Se Hollywood si innamora della Cina

In by Simone

Le case di produzione cinematografiche americane corteggiano la Cina. Kong Fu Panda e 2012 sono gli esempi di prodotti pensati per i cinesi. E il mercato cinematografico è in continua crescita. Anche se possono uscire solo venti titoli stranieri all’anno, alla faccia del Wto. L’inchiesta del Telegraph.
DreamWorks – celebre studio di animazione di Steven Spielberg, produttore di Shrek e Kung Fu Panda – sta per diventare l’ultimo studio cinematografico a stabilirsi in Cina. Hollywood sta mettendo gli occhi sul mercato cinematografico con la crescita più rapida del mondo.

Il passaggio dalla DreamWorks Animation arriva dopo un gran numero di coproduzioni tra la Cina e Hollywood: Relativity Media (The Social Network, Bridesmaids) e Legendary Entertainment (Inception, The Hangover) hanno entrambe recentemente firmato accordi qui.

"È come una miniera d’oro di cui tutti cercano l’ingresso" – ha riferito Lior Chefetz, co-fondatore della China Hollywood Co-Production Society di Los Angeles – "In generale a Hollywood il business si sta restringendo, ci sono meno aziende, meno film prodotti e budget minori. In Cina sta accadendo completamente l’opposto ".

All’inizio di quest’anno, la Cina aveva 6.200 schermi cinematografici. Entro il 2015, è previsto che ne avranno quasi triplicato il numero, e con gli incassi al botteghino che arrivavano al 64 per cento, fino 10,2 miliardi di yuan (£ 1 miliardo) lo scorso anno, è il mercato in più rapida crescita al mondo.

La DreamWorks ha lanciato l’esca per attingere da questo immenso mercato. Caijing, una rivista economica, cita fonti del governo cinese che sostengono che il nuovo studio di Shanghai, provvisoriamente intitolato DreamWorks East, diventerà un conglomerato sino-americano che produrrà film d’animazione. Si parla anche di un parco tematico.

"Dato che è un mercato importante per noi e quello in cui il marchio DreamWorks Animation ed i suoi prodotti hanno un enorme valore, continuiamo a esplorare le opportunità in Cina", ha dichiarato al Daily Telegraph un portavoce di DreamWorks Animation, aggiungendo che ulteriori speculazioni sono premature.

Attualmente, quote di importazione restrittive limitano l’accesso di Hollywood agli spettatori cinesi. La Cina consente l’uscita di soli venti titoli stranieri all’anno, un numero che l’Organizzazione mondiale del commercio ha richiesto alla Cina di rivedere lo scorso marzo, anche se ad oggi la Cina ha ignorato tale termine.

Per fortuna i film che escono in Cina possono essere molto redditizi. Avatar, il maggior incasso cinematografico in Cina, ha incassato nella sola Cina ben 142 milioni di sterline. Le co-produzioni Cina-Hollywood, permettono di aggirare in maniera significativa la quota dei film di importazione.

"Quando il pubblico cinese va al cinema, vuole vedere un grande spettacolo. È ciò che si aspettano dai film stranieri", dice Gregory Ouanhon, amministratore delegato di Dark Light Media, una società di distribuzione che acquista film per il mercato cinese. "Ma soddisfare le aspettative è molto complicato. In passato si è cercato di mettere semplicemente più ragazzi asiatici nelle scene, immaginando che ciò avrebbe attratto le culture asiatiche, ma in realtà ciò non funziona."

Invece i film di Hollywood stanno sempre più adottando caratteristiche cinesi. Per Kung Fu Panda 2, soprannominato dai media locali "lettera d’amore di Hollywood alla Cina", l’a.d. della DreamWorks Animation, Jeffrey Katzenberg, ha inviato una squadra a visitare una riserva di panda a Chengdu.

Il film che ne risulta è disseminato di riferimenti culturali tagliati su misura per un pubblico cinese, si mangiano mapo tofu e tagliatelle del Sichuan, mentre la strada di mattoni grigi in apertura del film assomiglia alla vecchia strada Jinli, un luogo famoso di Chengdu.

Nel frattempo, il successo in Cina del film catastrofista di Roland Emmerich  2012, che è stato il maggior incasso cinematografico del paese dopo Avatar, è in parte attribuito alla sottotrama pro-Cina che vede arche con tecnologie all’avanguardia di costruzione cinese salvare una parte selezionata della popolazione mondiale dalla decimazione.

"Hollywood ha trasformato tutti i cattivi da cinesi in nordcoreani per essere sicuri di poter raggiungere il mercato cinese", dice Ouanhon. "Sono sicuro che in Cina riusciremo a fare film che funzionano molto bene per il pubblico cinese. Ma film per un pubblico cinese che funzionino bene anche per un pubblico estero? Il punto interrogativo che incombe su ogni produttore in Cina è come fare qualcosa che funzioni per entrambe le culture."

Wayne Wang, regista di Snow Flower, ha dichiarato: "Il principale problema [nel fare film per il mercato cinese] è che i cinesi sono molto etnocentrici, sono probabilmente una delle culture più etnocentriche del mondo."

Lo sono a ragione per i loro cinquemila anni di storia. È molto difficile per loro accettare dagli altri qualcosa che vada al di fuori del puro intrattenimento di Hollywood e che non collida con questioni culturali, sociali o politiche.

Ma se la Cina continua a voler essere un mercato cinematografico forte, penso che debbano cominciare ad essere più aperti verso diversi aspetti di questi problemi e tensioni".
[Quest’articolo è apparso sul Telegraph il 2 dicembre 2011]