Sinologie – L’affermazione del genere Sci-fi: dagli anni Novanta ad oggi

In Cina, Sinologie by Redazione

Un momento storico cruciale nella storia recente cinese è rappresentato dalle dimostrazioni di Piazza Tiananmen (Tian’anmen guangchang 天安门广场) a Pechino nel 1989 e dalla successiva forte repressione da parte delle autorità. Dopo un iniziale inasprimento delle politiche del governo cinese in campo ideologico e culturale, nel giro di due anni l’attenzione si sposta fortemente verso la crescita economica del paese, promuovendo politiche atte a rafforzare la posizione della Cina all’interno del sistema economico mondiale in accordo con le strategie proposte da Deng Xiaoping. Questo rilassamento del controllo politico sulla produzione artistica e letteraria contribuirà alla rinascita del genere fantascientifico in Cina, che dall’inizio degli anni Novanta troverà nuova linfa nel coraggio di giovani autori emergenti.

Cruciale in questa fase di rinascita del genere è dunque il lavoro svolto dalla rivista fantascientifica Kehuan shijie. La direttrice della rivista Yang Xiao (杨潇, 1960-) visita nel corso degli anni numerose convention internazionali sulla fantascienza in tutto il mondo e contribuisce alla creazione di una rete internazionale di scrittori facilitando così i rapporti tra gli autori cinesi e quelli stranieri. Organizza poi nel 1991 a Chengdu la prima Convention Internazionale della Fantascienza (Zhongguo guoji kehuan dahui 中国国际科幻大会) sul suolo cinese, riuscendo così a riunire per la prima volta dopo anni la comunità di autori e fan del genere fantascientifico. L’apporto della rivista al genere continua con l’istituzione di premi letterari dedicati alla fantascienza, con il supporto a una nuova generazione di autori e con lo sviluppo di nuovi mercati letterari, organizzando ancora nel 1997 e nel 2007 conferenze internazionali a cui prenderanno parte scrittori di fantascienza da ogni parte del mondo, confermando così il successo della nuova strada intrapresa dalla fantascienza cinese. Oggi la rivista con sede a Chengdu raggiunge ogni mese circa 500 mila copie vendute e viene letta da milioni di lettori in tutta la Cina.

Ma già nel 1989 è possibile trovare le prime tracce dell’enorme sviluppo della fantascienza contemporanea cinese. Liu Cixin (刘慈欣, 1963-), un giovane ingegnere informatico, mette in circolazione on-line quello che sarà il suo romanzo d’esordio, Cina 2185

(Zhongguo 2185 中国 2185), primo esempio di cyberpunk cinese in cui non mancano chiari riferimenti politici. Questo lavoro darà il via a quella che verrà identificata come New Wave della fantascienza cinese, dotata, come la sua controparte occidentale, di uno spirito avanguardistico, di una sofisticazione artistica e di un’ambivalenza politica mai visti prima nella storia della fantascienza cinese.

Liu Cixin diverrà negli anni a seguire il rappresentante più celebrato e influente di una nuova generazione di scrittori: autore di una fantascienza hard influenzata dalle opere di Arthur C. Clarke, verrà insignito nel 2015 del Premio Hugo, premio conferito dalla World Science Fiction Convention, per il romanzo Il problema dei tre corpi (San ti 三体, 2008), diventando il primo scrittore cinese di fantascienza ad aggiudicarsi un premio internazionale. Il problema dei tre corpi è la prima opera di una trilogia che lo renderà un autore di fama mondiale, tanto che il colosso dell’e-commerce e dello streaming online Amazon sembrerebbe disposto a investire un miliardo di dollari per la produzione di una serie tv tratta dai tre romanzi.

