Sinologie- Fantascienza made in China

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La tesi Han Song e il potere sovversivo dell’immaginazione. Proposta di traduzione e commento al racconto “L’ultimo Treno” descrive la produzione dell’“alfiere del pensiero e dell’immaginazione” caratterizzata da forti contenuti politici e sociali. Una fantascienza che cerca di preservare il passato millenario e al tempo stesso di esaminare gli effetti del progresso scientifico ed economico sulla società.
Han Song è considerato uno dei principali esponenti della fantascienza made in China, un genere letterario particolarmente efficace nel descrivere la complessità di un paese come la Cina, in cui la realtà si fa sempre più fantascientifica. La sua produzione, che si contraddistingue per uno sperimentalismo e una profondità che gli hanno valso l’appellativo di “alfiere del pensiero e dell’immaginazione”, è stata spesso criticata a causa dei forti contenuti politici e sociali; nonostante i toni pessimistici con cui descrive la Cina di oggi, l’autore è un sostenitore della forza costruttiva della narrativa fantascientifica, che permette di raccontare la realtà e, forse, di cambiarla. Nei suoi romanzi  ricorda il passato, descrive il presente e immagina futuri possibili, inserisce queste dimensioni nello stesso contesto spazio-temporale e testa ciò che potrebbe accadere.

Sono proprio le caratteristiche dell’autore e la natura controversa della sua produzione che mi hanno portato a scegliere come oggetto del mio lavoro di tesi Moban Ditie 末班地铁 (L’ultimo Treno): già tradotto in lingua inglese, il racconto risale ai primi anni Novanta ma è stato pubblicato in Cina solo nel 2010 e dopo alcune modifiche, all’interno del romanzo Ditie 地铁 (Subway). La prima sezione della tesi è volta a inserire l’autore nel proprio panorama letterario di riferimento, a descriverne le caratteristiche e ad analizzare il testo dal punto di vista tematico e stilistico. Per contestualizzare l’opera si è cercato innanzitutto di ripercorrere l’evoluzione della fantascienza di stampo cinese che, nata come prodotto d’importazione occidentale, dalla fine del periodo Qing si è sviluppata in modo sempre più autonomo. Inizialmente favorita dalla politica, essa era finalizzata a promuovere il progresso scientifico; col passare degli anni, invece, si è fatta sempre più indipendente e volta a stimolare una riflessione critica sulla realtà, una “visione scientifica del mondo”.

Sebbene questo genere ricopra ancora un ruolo marginale e venga associato da molti alla letteratura per bambini, non diversamente dalla narrativa tradizionale rappresenta un prodotto del suo tempo, che sempre più spesso si pone in contrasto, anziché in accordo con l’ideologia dominante. Dopo aver attraversato fasi di fortuna alterne oggi la fantascienza cinese sembra rifiorire, anche per merito di una nuova generazione di scrittori che vede in Han Song il proprio  portavoce: come lui, essi cercano di preservare il passato millenario di questo paese e al tempo stesso di esaminare gli effetti del progresso scientifico ed economico sulla società. Grazie alla sua professione, sensibilità e storia personale, Han Song riesce a descrivere con particolare abilità il presente futuristico cinese. Nato a Chongqing nel 1965, dopo essersi laureato in inglese e giornalismo ottiene un impiego presso l’agenzia di stampa Xinhua. L’autore inizia a scrivere racconti nel periodo universitario, durante il quale si interessa di letteratura straniera, soprattutto fantascientifica; è il suo lavoro di giornalista, tuttavia, che gli permette di conoscere da vicino la società cinese e le sue problematiche, di cui tratterà anche nella sua produzione narrativa.

Proprio a causa dei toni critici di quest’ultima ha incontrato diverse difficoltà editoriali. Un esempio è costituito da L’ultimo Treno che, reperibile in originale unicamente online, è stato pubblicato in una versione rivisitata solo nel 2010, all’interno di un romanzo composto in tutto da cinque racconti: Subway descrive le vicende di esploratori spaziali che tornano a Pechino per cercare le radici di una cultura millenaria ormai andata perduta; la metropolitana pechinese, che dagli anni Settanta aveva simboleggiato il progresso scientifico, viene qui presentata in chiave distopica. Come gli altri racconti della raccolta, anche quello preso in esame è ambientato nella metropolitana della capitale. Una notte di luna piena il protagonista, Lao Wang, prende l’ultimo treno diretto a casa: è la storia di un uomo qualunque che improvvisamente si ritrova testimone di un misterioso rapimento alieno, egli tenta di far luce sulle vicende, ma finisce per esserne vittima.

Nel testo coesistono più livelli interpretativi e sono presenti diversi elementi che superano la trama fantascientifica che li racchiude: dal punto di vista tematico, il rapimento alieno rappresenta l’occasione per raccontare i drammi della recente storia cinese (Rivoluzione Culturale) e il disagio esistenziale del protagonista, un uomo solo nella Cina di oggi, sempre più spesso caratterizzata da rapporti interpersonali vuoti, da uno spietato ricambio generazionale e da una forte disparità tra gli strati ricchi e poveri della popolazione. A livello formale, il testo è volutamente complesso. A tal proposito, Han Song ha affermato che il linguaggio difficile di cui si serve non è né casuale, né espressione delle incapacità narrative di cui è stato accusato: egli riflette sul piano formale l’impossibilità di risolvere nell’immediato i problemi della Cina di oggi; secondo l’autore “la forma è essa stessa un contenuto”. Da un lato, quindi, il testo sembrerebbe avvicinarsi alla letteratura cinese d’avanguardia, dall’altro, l’autore ha dichiarato di non appartenere a questa corrente, con cui tuttavia condivide lo spirito di innovazione, lo stesso proprio anche del rock and roll.

A livello stilistico, il racconto presenta alcune analogie con la letteratura cinese di fine anni Ottanta: centrale è il punto di vista del protagonista, che da voce all’autore e che filtra soggettivamente le vicende, mischiandole ai ricordi; al tempo stesso, ampio spazio è dedicato a descrizioni realistiche di luoghi, personaggi e situazioni. Per rispettare la complessità del testo in sede di traduzione e individuare una strategia traduttiva appropriata, è sembrato importante verificare la presenza di alcune componenti sperimentali che avvicinano il racconto alla letteratura non fantascientifica cinese di fine anni Ottanta, anch’essa caratterizzata da innovazione e sperimentalismo. L’ultima parte della tesi, infine, è dedicata a un commento traduttologico in cui vengono analizzate le problematiche incontrate nel corso della traduzione, l’approccio strategico di riferimento e le soluzioni adottate nei casi più rappresentativi.

*Chiara Cigarini chiara.ciga[@]hotmail.it è nata a Reggio Emilia il 24/07/1989. Nel 2011 ha conseguito il diploma di laurea triennale in Lingue Mercati e Culture dell’Asia (inglese e cinese) presso l’Università di Bologna e nel 2014 si è laureata nel corso di laurea magistrale in Interpretariato e Traduzione Editoriale, Settoriale (cinese e inglese), presso l’Università Ca’ Foscari.

**Questa tesi è stata discussa presso l’Università Ca’ Foscari. Relatore: prof. Fiorenzo Lafirenza; correlatore: prof.ssa Bianca Basciano