Viaggi – Tra Shanxi e Shaanxi, dentro il ventre della Cina

In Uncategorized by Simone

In treno da Pechino, sui sedili duri. Al tempio di bambù su un dirupo a Datong. Alla cittadella di Pingyao. E a Xi’an tra calligrafi e quartieri islamici. Un viaggio lungo il percorso della storia, tra le dinastie che hanno segnato il cuore della Cina.Shanxi e Shaanxi, nel Centro-nord della Cina, si differenziano nella pronuncia solo per un piccolo cambio di tono nella sillaba “shan”. In comune, però, vantano una grandissima ricchezza culturale, artistica e storica. Sembra quasi di viaggiare indietro nel tempo: per questo, le guide lo chiamano il percorso “della storia”. Qin, Wei, Tang, Ming e Qing: tutte dinastie che hanno lasciato la propria traccia in queste regioni che sono il cuore della Cina.

La prima impressione scesi alla stazione di Datong la mattina presto non è fra le più entusiasmanti: cielo grigio, bizzarri lampioni stradali di gusto un po’ sovietico e un po’ futurista, e pesantissimi palazzi di cemento. Datong non colpisce certo per la poesia del suo paesaggio: l’aria è metallica a causa delle numerose miniere di carbone che circondano la città. Datong la sera chiude presto. Dopo le sette calano il buio e il silenzio: troviamo solo un karaoke ad animare la scena notturna. Anche fermarsi in un ristorantino dove mangiare degli spiedini o una tazza di spaghetti in brodo pare un’impresa.

Sembra di essere davvero lontanissimi dalla contemporaneità di Pechino. Tuttavia, la città vista di giorno riserva alcune sorprese: piccoli gioielli nascosti, come il Muro dei Nove Draghi o la vecchia moschea, il cui antichissimo portone intarsiato di calligrafie arabe lascia nel cuore una rara sensazione di autenticità. Ma Datong è soprattutto base per due imperdibili escursioni: le Grotte di Yungang e il Tempio Sospeso.

Per le grotte, dalla stazione degli autobus di Datong si può contrattare un passaggio in taxi, oppure prendere il bus in direzione Yungang shiku. Si cammina tra rocce dentro le quali sono state scavate circa 51 mila statue del Buddha che vanno dai 4 cm ai 17 metri. Il silenzio e la calma si riscoprono qui come un regalo per chi vive nella grandi città della Cina di oggi. La strada che porta al Xuan Kong Si, (letteralmente: “il tempio sospeso”) costeggia scarpate e strade poco asfaltate. Il tempio si intravede già dal parcheggio: da un dirupo roccioso emerge, come un rilievo, questo delicatissimo tempio in legno che si regge su lunghi e sottilissimi pali. Nonostante l’apparente fragilità della sua struttura, è possibile (ancora per poco) entrare a visitarlo e arrampicarsi lungo le ripidissime scalette spesso prive di parapetti.

Le vertigini si fanno sentire, e i visitatori procedono a singhiozzi. Ma dai piani più alti del tempio pare quasi di toccare le cime dei monti circostanti. Scesi dal tempio, contrattiamo il prezzo per farci portare a Yingxian, dove si trova la Muta, la pagoda in legno più antica e più alta dell’Asia. La città sembra ancora non toccata dalla occidentalizzazione rampante, e gli stranieri sono ancora spettacolo raro. Una breve visita a questa città quasi dimenticata vale chilometri di fatiche.

Continuiamo a correre fra la polvere dello Shanxi. Il treno si ferma a Pingyao, la cittadella fortificata meglio conservata di tutta la Cina. Ed effettivamente, una volta arrivati, sembra di vivere in un tempo sospeso. Camminando per le viuzze più distanti dal centro, si possono ancora incontrare vecchie signore sedute a prendere il sole, o mucche pezzate che si riposano all’ombra di cortili diroccati. L’atmosfera forse troppo turistica di Pingyao rischia di risucchiare i suoi visitatori. La città è ormai un’attrazione, per cinesi e stranieri, tanto che un sempre più crescente numero di negozietti di souvenir ne sta cancellando l’identità storica.

