Apple rispetterà le 40 ore. Entro il 2013

In by Simone

L’Ad della Apple ha visitato gli impianti della Foxconn promettendo di porre fine alle irregolarità. Le indagini condotte dalla Fair Labour Association hanno portato alla luce 50 violazioni dei diritti dei lavoratori. Sulla vicenda è intervenuto anche il vice premier Li Keqiang. Lo hanno definito il “momento Nike” della Apple: ovvero la situazione in cui un brand internazionale entra nel mirino delle associazioni delle società civile che si occupano del rispetto dei lavoratori della tutela dell’ambiente.

È la fase di maturità di un marchio, come capitò alla Nike negli anni Novanta: ne segna il momento di auge in termini commerciali e in termini di visibilità delle proprie pratiche attraverso le quali vengono prodotti i beni inseriti sul mercato.

La Apple, dopo le critiche piovute dai media nazionali, New York Times in primis, ha accettato un’ispezione della Fair Labour Association presso i suoi stabilimenti e, attraverso il suo amministratore delegato in Cina Tim Cook, ha promesso quanto Jobs non aveva mai fatto: di porre rimedio alle violazioni dei diritti dei lavoratori nei propri impianti cinesi.

L’ispezione della Fair Labour Association è stato effettuato attraverso indagini su oltre 35mila operai intenti a produrre iPod, iPad e iPhone in tre impianti della Foxconn a Shenzhen e Chengdu.

Le verifiche hanno riscontrato cinquanta violazioni dei diritti dei lavoratori, secondo quanto spiegato nel rapporto, nel quale si invita Apple a procedere a cambiamenti nella struttura e nell’organizzazione del lavoro all’interno della fabbrica del proprio fornitore cinese.

La Fla ha scoperto che in alcuni periodi degli ultimi dodici mesi, i lavoratori di tutte e tre le strutture avrebbero lavorato una media di oltre 60 ore alla settimana, superando il codice FLlae lo standard di Apple.

Le verifiche hanno scoperto che durante diversi mesi nel corso dell’anno passato, la maggioranza dei lavoratori ha superato le 36 ore di straordinario al mese, tetto massimo consentito dalla legge cinese.

L’associazione Fair Labour Association ha detto che Foxconn avrebbe accettato di portare le sue fabbriche nei limiti della legge cinese delle 40 ore di lavoro a settimana e 36 ore di straordinario mensile entro luglio 2013.

Fla ha aggiunto che Foxconn avrebbe bisogno di reclutare decine di migliaia di lavoratori in più per conformarsi agli standard richiesti.

In un comunicato, la Apple ha appoggiato pienamente le raccomandazioni della Fla: “pensiamo che aiutare i lavoratori comprendere i propri diritti sia essenziale”.

Nel frattempo il vice premier e futuro premier,della Cina, Li Keqiang, ha detto a Cook, a margine di un incontro, che “le imprese straniere devono proteggere i lavoratori”, invitando la Apple a condurre gli affari in Cina “in un modo onesto e rispettoso della legge”.

Li Keqiang, durante l’incontro, avrebbe anche promesso che la Cina rafforzerà la protezione della proprietà intellettuale, “per essere più aperti verso l’esterno la Cina deve trasformare il suo sviluppo economico, attraverso l’espansione della domanda interna e l’innovazione tecnologica”.

Come riporta il South China Morning Post, “durante il suo primo viaggio in Cina come chief executive, Cook ha visitato un impianto di produzione di iPhone gestito da Foxconn a Zhengzhou nella provincia di Hebei”, confermando la propria disponibilità a migliorare le condizioni di lavoro dei propri lavoratori.

Mark Natkin, amministratore delegato di Marbridge Consulting, una società di ricerche di mercato con sede a Pechino, ha dichiarato al quotidiano di Hong Kong che “la Apple sta cercando di dimostrare di prendere sul serio questi problemi, e quanto sia forte il loro impegno in Cina".

[Scritto per Lettera 43; Foto credits: sfexaminer.com]