Un altro passo indietro per il Green Dam Youth Escort

In by Simone

Il governo cinese ha fatto un altro passo indietro a proposito del piano di installare il controverso filtro software sui computer dei cittadini.

Lo scorso Giugno, le autorita’ avevano annunciato che tutti i personal computer venduti sul mercato cinese, avrebbero dovuto avere installato a partire dal 1 Luglio il cosiddetto “Green Dam Youth Escort”, un software in grado di bloccare tutti i contenuti ritenuti non appropriati dal governo. 

La decisione aveva provocato numerose proteste, sia in patria che all’estero, culminate con lo sciopero online dello scorso 1 Luglio organizzato dai bloggers cinesi. Nonostante il governo indicasse la pornografia come obiettivo di questo filtro, in troppi pensavano che fosse solo una scusa per colpire il dissenso politico e aumentare la presa della censura sui contenuti presenti sul web.

Lo scorso 30 Giugno il governo aveva annunciato una proroga dei tempi per adeguarsi, a causa delle lamentele dei produttori di hardware, i quali ritenevano impossibile installare il filtro in tempi cosi’ stretti, e anche a causa di una ricerca effettuata dall’Universita’ del Michigan che metteva in luce falle di sicurezza nel software che avrebbero permesso ad un hacker malintenzionato di prendere il controllo totale del computer della “vittima”.

Ora il governo fa sapere che sebbene i cittadini potranno scegliere se comprare un computer con o senza il fitro installato, quest’ultimo sara’ sicuramente obbligatorio su tutti i computer presenti nelle scuole, negli internet cafe’ e in tutti i luoghi pubblici.

Un altro colpo agli sforzi di Pechino di monitorare il web, arriva dagli Stati Uniti. Secondo una notizia riportata oggi dal China Daily, il governo degli Stati Uniti sta testando una nuova tecnologia che potrebbe presto permettere ai 300 milioni di navigatori cinesi di bypassare i filtri. Il sistema, denominato FEO, Feed over Email, permetterebbe agli utenti di accedere ai contenuti bloccati attraverso dei feed criptati scambiati con account di posta elettronica stranieri. Per il momento non sono arrivati commenti ufficiali a questa notizia da parte delle autorita’ di Pechino.