Tappeto rosso a Pechino per Duterte

In by Simone

Red carpet e tutti gli onori classici per un grande capo di stato: il presidente filippino Duterte è arrivato in Cina accolto con grande enfasi. Ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping, che riguardo le relazioni con le Filippine è stato chiaro: «Noi siamo vicini grazie al mare e fratelli di sangue».L’incontro tra i due presidenti è stato seguito con molta attenzione dalla stampa asiatica. Si è trattato di un dialogo all’insegna del compromesso: entrambi i paesi hanno lasciato da parte la questione delle isole contese, situazione in perenne tensione specie dopo la sentenza dell’Aja che ha dato ragione alle richieste filippine, per concentrarsi su una cooperazione per il futuro.

Quello che c’è in ballo è chiaro: le Filippine cercano soldi e investimenti per ammodernare il paese e per sigillare anche economicamente una presidenza – quella di Duterte – che ha bisogno di legittimità. Duterte ha lanciato una campagna contro la droga, realizzata poi attraverso una caccia spietata, con omicidi e squadroni della morte completamente liberi di agire, secondo i suoi detrattori, a spacciatori e tossicodipendenti, che ha finito per attirare critiche non solo dall’estero, ma anche da associazioni e organizzazioni locali in difesa dei diritti umani.

Rodrigo Duterte ha dunque dovuto cercare una sponda in Pechino, paese poco interessato a infilarsi in questioni interne di altri paesi, come richiede venga fatto anche per la Cina, e più interessato a investire in cambio di un nuovo alleato nello scacchiere del Pacifico.

L’elezione di Duterte, infatti, per Pechino è un’occasione da non sprecare: dopo che Manila per tanto tempo è stata ferrea alleata degli Usa, ora si apre uno scenario completamente nuovo. E Pechino pare aver fatto la sua scelta: tollerare le escandescenze di Duterte, in cambio di un alleato fondamentale contro Usa e Giappone nell’area.

Non a caso al presidente filippino sono stato riservati tutti gli onori dei grandi capi di stato. Xi Jinping ha avuto parole di grande rilevanza, quando ha sostenuto che cinesi e filippini sono «fratelli di sangue»: un invito a mettere da parte le cose che per ora è meglio non discutere, in nome di un’ancestrale amicizia da rinsaldare oggi.

«L’incontro di oggi ha il significato di una pietra miliare all’interno delle relazioni tra Cina e Filippine», ha detto Xi Jinping mentre posava per le rituali fotografie prima dell’incontro tra i due leader.

Xi – in quello che è sembrato essere un riferimento velato alle tensioni tra i due paesi – ha specificato che le due nazioni hanno resistito «a tempeste», ma che la collaborazione e la loro relazione non sarebbe per questo cambiata: «La Cina e le Filippine sono vicine grazie al mare e i due popoli sono fratelli di sangue», ha specificato Xi Jinping.

Il presidente cinese ha aggiunto che entrambe le parti dovrebbero «opportunamente gestire le dispute» e seguire i desideri «della gente» e usare questa visita «come un’opportunità» per spingere le relazioni tra Cina e Filippine verso un nuovo punto.

Duterte ha descritto la sua visita come la «primavera» dei rapporti tra le due nazioni: «Anche se siamo arrivati a Pechino a ridosso dell’inverno, questa è la primavera della nostra amicizia» hanno detto i due leader nella Grande Sala del Popolo.

Prima della riunione, come sottolineato dai quotidiani cinesi, Duterte ha potuto camminare su un tappeto rosso nella maestosa Tiananmen. Una guardia militare d’onore ha accolto formalmente il presidente per la sua visita di Stato, con fiori e centinaia di bambini a sventolare le bandiere dei due stati e a cantare «Benvenuti in Cina».

Duterte, insolitamente elegante, rispetto alla sua consueta informalità anche nel vestire, è stato accompagnato in Cina da una delegazione economica, intenzionata a ottenere il sostegno di Pechino per sviluppare il commercio, il turismo, gli investimenti e le infrastrutture, «nonché come supporto per la guerra controversa del presidente in materia di droga», come specificato dal quotidiano di Hong Kong South China Morning Post.

Una relazione quindi che si avvia a realizzarsi, con estremo sconcerto da parte americana. Gli Usa sono impegnati nel rush finale della corsa presidenziale e forse stanno sottovalutando questa nuova vicinanza tra Filippine e Cina. O forse contano proprio su Duterte: nessuno pare fidarsi completamente del nuovo presidente filippino. E dunque Washington, probabilmente, conta ancora di poterlo farlo tornare a ragionare, dalla propria parte.

[Scritto per Eastonline]