Dopo una passeggiata all’interno della cittadella, quindi, l’ideale è noleggiare delle biciclette ed “evadere” dalle mura per andare a visitare il tempio Shuanglin. Ricostruito nel XVI secolo, lo Shuanglin si rivela ancora oggi in tutta la sua genuinità. Il sabato è giornata di mercato e con la bicicletta ci infiliamo fra le chiassose bancarelle antistanti il tempio che vendono spaghetti piccanti, gelati e pane fritto. Prima di confonderci nel densissimo fumo dei bracieri di incenso, decidiamo di fermarci per uno spuntino.

Di notte, dalla stazione vuota di Pingyao, ripartiamo per Xi’an, la capitale dello Shaanxi. Nelle 9 ore di viaggio su sedile duro, vale la pena restare svegli per godersi, all’alba, il passaggio del treno sul Fiume Giallo. La vegetazione urbana e un clima decisamente più umido ci accolgono a Xi’an, l’antica capitale dei Tang. Si torna a contatto con una Cina più vivace e “caciarona”. La città non ha perso la sua compostezza di antica capitale ma è più a misura d’uomo rispetto alla megalopoli di Pechino. Per questo, il mezzo migliore per visitarla sono i nostri piedi.

Xi’an è una meta difficile da riassumere in poche battute. La città, famosa soprattutto per il vicino esercito di Terracotta, va vissuta, camminata e assaggiata in ogni suo vicolo. Per iniziare, si possono visitare le pagode dell’oca o passeggiare all’ombra delle due antiche torri, del Tamburo e della Campana, lasciandosi trasportare dalle gambe fino al quartiere musulmano. Qui, carrettini ricolmi di cibi speziati e tazze di dolcissimo succo di prugne rieducano i palati dei visitatori. A ridosso del quartiere islamico spunta un mercato al coperto di abbigliamento, scarpe, libri e accessori. Per chi viene da Pechino lo stupore è grande di fronte alla facilità con cui si concludono le tanjia, le trattative sui prezzi. Xi’an è anche la città della calligrafia, l’arte della scrittura dei caratteri cinesi.

Qui, a ridosso della Beilin, la Foresta di Stele, si trova infatti un intero quartiere di calligrafi: bancarelle straripanti di pennelli di tutte le dimensioni, carte dalla splendida fattura e mastri calligrafi intenti a dipingere. Agli angoli della strada, qualche signora vende minuscoli bachi da seta ai bambini appena usciti da scuola. Shanxi e Shaanxi: polvere, nebbie e millenni di storia; dopo dieci giorni si riparte alla volta di Pechino. E’ ancora una volta il treno a offrirci riposo e ristoro. Dodici ore più tardi, ci accoglierà la capitale.

Mangiare. I piccoli ristorantini o le bancarelle sulla strada rimangono sempre la scelta migliore, soprattutto a Xi’an, dove il mercato musulmano può creare quasi dipendenza. Durante le escursioni consigliamo di portare cibo e bevande con sé nello zaino. A Pingyao, invece, per chi non vuole spendere troppo o è stufo della solita omelette offerta negli ostelli internazionali, è consigliabile uscire dalle mura.

Dormire. Datong: Yungang International Hotel (per informazioni, vedi link in basso). Pingyao: Yamen Hostel (per informazioni, vedi link in basso). Xi’an: Xiangzimen Hostel (per informazioni, vedi link in basso). Confrontate i prezzi di ostelli e hotel. Spesso, come a Datong, una camera da 4 stelle può costare come un letto in dormitorio.

Arrivare. Tutte le principali compagnie aeree europee offrono voli su Pechino, tra i 500 e i 1000 euro a/r. Da Pechino ci si può muovere tranquillamente in treno: i biglietti vanno acquistati con qualche giorno di anticipo, vale la regola del “chi prima arriva”, e la scelta spazia dal sedile duro alle più lussuose cuccette morbide. I prezzi sono modici e variano da tratta a tratta. Dai 7 euro del sedile duro da Pechino a Datong, ai circa 60 della cuccetta morbida da Xi’an a Pechino su treno veloce. Quando andate in biglietteria, non dimenticatevi il passaporto. Per le escursioni, consigliamo di prendere i mezzi pubblici, come gli autobus che costano pochissimo e offrono collegamenti eccellenti (alcuni ostelli indicano esattamente quale linea prendere per arrivare ai siti di interesse). In alternativa, si può contrattare il noleggio di un taxi per l’intera giornata. Tutti gli alberghi e ostelli offrono gratuitamente informazioni e assistenza in lingua inglese.

Per informazioni: Yungang International HotelYamen HostelXiangzimen Hostel

[Scritto per Oggiviaggi.it]