Il capo della polizia di Pechino ha avvertito che gli utenti Web che "aggrediranno" i leader del Partito comunista cinese e il paese o il sistema attuale saranno severamente puniti, sollevando preoccupazioni per il controllo della libertà d’espressione online.
Coloro che creano e diffondono rumor politici, attaccano il Partito e i capi di governo o il sistema, riceveranno un avviso pubblico o saranno severamente puniti secondo la legge. Così avrebbe ha affermato Fu, secondo quanto riferito dal Beijing News.
Ma non avrebbe specificato cosa costituisce un rumor o un attacco politico. Il Global Times, riporta inoltre che sui microblog – tre dei quattro principali operatori di servizi di microblog del paese sono basati a Pechino – gli utenti stanno già chiedendo al capo della polizia di definire ciò che costituisce un "attacco" e cosa un "rumor politico". Ha inoltre sollevato preoccupazioni della gente circa il fatto che la campagna di pulizia metterà a tacere le critiche online nei confronti del governo.
Zhang Qianfan, professore di legge all’Università di Pechino specializzato in diritto costituzionale, ha affermato che non ci sono leggi penali o amministrative che vietino alla gente di criticare il governo. "[I commenti del capo della polizia] sono piuttosto vaghi e generici, e potrebbero causare un abuso di potere nel punire le persone", ha dichiarato Zhang al Global Times.
L’articolo 41 della Costituzione della Cina prevede infatti che i cittadini abbiano il diritto di criticare o dare suggerimenti ad agenzie di governo o ai membri dello staff, ma non debbano inventare o distorcere i fatti.
"La gente ha il diritto di sorvegliare il governo e ha tutto il diritto di esprimere le proprie emozioni, sentimenti o opinioni, non importa che tipo di opinioni esse siano", ha confermato Yu Guoming, direttore dell’Institute of Public Opinion dell’Università cinese Renmin.
Con oltre 538 milioni utenti del web e almeno 250 milioni di utenti di microblog, Internet è diventato un canale importante per i cittadini cinesi per esprimere le proprie rimostranze, la rabbia e le speranze, e talvolta toccare questioni delicate. Le autorità stanno ascoltando un opinione pubblica molto diversa e spesso negativa di quanto non fosse il caso in passato.
Ma la crescita esplosiva della diffusione delle informazioni online ha permesso anche la circolazione di notizie false o non verificabili, fanno notare quasi tutti i media di stato.
Certo che come afferma ancora il professor Zhang, e come è riportato dal Global Times – spin off in lingua inglese del Quotidiano del popolo – "Se il governo fosse più aperto su determinati temi, sarebbe più facile intervenire sulla circolazione dei rumor".
[Scritto per Lettera43; fotocredits: salon.com]