Repubblica Popolare della Chetamina

In by Simone

Nella Cina del sud, Kfen e Ktv vanno ormai a braccetto. E il commercio della chetamina sta diventando un fenomeno sempre più importante nei territori dell’Impero che un tempo combatteva le guerre dell’oppio. Come si trova, dove si spaccia e chi compra chetamina nella Cina di oggi. Nonostante le sue politiche proibizioniste.
Quando nella seconda metà del ‘700 l’Impero Britannico voleva aprire la Cina al traffico internazionale, la terra di mezzo da grandissima potenza economica qual’era, non ne sentì il bisogno e si rifiutò.

L’unico modo che i britannici riuscirono ad escogitare per drenare il suo argento fu di iniziare a produrre oppio nelle colonie inglesi ed esportarlo in Cina diffondendolo non più solo come medicina, ma anche come droga. Un abominio morale per la tradizione confuciana e buddhista. Questo fu un duro colpo al livello economico e portò alla disgregazione del tessuto socio-politico, provocando due disastrose guerre dell’oppio.

Oggi la Cina è tornata ad essere nuovamente una grande potenza economica e, nonostante abbia conservato, per lo meno a livello ufficiale, moralità e pene ancora severe, si è garantita un posto nel podio tra le maggiori consumatrici al mondo di eroina e tra le più grandi raffinerie di ketamina e metanfetamina.

Il rapporto Onu 2008 ha osservato che la ketamina è la droga più consumata a Hong Kong, che la sua diffusione viene sottovalutata e sta guadagnando popolarità in tutta la Cina meridionale. Il confine tra Cina e Hong Kong è infatti uno dei più trafficati al mondo.

Kfen (K粉) è un nuovo tipo droga allucinogena a base di ketamina, raffinata in Cina e da poco sbarcata anche in Italia. Mentre K仔(zǐ) è il nome cinese con il quale ci si riferisce alla ketamina stessa che, brevettata in Belgio nel 1963 ed adoperata per curare i soldati feriti in Vietnam, è oggi un comune anestetico per cavalli utilizzato in medicina veterinaria in forma liquida e successivamente raffinata in polvere bianca simile alla cocaina da sniffare.

Nel 2004 circa 9 milioni di fiale iniettabili vennero sottratte illegalmente alla rete di distribuzione farmaceutica cinese, convertite in circa 900 kg di polvere per un valore di 100 mln di Yuan (12 mln €). Nel Sud della Cina Kfen e KTV vanno a braccetto. Nel famoso pub karaoke quelle cannucce tagliate a metà sui tavolini passano facilmente inosservate ai turisti.

Gli effetti della ketamina variano da persona a persona: alcuni possono provare uno stato di estasi e dissociazione dal corpo, un viaggio verso il cosiddetto K-hole; mentre ad altri può sembrare di morire, e nei peggiori casi quando è l’incoscienza a fare da padrona, di morire per davvero. Un video emblematico e facilmente reperibile mostra una giovane ragazza partecipare ad una gara di sniffate e procurarsi un overdose letale tra le acclamazioni del pubblico.

La ketamina è infatti diventata la droga preferita dei consumatori al di sotto dei 21 anni, che sono aumentati del 57 pe cento negli ultimi quattro anni a Hong Kong.

Come illustrato da Robert Foyle Hunwick nel suo reportage per Vice: nel Guangdong, la più grande provincia produttrice, gli ufficiali del Public Security Bureau di Dongguan, spiegano che “rispetto alla metamfetamina e l’eroina, la ketamina è piuttosto a buon mercato e che il pubblico non è a conoscenza dei pericoli a essa legati”.

Altri ufficiali raccontano di giovani che la assumono come prova di ingresso nelle gang. Zhong Yan del Jilin Police College in una tesi di laurea del 2006 scrive invece che “I giovani in Cina vogliono assumere ketamina per darsi un tono” e racconta di come un suo conoscente per il compleanno di un amico gli regalò della Kfen perché si sentì imbarazzato di portargli solo un po’ di bái jiǔ (grappa cinese) e delle sigarette per dimostrargli la sua amicizia.

