Shanghai Expo: preparativi italiani

In by Simone

Dentro il padiglione italiano dell’Expo 2010, nella zona dedicata all’Europa, si montano le ultime luci e pannelli, mentre si aspetta l’arrivo dall’Italia di alcune delle opere che vi saranno esposte, ritardate anch’esse dalla nube vulcanica. “Se il buon giorno si vede dal mattino siamo molto contenti” dice Maria Assunta Accili, il Segretario Generale della Commissione italiana per l’Expo 2010.

Il piano terra della struttura a tre piani, è il primo contatto che i visitatori cinesi stabiliranno con l’Italia, passando attraverso la riproduzione della facciata del Teatro di Vicenza del Palladio voluta dallo scenografo Giancarlo Basili, autore del concept del Padiglione. All’interno le sale della mostra permanente contengono tutti i simboli dell’italianità, dall’alta moda di Versace, alla pasta, da un macchinario industriale, ad una Ferrari con motore ‘verde’, accanto a rappresentazioni artistiche del nostro paese, quali De Chirico, per finire con una suggestiva parete con palcoscenico d’orchestra in verticale. Il resto sara’ arricchito dalla Triennale di Milano con opere d’arte contemporanea provenienti dalla propria collezione.

Al primo piano, invece, si alternerà la presenza di regioni e città italiane che si metteranno in mostra temporaneamente durante i sei mesi dell’Expo. Insieme ad essi anche i vincitori di un concorso indetto proprio dal Commissariato e dal Ministero della Pubblica Amministrazione per segnalare nuove idee di innovazione tecnologica. Il concorso, che ha ricevuto oltre 500 proposte, copre le aree individuate come di interesse per l’alto livello che l’Italia ha da offrire. Si va dall’ arredo e design, tecnologia per i beni culturali, sanità, sport e benessere, ad architettura e materiali da costruzione. Ciò perché “vogliamo attirare sia un pubblico generico, sia gli opinion leader con forum convegni e mostre temporanee dedicati ad argomenti meno popolari, per integrare quello che si sa con quello che non si sa” dell’Italia spiega la Accili.

Il dubbio, invece, resta sulla vita del Padiglione dal di la’ della conclusione dell’Expo, a fine ottobre prossimo. In generale la regola dell’Expo universale è che i padiglioni siano smantellati, tranne gli edifici principali costruiti dagli organizzatori. Ma può avvenire che alcuni padiglioni vengano mantenuti, per aver passato l’esame di popolarità dei visitatori. E’ ciò a cui aspira l’Italia.

“Il nostro padiglione ha la dignità di un edificio, perché abbiamo fatto uno sforzo nell’investimento anche tecnologico” secondo al Accili, la quale annuncia che esso “è stato appena premiato come migliore struttura in acciaio costruita a Shanghai nel 2009” e quindi le speranze hanno un fondamento.

Mantenere il padiglione sarebbe un riconoscimento anche all’Italia nel passaggio del testimone, che a fine ottobre consegnerà a Milano il mandato per la prossima edizione del 2015.

“E’ inutile competere con la Cina per rappresentare a Milano cose déjà vu – dice la Accili a proposito del 2015 – A Milano non sarà necessario che i partecipanti si rappresentino ex-novo come in Cina. A Milano sarà tutto più sofisticato perché ci sarà un pubblico diverso e più sofisticato”. In Italia non si potrà neppure procedere alle grandi opere realizzate dalla Cina per dare lustro al proprio Expo: non ci sarà un’area espositiva di 5 chilometri quadrati ma un tessuto urbano molto denso e strutturato con infrastrutture adeguate al pari della nuova zona fieristica. A Shanghai quel che si vede “è una forma di competizione fra i paesi che partecipano, tutti hanno fatto del loro meglio”. A Milano li si aspetta con più contenuto e forse meno scenografia.