Il grande schermo con il conto alla rovescia segna meno sette giorni all’apertura dell’Expo di Shanghai 2010, e fra un padiglione e l’altro ancora si piantano alberi e si montano strutture. In città la corsa agli ultimi ritocchi butta la popolazione nel panico, grazie all’apertura di nuovi piani di circolazione sconosciuti e al rafforzamento senza precedenti delle misure di sicurezza.
Da martedì scorso una settimana di prove generali, fino a lunedì, servirà a testare il livello di preparazione della città ad ospitare l’evento più grande che abbia mai visto. Oggi 300 mila cittadini hanno la fortuna di visitare in anteprima i padiglioni in fase di ultimazione. Ieri erano in 100 mila e domani saranno 500 mila. Biglietti offerti dalle unità di lavoro alla mano, gli shangaiesi si sono messi in fila per vedere quanto lo sfoggio di creatività di ogni paese del mondo aveva da offrire. Ieri sera alle 20 un visitatore impiegato in una società di assicurazioni raccontava di essere riuscito a visitare soltanto 5 padiglioni dalle 9 del mattino quando era entrato nell’area. “Davanti ad ogni padiglione c’è da fare almeno due ore di fila. In piedi perché non c’è nulla su cui sedersi, e poi una volta entrati quasi dappertutto non ci sono zone per riposarsi” spiega e dice anche di non essere poi così impressionato dall’offerta dei vari paesi. “In fin dei conti i padiglioni sono piuttosto spogli, decorati soltanto con schermi televisi e poco altro. Il padiglione cinese è però il migliore”.
Ed è anche il più ambito: ieri mattina alle 9:30 erano già state esaurite tutte le 50 mila prenotazioni per visitarlo entro la giornata, ossia il numero massimo di visitatori che il padiglione ammetterà ogni giorno a pieno regime. Le prove generali hanno però rivelato la difficoltà di gestire numeri di visitatori tanto elevati a cui ambisce l’Expo cinese. Lo scorso martedì, sotto la pressione di una folla troppo numerosa, il padiglione italiano ha dovuto chiudere le porte alle 16 invece che alle 20 come previsto, dopo che il sistema di sicurezza era andato in tilt. Ancora peggio è andata ad altri, come il padiglione del Regno Unito costretto a rifiutare i visitatori già alle 13.
Coloro che hanno partecipato alle prove generali hanno anche non poche altre lamentele: indicazioni poco chiare, personale volontario all’oscuro anche delle informazioni più basilari, prezzo del cibo troppo elevato, cassonetti dei rifiuti debordanti di avanzi.
Non solo, tutta la città è in subbuglio e i cittadini che all’Expo non sono interessati reagiscono allo stress della perfezione a tutti i costi. La polizia ferroviaria ha detto ieri di aver arrestato lo scorso martedì una donna che ha malmenato un volontario all’interno della metropolitana perché costantemente sottoposta all’ispezione al metal detector delle proprie borse. La donna è stata messa agli arresti per una settimana, e prima di lei un uomo era stato arrestato per la stessa ragione la scorsa domenica. Tutte le stazioni delle 11 linee di metropolitana di cui dispone la città sono state dotate di metal detector per l’esame di qualsiasi oggetto trasportato dai passeggeri, mentre ad ogni uscita stazionano due militari dell’esercito armati di manganelli elettrici.
Non c’è dubbio che la città vuole essere al suo massimo. Altri 4000 nuovi taxi sono stati aggiunti ai 40 mila già circolanti, sebbene gli stessi autisti lamentino l’insufficienza per i prossimi 6 mesi assieme a piani di traffico nuovi e scarsamente notificati che già ne limitano l’efficienza.
Gli abitanti dell’area di 5 km quadrati su cui giace l’Expo sono stati con successo rilocalizzati in due nuove aree, una vicino all’aeroporto di Pudong e l’altra a dieci chilometri a sud del sito originario. “Gli shangaiesi ascoltano gli ordini del governo, di rado qui si verificano le manifestazioni e le proteste che si vedono a Pechino” spiega uno scrittore di Shanghai che preferisce mantenere l’anonimato. “Qui si guarda all’interesse, e in questo caso l’interesse è avere case più grandi e più nuove, e poi c’è l’orgoglio per l’organizzazione dell’evento, un po’ come per Pechino con le Olimpiadi”.
Ma a Shanghai i residenti sembrano più distaccati: alla fin dei conti è più un occasione per i cinesi per ammirare il mondo senza lasciare la città che uno sfoggio dello sviluppo della Cina agli occhi del resto del mondo.