Tra le bische del Mahjong

In by Simone

A volte sono facili da trovare: hanno scritto a grandi lettere Majiang o Mahjong, come si dice in cantonese. In generale invece, le sale da gioco del mahjong sono nascoste tra le vie tortuose degli hutong, negli anfratti più improbabili o in piccoli negozi, nel retro, di grandi complessi residenziali.

Le stanze sono piccole di solito e non hanno più di dieci tavoli. Chi arriva, ci entra a memoria, lo troverebbe anche al buio: sono i giocatori fedeli, quelli che ogni giorno si incontrano e trascorrono lunghe ore insieme, bevendo tè, chiacchierando e giocando. No alcool o liquori. Bisogna rimanere sobri e portarsi tanta fortuna e rimanere concentrati, che seppure pochi, ci si gioca anche qualche yuan. In un paese dove i casinò sono vietati il majiang offre la strana e contraddittoria sensazione del proibito, della scommessa illegale.


Le origini del majiang sono imprecise. Alcuni dicono che è un’invenzione di Confucio, tanto che si dice che i chip utilizzati simboleggino le tre virtù confuciane: la benevolenza, la sincerità e la pietà filiale. Altri ritengono che anticamente serviva come un oracolo per registrare i movimenti celesti, ma è solo dall’inizio del XX secolo che il gioco ha preso forma e ha definito le sue regole. Questo è il majiang che si gioca ancora oggi per le strade di Pechino.

Per tutto il periodo maoista, è stato vietato: non c’era tempo per i giochi, tanto meno per le scommesse. Alcuni hanno continuato a giocare a casa, ma è diventata una pratica pericolosa: il majiang era un capitalista e imperialista. Solo chi aveva soldi da risparmiare poteva permettersi di scommetterli.

Dopo la morte di Mao, con i cambiamenti sociali promossi da Deng Xiaoping, il majiang tornò per le strade. I cinesi hanno recuperato parte del loro cuore, specie gli anziani: per loro si trattava di un ricordo dell’infanzia.

Il gioco rimane lo stesso, anche se alcune regole sono cambiate da quando sono state concepite le regole ufficiali cinesi. Nel 1998 l’ufficializzazione come “gioco nazionale cinese”.

La Cina mantiene alta la campagna anti scommesse, ma il majiang con le linguette che rappresentano bastoni di bambù e fiori, tende a scivolare sottilmente sotto gli occhi degli agenti.