Le immagine didattiche di propaganda che hanno caratterizzato i primi anni della Rivoluzione comunista in Cina criticavano il sistema imperiale che li aveva preceduti: privilegi, corruzione, assenza di leggi certe e disparità sociali. Oggi potrebbero essere usate contro il Pcc. Alla morte di Mao Zedong, Deng Xiaoping orientò la politica cinese verso un socialismo con "caratteristiche cinesi". Immaginava un paese che prendeva il meglio dell’economia di mercato, senza abbandonare il benessere sociale raggiunto attraverso il comunismo. Il punto è che la Cina attuale si trova a scontrarsi con i mali della Cina "antica", quella imperiale.
E’ così che alcuni internauti hanno cominciato a diffondere le immagini della prima propaganda di partito. Nessuna critica poteva essere più attuale. I post sono stati via via eliminati dai censori, ma il sito China Smak ne ha salvato una versione.
Ogni immagine affronta i problemi che si trovano oggi ad affrontare governo e popolazione cinese. Sono gli stessi problemi più volte trattati su China Files.
Inflazione
I prezzi dei beni di consumo, prima e dopo la Rivoluzione.
Una delle maggiori preoccupazioni della Cina moderna è l’alto costo dei beni di consumo. Si lamenta la grande disparità tra le entrate e le uscite delle famiglie medie, così come della mancanza di un controllo sui prezzi del paniere da parte delle autorità.
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Il valore dello yuan rispetto al dollaro
Dollaro e RMB, prima e dopo la Rivoluzione
Il tasso di cambio del dollaro è il tema che regola i rapporti conflittuali tra Cina e Stati Uniti. L’America accusa la Cina di alterare il valore della moneta per favorire le esportazioni, ma la Cina mantiene una posizione inflessibile.
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Cala il manifatturiero, chiudono le fabbriche
Prima e dopo la Rivoluzione: come vanno gli affari
Industrie e fabbriche, specialmente quelle a capitale privato, chiudono i battenti a causa della crisi americana e europea. Calano le esportazioni e gli imprenditori – che non hanno accesso al credito – scappano all’estero lasciando migliaia di lavoratori senza salario.
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Wenzhou. Un’analisi della crisi
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Il web chiede clemenza
Scioperi, disoccupazione e riduzione della manodopera
Prima: sfruttamento dei padroni. Dopo: Salari dignitosi e fatiche collettive
Prima: I lavoratori erano come prigionieri. Dopo: Lavoratori felici
In piena fase di sviluppo, la Cina ha visto aumentare il numero dei lavori a media-alta specializzazione e diminuire la manodopera a basso costo. Gli effetti sono un salario che non si misura in ore-lavoro e un aumento della disoccupazione. Specialmente dei lavoratori qualificati. Negli ultimi tempi le proteste dei lavoratori si sono fatte sempre più frequenti: chiedono aumenti salariali, protezione, sicurezza sociale e – in generale – migliori condizioni.
Molte industrie hanno cominciato a trasferire gli impianti di produzione in Indonesia o Vietnam, paesi dove è ancora possibile trovare manodopera a basso, bassissimo costo.
D’altro canto un numero sempre maggiore di professionisti si trovano senza un impiego e finiscono per popolare le periferie delle città perché non possono permettersi una casa più centrale. Viene così a formarsi la cosiddetta tribù delle formiche.
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La bolla immobiliare
Prima: case troppo care. Dopo: Tutti hanno un tetto.
I prezzi degli immobili in Cina hanno avuto un’impennata, soprattutto a causa della speculazione edilizia. Gli effetti sono stati una serie di regole che limitano l’acquisto di case per chi non possiede un hukou (permesso di residenza) e l’aumento indiscriminato degli affitti. Anche i costruttori si sono trovati a non finire gli immobili, perché nel frattempo si sono deprezzati.
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Corruzione
Prima: funzionari corrotti. Dopo: funzionari disinteressati
Combattere la corruzione e l’abuso di potere erano tra i maggiori obiettivi del Partito comunista delle origini. Oggi la corruzione continua a essere una delle più grandi preoccupazioni del Governo, specie nelle provincie e nelle regioni più lontane dal centro burocratico del paese. Una serie di scandali, travolge ciclicamente i centri di potere.
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La mafia penetra la società e i crimini sono in aumento
Prima: i boss controllano la società. Dopo: i boss sono parte del processo produttivo della società
Innegabile, la mafia assieme alla corruzione dilaga nella società cinese moderna. Lo stesso Bo Xilai all’apice della sua carriera politica vantava di aver duemila arresti per organizzazione mafiosa nella sola città di Chongqing.
Sull’argomento potete leggere: Abusi di potee da parte di polizia e esercito
Prima: mancanza di ordine pubblico e polizia indisciplinata. Dopo: ordine sociale ristabilito e polizia disciplinata
Polizia e esercito continuano a mantenere un forte controllo sulla popolazione. Si vede durante le manifestazioni di dissenzo e nelle regioni di confine.
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Abusi nel sistema penale
Prima: brutalità e repressione. Dopo: disciplina e rieducazione
Rieducazione, lavori forzati, tortura. E come se non bastasse una legge che non è uguale per tutti e con sistemi come quello dei petizionisti di eredità imperiale.
Sull’argomento potete leggere:Controllo sugli stranieri
Prima: gli imperalisti americani fanno quello che vogliono. Dopo: Gli stranieri devono obbedire alla legge
Siamo in piena campagna dei cento giorni: le autorità controllano i visti degli stranieri per assicurarsi che siano in regole. E non fanno niente per argine una crescente insofferenza della società civile verso chi viene da fuori.
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I privilegi dei milionari
Prima: discriminazioni sociali e di censo. Dopo: tutti uguali
Privilegi dei politici e delle classi più abbienti sono di nuovo cosa comune in Cina. E spesso le famiglie delle più alte cariche dello stato fanno affari milionari. In esclusiva. Auto di lusso, abiti di marca e ostentazione della ricchezza scatenano sempre più una rabbia popolare di antica memoria.
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