Insieme a Liu Cixin, uno degli autori di fantascienza più prolifici in questo periodo è Wang Jinkang (王晋康, 1948-), le cui storie sono radicate nella tradizione del realismo e sono spesso incentrate sul tema della biologia. A questi si aggiunge Han Song (韩松, 1965-), giornalista per l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua (新华, Nuova Cina) e autore di storie alienanti dalla forte influenza kafkiana e dallo stile letterario avanguardistico. Si unisce a questi He Xi (何夕, 1971-), la cui “fantascienza romantica” verrà adeguatamente esaminata nel capitolo successivo. Questi autori vengono spesso indicati dalla critica odierna come i “Quattro Grandi” della letteratura fantascientifica contemporanea cinese. Le traduzioni italiane dei lavori di questi autori verranno adeguatamente discusse nel terzo capitolo di questo elaborato.

Altri giovani autori di una “nuova generazione” (xinshengdai 新生代) contribuiranno alla crescita del genere: Chen Qiufan (陈秋帆, 1981-) con il suo realismo fantascientifico, Fei Dao (飞氘, 1983-) con il suo fine stile letterario, Bao Shu (宝树, 1980-) con i suoi richiami alla filosofia, e tanti altri. Anche le autrici donne sono in gran numero: tra queste troviamo Xia Jia (夏笳, 1984-) con le sue storie dall’atmosfera a tratti onirica e che recentemente si sono incentrate su scenari di una Cina del futuro prossimo, e Hao Jingfang (郝景芳, 1984-), prima scrittrice donna cinese a ricevere il Premio Hugo nel 2016 con il racconto Folding Beijing (Beijing zhedie 北京折疊, 2012), autrice che tratta delle problematiche dello “spazio reale” traferendole in uno “spazio immaginario”. Le traduzioni italiane dei lavori di questi verranno anch’esse discusse nel terzo capitolo dell’elaborato.

Fondamentale per la diffusione del genere in Cina è inoltre il ruolo del Professor Wu Yan (吴岩, 1962-) della Beijing Normal University (Beijing Shifan Daxue 北京师范大学), il quale istituisce un corso universitario incentrato sulla letteratura di fantascienza e le cui ricerche e studi nel campo aggiungono un importante valore accademico al genere fantascientifico.

La rapida crescita della fantascienza in Cina, dovuta sia a fattori economici, politici e sociali che a un incessante sviluppo tecnologico nazionale, dà vita una fantascienza “multiforme” che contiene al suo interno correnti e stili derivati dalla fantascienza occidentale degli anni passati e che mostra la capacità e la volontà dei suoi autori di non porre limiti alla sperimentazione e allo sviluppo del genere.

Molti dei temi principali della fantascienza occidentale, come lunghi viaggi spaziali, viaggi nel tempo, invasioni aliene, catastrofi apocalittiche o l’origine e la fine dell’universo, non è possibile trovarli nella fantascienza cinese antecedente gli anni Novanta perché visti troppo lontani dalla realtà e inutili se non dannosi allo sviluppo scientifico nazionale. Questi temi sono invece presenti adesso nelle storie di fantascienza cinese grazie alla maggiore libertà di cui dispongono oggi gli scrittori in Cina. Queste parole di Liu Cixin, tratte da un articolo

del 2015, sono ben esplicative del momento di libertà creativa e di ottimismo di cui gode il mondo letterario della fantascienza cinese in questi anni: «[…] at present, Chinese science fiction has lifted off from the ground and entered space, even reaching beyond the solar system to the very edge of the universe.» Rimane comunque tuttora presente il ruolo di supervisore del governo che, a fronte di corposi investimenti volti alla diffusione del genere, intende preservare la funzione propria della fantascienza di promozione di nuove idee scientifiche per l’innovazione tecnologica.

Mentre la maggior parte della letteratura mainstream cinese si concentra sul passato, la fantascienza guarda al futuro. E, citando Han Song, «in Cina il futuro è adesso». Nella fase di enormi cambiamenti che sta ancora attraversando il paese, con una modernizzazione e una crescita urbana e tecnologica senza paragoni, gli scrittori di fantascienza cercano di interpretare le possibili visioni future offerte dalla loro contemporaneità: vi sono storie pessimiste di un futuro distopico, che vedono l’uomo impotente contro l’inarrestabilità degli eventi; altre fiduciose che l’ingegno umano alla fine trionferà; e altre ancora che guardano con ironia alle assurdità della vita. Così come la fantascienza occidentale si è riempita negli anni di proiezioni sul cupo destino dell’umanità, anche gli autori e i lettori cinesi di fantascienza hanno iniziato a porsi domande sul futuro del mondo e dell’universo dotate di una maggiore consapevolezza e profondità. La fantascienza cinese, in questo momento, è dotata di una vitalità e di un coraggio senza precedenti.

