cento della popolazione cinese. Attualmente almeno 360 milioni di cinesi non hanno accesso all’acqua non inquinata e molti di questi la bevono nonostante non sia stata trattata. E anche per quanto riguarda l’acqua potabile in Cina non si può star sicuri. Lo stesso studio indica che almeno il 20 per cento dell’acqua definita potabile, non soddisfa in realtà gli standard internazionali. E che sono inquinate falde che si trovano fino a cento metri di profondità nel terreno.
Nel corso degli anni, l’accumulo di sostanze tossiche nel loro suolo ha fatto schizzare in alto la percentuale dei tumori tra la popolazione locale, già principale causa di morte tra i cinesi a partire dagli anni Novanta.
Secondo un sondaggio condotto dal ministero dell’ambiente nel 2010, il 23 per cento delle imprese petrolifere, chimiche e farmaceutiche rappresenterebbe una minaccia per terreni agricoli e acque limitrofi, mentre più della metà di queste aziende sarebbero rischiose per la qualità dell’aria entro un chilometro di raggio.
Una mappa dei villaggi del cancro è stata diffusa all’inizio dell’anno dal microblog del giornalista investigativo Deng Fei che aveva compiuto indagini e inchieste sull’argomento. È immediatamente divenuta virale: “La mappa evidenzia i paesi in cui i residenti corrono un rischio maggiore di sviluppare il cancro”, ha detto Deng a Phoenix Weekly.
Era il momento in cui il ministero della Protezione Ambientale, aveva secretato i risultati di un rapporto frutto di una ricerca che si era svolta tra il 2006 e il 2010 ed era costato un miliardo di yuan (oltre 120 milioni di euro). E conteneva informazioni dettagliate sulle cause di inquinamento del suolo e sui metodi di prevenzione. L’avvocato Dong Zhengwei ne aveva chiesta la pubblicazione il 30 gennaio scorso, ma il Ministero aveva opposto un rifiuto, giustificandolo con ragioni di “sicurezza nazionale” e affermando di essere in attesa di un eventuale via libera da parte del consiglio di Stato.
Il ministero per l’ambiente a seguito della denuncia aveva comunque ufficialmente ammesso che i rifiuti tossici e chimici avevano causato problemi sociali e ambientali come proprio l’emergere e il diffondersi dei villaggi del cancro.
[Scritto per Lettera43; greenpeace.org]