Storia: volontari cinesi nelle guerra civile spagnola

In by Simone

Nel 1988 un volontario americano del battaglione Abraham Lincoln mostrò a Ni Hwei e Len Y. Tsou(1), una coppia di chimici taiwanesi residenti negli Stati Uniti, la foto di un soldato cinese in cura presso l’ospedale di Benicàssim, vicino Barcellona. La curiosità suscitata per la possibile presenza di alcuni compatrioti nella guerra civile spagnola li portò (nonostante la foto si rivelerà poi falsa) a iniziare una ricerca che dopo tredici anni di dedizione si è trasformata in un libro.

“La chiamata per la Spagna: i volontari cinesi nella guerra civile spagnola”(2), pubblicato a Taiwan nel 2001, racconta sia il lungo viaggio attraverso Spagna, Russia, Bulgaria, Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera e Olanda (tra i vari altri) che i coniugi Tsou hanno realizzato per intervistare persone e consultare archivi, sia le storie di tredici volontari cinesi (dei cento che hanno trovato) che lottarono in Spagna tra il 1936 e il 1939. C’è anche una terza parte del libro, la meno conosciuta. È la storia di altri volontari asiatici – in particolar modo di dottori dall’est Europa – in Spagna.

Solo uno dei tredici volontari della storia degli Tsou arrivò in Spagna direttamente dalla Cina. La maggior parte di loro viveva infatti in Francia sin dagli anni venti, dove lavoravano per compagnie straniere con sede in Cina. Due arrivarono dagli Stati Uniti mentre altri due vivevano già in Spagna quando scoppiò la guerra civile.

Mentre la Spagna sprofondava nel suo conflitto civile, la Cina viveva l’invasione giapponese. Partecipare ad una guerra straniera era allora contro i trattati di non intervento. “I cinesi si sentivano molto vicini agli altri popoli che stavano combattendo contro il fascismo”, dice Ni Hwei, “per questo si schierarono con i repubblicani e osarono sfidare la legge”. I volontari cinesi non riuscirono a creare una propria unità e passarono da una brigata internazionale all’altra svolgendo diversi tipi di lavoro. “Da dottori e infermieri a soldati di cavalleria o miliziani e carristi”, racconta Ni Hwei.

Tutti i tredici volontari lottarono nelle grandi battaglie (tanto in quella di Madrid e Brunete come in quella dell’Ebro) e finirono rinchiusi in campi di concentramento in Francia. Uno di loro morì durante la ritirata tra il marzo e l’aprile del 1938 mentre otto di loro riuscirono a tornare in Cina e a prendere parte alla lotta contro i giapponesi. Quando i Tsou cominciarono la loro ricerca i volontari cinesi erano già tutti morti e dovettero ricorrere a informazioni di seconda mano, come interviste ai familiari e archivi.

Ad oggi è sconosciuto il destino dei restanti quattro volontari. Tradurre le più di quattrocento pagine del libro dei Tsou non è impresa facile. Il professore dell’Università Autonoma di Barcellona, Laureano Ramírez, c’è invece riuscito. “La chiamata per la Spagna: i volontari cinesi nella guerra civile spagnola” aspetta ora di essere pubblicato.
Potrebbe dare ai giovani spagnoli, relativamente ai quali i Tsou mostrano grande interesse, un nuovo punto di vista attraverso cui comprendere meglio la loro storia recente, sebbene in parte sconosciuta e della quale non si parla.

Note al testo:

(1) Ni Huiru e Zou Ningyuan, n.d.t.
(2)Titolo cinese originale “橄榄桂冠的召唤:参加西班牙内战的中国人(1936-1939)”, n.d.t.

* Articolo originale e foto: ziddicca.com, di Gianluca Battista ed Elena Ledda