2.1. L’autore: He Xi, il quarto “Re Celeste” della fantascienza cinese

He Xi (何夕), nome d’arte di He Hongwei (何宏伟), nasce nel dicembre del 1971 a Tangchang (唐昌), sobborgo nel distretto di Pidu (郫都) nella periferia di Chengdu, Sichuan, da genitori impiegati di una fabbrica di apparecchiature elettroniche. He Xi entra in contatto con la letteratura di fantascienza mentre frequenta le scuole elementari con la lettura di opere di autori dell’età d’oro della fantascienza cinese come Tong Enzheng, Zheng Wenguang, Jin Tao e Ye Yonglie (叶永烈, 1940-). Da adolescente si appassiona ancor di più al genere grazie alla rivista Kexue wenyi (poi Kehuan shijie). Durante il suo periodo di studi presso la Chengdu University of Science and Technology (Chengdu Keji Daxue 成都科技大学) pubblica nel 1991 proprio su Kehuan shijie il suo primo racconto intitolato Yiye fengkuang (一夜疯狂, Una notte di follia) e nello stesso periodo entra in contatto con altri scrittori di fantascienza emergenti come Xing He (星河, 1967-), Yang Ping (杨平, 1973-) e Liu Wenyang (柳文扬, 1970-2007). He Xi prosegue poi la sua carriera da scrittore parallelamente a quella da ingegnere. Dopo la specializzazione in automazione elettronica lavora infatti prima come ingegnere informatico e successivamente come dirigente d’azienda.

Durante la prima fase della sua produzione, che coincide con la prima metà degli anni Novanta, He Xi si firma ancora con il suo nome anagrafico He Hongwei e pubblica ben nove racconti in sei anni. Successivamente

impegni lavorativi, finché non pubblica di nuovo tre racconti nel 1999[1] sotto il nuovo pseudonimo di He Xi, nome d’arte ispirato al verso di una poesia di Du Fu (杜甫, 712-770), poeta di epoca Tang (唐, 618-907), che recita «Che notte (he xi 何夕) è dunque questa notte, in cui possiamo condividere la luce di questa lanterna!»

Con la seconda metà della sua produzione letteraria He Xi raggiunge la piena maturazione come autore di fantascienza. Pubblica infatti quindici racconti tra il 1999 e il 2017, insieme al suo primo romanzo lungo Tiannian (天年, Anni di vita) pubblicato nel 2015 dalla Casa Editrice Arte e Letteratura del Sichuan (Sichuan wenyi chubanshe四川文艺出版社) e vincitore nello stesso anno del premio Galaxy (Yinhe jiang 银河奖) come miglior romanzo. La sua produzione consiste quindi principalmente di racconti brevi e lunghi (zhongduanpian xiaoshuo 中短篇小说), fatta eccezione per il suo unico romanzo lungo (changpian xiaoshuo 长篇小说) Tiannian, pubblicati principalmente sulla rivista Kehuan shijie. Molti dei suoi racconti si sono aggiudicati nel corso degli anni numerosi premi Galaxy.