Procurarsela è davvero semplice. Sul più grande servizio di messaggistica gratuita cinese, WeChat, con il termine "riso"(mǐ) si indica la ketamina, mentre con “carne di maiale” (zhūròu) ci si riferisce alla metanfetamina. E’ facile riconoscere i rivenditori dai loro nomi utente quando utilizzano omofoni di "vendere droga" (卖毒màidú), o inseriscono pillole come avatar. Nelle zone costiere il prezzo oscilla tra i 40-60 rmb al grammo, mentre nelle zone più interne si va dai 160 ai 180.

La propaganda governativa pare non porre troppa attenzione ne sensibilizzare sulla diffusione sempre più massiccia della Kfen, neanche dopo casi scandalosi come accaduto nello Hunan nel 2010 dove, sempre provenendo dall’interno di un karaoke, un gruppo di cinque uomini sotto l’effetto di ketamina, tra cui due poliziotti, hanno tentato lo stupro e poi ucciso due minorenni.

D’altra parte, tra le xīn xīng dú pǐn (nuove sostanze), tra l’opinione pubblica è la crescente dipendenza da metanfetamine a destare maggiore preoccupazione, perché consumate non solo da giovani ma anche dai lavoratori per tenersi svegli. Tuttavia mentre la produzione di meth è destinata per lo più all’esportazione, sempre più Kfen viene consumata all’interno dei confini.

Più enfasi viene invece posta sulla guerra alla droga. Nel 2004 nella sola Chongqing per la Giornata internazionale contro la droga promossa dall’ONU son state eseguite 16 esecuzioni di trafficanti. Se pensate che per la salvaguardia delle relazioni diplomatiche gli spacciatori stranieri godano di maggiore tutela, vi sbagliate.

La giustizia cinese non sconta nessuno. Un cittadino britannico, Akmal Shaikh di 53 anni, è stato infatti giustiziato nella capitale per il traffico di 4 chili di eroina, nonostante le richieste di clemenza da parte del governo britannico e della famiglia, e nonostante i suoi parenti sostenessero che Akmal fosse incapace di intendere e di volere perché affetto da una grave malattia mentale.

Le esecuzioni paiono tuttavia non rallentare la crescita del traffico a dimostrazione che neanche la pena di morte sia un deterrente efficace. Il proibizionismo si è dimostrato fallimentare in tutto il globo, in quanto la repressione non ha portato che ad un aumento dei consumi, ed è stato bocciato persino dall’ultimo rapporto Onu, in cui si richiede ai paesi membri di trattare il fenomeno della droga come un caso clinico e non penale. Paradossalmente paesi come l’Olanda che perseguono la strada della liberalizzazione hanno una percentuale di consumo inferiore rispetto alle altre nazioni europee.

La Cina ha tuttavia cercato di depenalizzare l’uso di sostanze stupefacenti, con l’introduzione di centri di riabilitazione. Purtroppo stando a un rapporto di Human Rights Watch del 2010, questi centri sono spesso più simili a “campi di lavoro massacranti”. Molti giovani tossicodipendenti sono invece finiti nella comunità di recupero Alman Chan, che garantisce il recupero degli anni scolastici e la frequenza a corsi di formazione professionale.

Oggi due terzi dei tossicodipendenti cinesi son dipendenti da eroina (più di un milione), e la geografia non agevola certo la situazione. La Cina non è più il centro del mondo ma è ancora oggi una terra di mezzo, ritrovandosi tra il triangolo d’oro e la mezzaluna d’oro, i maggiori produttori di oppio al mondo.

Prima che scoppiassero le guerre dell’oppio, fra i funzionari c’era chi voleva legalizzarlo, chi voleva continuare a mettere sanzioni per lo spaccio ma c’era anche chi voleva bandirlo ed eliminarlo dalla circolazione, decisione che alla fine fu considerata la migliore. Per questo motivo la distruzione delle riserve inglesi portò all’incrinarsi dei rapporti e successivamente alla guerra. Oggi questo dilemma si ripropone, più attuale che mai. E non solo in Cina.

*Gian Luca Atzori è nato a Ghilarza (OR) il 22/11/1989. Diplomato al Liceo socio-psico-pedagogico "G. Galilei" di Macomer. Ho studiato presso la BFSU (Beijing Foreign Student University) e sono laureato alla Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze Umanistiche e Studi Orientali dell’Università di Roma "La Sapienza"nell’anno accademico 2011-2012 nell’ambito delle Religioni e Filosofie dell’India.