Un inedito pragmatismo umanitario

In by Simone

E venne il giorno delle reazioni. La Cina, finora circospetta di fronte alla vicenda Snowden-Prism, resta silente in quanto a prese di posizione della nomenklatura, ma manda avanti l’informazione ufficiale in un’offensiva mediatica contro lo spionaggio Usa. Dalla tv di stato, al China Daily passando per il quotidiano dell’Esercito popolare di liberazione.
Comincia la Tv di Stato, Cctv, sul cui sito ufficiale è comparsa nel fine settimana una ricostruzione dove si afferma che le agenzie di intelligence degli Stati Uniti hanno per anni tentato di accedere a informazioni classificate cinesi, soprattutto attraverso satelliti da ricognizione, aerei di sorveglianza e non meglio precisati centri di monitoraggio. Si dice anche che gli Usa hanno per almeno 15 anni fatto uso di tecnologie sofisticate per intromettersi nel cyberspazio cinese.

Cctv afferma anche che Washington ha cercato, non riuscendoci, di carpire segreti sul caccia stealth cinese (il Chengdu J-20, il cui primo volo sperimentale destò sorpresa nel gennaio 2011). Ci aveva provato pagando addirittura mazzette a singoli dipendenti del Chengdu Aircraft Industry Group, la società aerospaziale di proprietà dello Stato che fabbrica l’aereo invisibile. Non si conoscono altri dettagli.

Il Pla Daily, organo ufficiale dell’Esercito Popolare di Liberazione, definisce “spaventoso” il programma di spionaggio statunitense Prism e definisce gli Usa “aggressore abituale” quando si tratta di monitoraggio in Rete. Il giornale ricorda anche che gli Usa hanno cercato di giustificandosi sostenendo che spiare i cittadini di altri Paesi sarebbe giustificato (l’amministrazione Obama ha in effetti cercato di rassicurare l’opinione pubblica interna dicendo che solo i cittadini stranieri residenti all’estero vengono monitorati) e aggiunge che il sistema ha probabilmente raccolto grandi quantità di dati che nulla hanno a che fare con operazioni antiterrorismo.

Che fine farà Snowden? Nel fine settimana, il South China Morning Post di Hong Kong ha fatto un sondaggio da cui emerge che più della metà degli intervistati è contraria all’estradizione dell’ex funzionario Cia le cui rivelazioni hanno portato al disvelamento del sistema Prism. Il Global Times – versione pop dell’ufficialissimo Quotidiano del Popolo – lo riprende prontamente, aggiungendo comunque che Pechino non ha ancora fatto alcuna dichiarazione ufficiale.

Nell’editoriale, si afferma che gli Usa staranno sicuramente “digrignando i denti” perché non possono più abusare dell’immagine di “difensori della libera Internetcon cui hanno vessato gli altri Paesi. A questo punto, Washington farà quindi di tutto per ottenere l’estradizione di Snowden.

Tuttavia questa estradizione sarebbe un’autentica “perdita di faccia” sia per il governo cinese sia per quello di Hong Kong, perché il giovane non ha fatto male a nessuno, anzi: “Il suo ‘crimine’ è l’avere denunciato la violazione dei diritti civili da parte del governo americano. La sua azione è a favore dei ‘diritti umani’, così come sono definiti nella Carta delle Nazioni Unite, ed è stata applaudita in tutto il mondo”.

Il commento aggiunge che, grazie al fatto che sia emerso così velocemente, lo scandalo non dovrebbe danneggiare i rapporti tra Cina e Usa. Vi si può porre rimedio. Ma Pechino non deve lasciarsi coinvolgere nella persecuzione di Snowden da parte di Washington in nome di questi buoni rapporti: “Il governo cinese non deve sentirsi responsabile di aiutare gli Stati Uniti a spegnere il fuoco”.

Le conseguenze di un’estradizione – si legge – sarebbero più fastidiose che la scelta alternativa, perché la reazione della gente creerebbe ancora più problemi, sia a Hong Kong sia nella Cina continentale. Nel segno di un inedito “pragmatismo umanitario”, il giornale afferma che “il crescente potere della Cina spinge alcune persone a cercarvi asilo. È un fenomeno inevitabile e deve essere utilizzato per accumulare statura morale”. Quindi, “il ‘no comment’ del governo centrale cinese e le dichiarazioni ambigue dall’amministrazione di Hong Kong sono le risposte corrette. La Cina deve seguire l’opinione pubblica e tutelare i propri interessi”.

Non è da considerarsi, quella del Global Times, una posizione “ufficiale”. È più probabile che il commento serva per “mettere al loro posto” il media anglosassoni, che sono in piena campagna anti-Snowden, in attesa che Pechino decida che fare. Però, come indizio, vale qualcosa. Forse ci stiamo gradualmente avvicinando alla linea che terrà il governo cinese.

Infine le vignette. In questi giorni, sui media cinesi, ce ne è stata una vera e propria proliferazione. Su China Daily, ne compare oggi una piuttosto interessante perché tiene insieme lo scandalo della National Security Agency con le vicende di attualità internazionale e sintetizza un sentire piuttosto diffuso. Va messa alla voce “ipocrisia Usa”.  “Per favore, non guardate me, guardate lì”, dice Obama mentre cerca di tappare con il proprio corpo un vulcano in procinto di esplodere (lo scandalo). Intanto, lancia una granata dentro un vulcano limitrofo su cui c’è scritto “Siria”.