He Xi, nonostante venga oggi annoverato dalla critica letteraria cinese come uno dei “Quattro Re Celesti” della fantascienza cinese insieme a Liu Cixin, Han Song e Wang Jinkang e goda di una discreta fama tra gli autori e i lettori di fantascienza in Cina, ha ricevuto però un’attenzione relativamente scarsa da parte della critica accademica rispetto agli altri tre “Re Celesti”, sia in patria che all’estero. La maggiorparte degli studi critici sulla sua produzione si limita ad articoli su riviste e giornali e a commenti su pagine web, rendendo l’analisi critica sul suo conto sparsa e frammentaria. Nonostante ciò, i critici sono concordi nel ritenerlo uno dei grandi autori di fantascienza della “nuova generazione”, dotato di caratteristiche letterarie uniche all’interno del panorama fantascientifico nazionale: i protagonisti delle sue opere, che spesso prendono il nome dell’autore, “He Xi”, sono descritti come personaggi dal carattere eroico e animati da forti ideali che si trovano ad affrontare problemi ben più grandi di loro in

mondo futuribili e in società tecnologiche in costante evoluzione. Partendo dallo sfondo reale della Cina odierna, He Xi sviluppa storie che si interrogano e riflettono sul destino futuro dell’umanità, trattando temi che spaziano dall’urbanizzazione all’alienazione dell’uomo, dal rapporto tra modernità e tradizione al ruolo dell’individuo e della sua umanità all’interno di sistemi governati da scienza e tecnologia, ponendo alla base delle sue storie l’accuratezza scientifica di scienze come la fisica, la matematica, la biologia, la medicina e l’informatica e utilizzando tecniche narrative prese da generi diversi come il romanzo romantico, il giallo e il thriller. La critica ha definito la sua fantascienza come “fantascienza romantica” perché dotata di una forte componente emotiva, di una costruzione di personaggi ben caratterizzati e di una descrizione accurata dei sentimenti e dei conflitti che questi provano all’intero delle storie narrate. Questo suo tipo di fantascienza porta il lettore a riflettere sulla complessità delle relazioni tra tecnologia, società e uomo. La sua fantascienza mostra dunque elementi sia della fantascienza hard, con una base scientifica fedele e accurata, sia della fantascienza soft, sviluppando la narrazione sull’evoluzione psicologica e la crescita umana dei personaggi.

In campo traduttivo, soltanto due dei suoi lavori sono stati tradotti in lingue straniere: la prima traduzione è quella italiana del racconto Liudao zhongsheng (六道众生, 2002) tradotta dal cinese da Lorenzo Andolfatto con il titolo I sei sentieri e pubblicata nel 2010 su SHI KONG: 时空 China Futures, numero 1564 della collana Mondadori Urainia; la seconda traduzione è quella giapponese del racconto Xiaoyu (小雨, Xiao Yu, 1994), tradotto con il titolo giapponese Ame-chan (雨ちゃん) e pubblicato nel 2018 nella raccolta Chūgoku SF sakuhin shū (中国SF作品集, Antologia di fantascienza cinese) dalla Casa Editrice in Lingue Estere (Waiwen chubanshe 外文出版社).

Stupisce dunque che un autore del genere, tanto prolifico e che gode di discreta fama e riconoscimento in patria, sia così poco conosciuto fuori dai confini domestici rispetto ad altri autori di fantascienza a lui contemporanei. Questo elaborato si prefigge l’obiettivo di approfondire lo studio sulla narrativa di He Xi attraverso la traduzione e l’analisi critica del racconto Io, chi sono? (Wo shi shei, 我是谁, 2006), un racconto che ben rappresenta il tipo di fantascienza che contraddistingue l’autore all’interno del panorama della letteratura fantascientifica cinese.

*Edoardo De Virgiliis (edoardo.devirgiliis@gmail.com), abruzzese di Chieti, ha conseguito la laurea magistrale in Lingue e Civiltà dell’Asia e dell’Africa presso l’Università degli Studi di Torino. Insegnante di lingua cinese in corso di tutorato universitario, collabora attualmente con la Fondazione Italia Cina. Appassionato di Cina, Cinema e tutto ciò che guarda al futuro.

**Questa tesi è stata discussa presso l’Università degli Studi di Torino nell’anno accademico 2017-2018 con il titolo IO, CHI SONO? (WO SHI SHEI) DI HE XI (1971-) TRADUZIONE E COMMENTO DI UN RACCONTO DI FANTASCIENZA. Relatore: prof.ssa Stefania Stafutti