Il futuro Presidente cinese in visita in Italia, tra incontri con il Presidente Napolitano, il premier Berlusconi e accordi economico-politici tra Italia e Cina, tra i quali l’appoggio alle istanze cinesi circa la revoca dell’embargo imposto a Pechino sulla vendita di armi all’indomani del 4 giugno 89. Un tempismo perfetto.
Il ventiduesimo anniversario del massacro di Tian’anmen corre sull’asse Pechino-Roma- Parigi. Alla vigilia del 4 giugno, il governo italiano ha promesso l’appoggio alle istanze cinesi nell’ambito dell’Unione europea, compresa la revoca dall’embargo sulla vendita di armi imposto a Pechino all’indomani della sanguinosa repressione del movimento democratico.
Le prospettive di sviluppo del partenariato strategico Italia-Cina, sono state al centro dell’incontro bilaterale a Villa Pamphili, tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il vicepresidente cinese, Xi Jinping. Contemporaneamente, a pochi chilometri di distanza, il gruppo consigliare romano del Popola della libertà di Berlusconi ricordava le vittime della repressione assieme alla Laogai Fundation, ricostruendo i giorni prima della strage di oltre 203 manifestanti e parlando di violazioni dei diritti umani nella Cina di oggi.
Ironia del calendario, la visita del successore in pectore di Hu Jintao alla guida della Repubblica popolare cinese per le celebrazioni del 150 anniversario dell’Unità d’Italia è coincisa con l’anniversario della strage. Fu nella notte tra il 3 e il 4 giugno che i carri armati dell’esercito popolare di liberazione si mossero dalla periferia alla piazza simbolo di Pechino e i soldati aprirono il fuoco contro i dimostranti che da quasi due mesi chiedevano riforme al Partito comunista.
Roma e Pechino hanno siglato 16 accordi per un valore complessivo di 3,2 miliardi di euro, due dei quali riguardano Fiat e Telecom.
In precedenza Xi aveva incontrato il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che aveva rassicurato l’ospite sull’impegno italiano per il riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato così da diffondere nell’Ue il clima di fiducia verso Pechino. Sul tavolo anche il tema dell’embargo che in vent’anni non ha impedito alla Cina di assemblare un potente arsenale militare, ma al contrario è percepito come un ostacolo alle relazioni commerciali con Pechino.
E oggi a Parigi, sulla terra rossa del Roland Garros, la tennista italiana Francesca Schiavone difenderà il titolo nella finale contro la cinese Li Na. Come ha scritto qualcuno in rete “sarebbe bello se Li vincesse e i cinesi si riversassero in massa a piazza Tian’amen”, nuovamente piena il 4 giugno.