Reporter avvisato…

In by Simone

L’ultimo regolamento emesso dall’Amministrazione generale della stampa e pubblicazione (Gapp) vieta ai giornalisti di usare come fonti i cosiddetti “rumors online”. La pena è la sospensione della tessera da giornalista per un minimo di cinque anni.
Dopo il recente incontro dei boss delle e-company cinesi che avrebbero accettato, dando il loro “consenso”, le richieste partorite dagli uffici della propaganda di Pechino e dopo l’ultimo Comitato centrale e in vista del ricambio politico da attuarsi esattamente tra un anno, la Cina ha deciso di puntare le proprie attenzioni a una riforma culturale in grado di muoversi in due direzioni:  estendere l’influenza culturale cinese (il cosiddetto soft power) e ampliare il controllo interno (la cosiddetta sicurezza culturale).

Dopo le direttive generali, i cambiamenti dei palinsesti televisivi, la stretta sull’internet, di mira sono presi ora i giornalisti. Le nuove normative emesse dall’Amministrazione generale della stampa e pubblicazione (Gapp) mettono in guardia i giornalisti cinesi “dall’uso di dicerie come fonti per i propri articoli”, ha scritto Xinhua in una nota ripresa da altri media del paese. I giornalisti “devono insistere a realizzare i propri reportage sul campo e non basandosi su dicerie non verificate o informazioni che non siano di prima mano”, dicono i nuovi regolamenti.

Xinhua ha specificato che i giornalisti rischiano la revoca delle proprie tessere stampa per almeno cinque anni. Esiste anche il rischio più grosso: essere esclusi dal mondo del giornalismo per tutta la vita, se scoperti ad avere inventato storie che si traducono in “serie conseguenze”.

Anche gli organi di informazione sono a rischio, perché nel rapporto si legge che “perderanno le loro licenze o verranno sospese nel momento in cui le storie false dovessero essere pubblicate sui loro giornali, siti, televisioni”.

La scorsa settimana, riporta oggi 11 novembre il South China Morning Post, i capi delle più grandi società cinesi di information technology hanno approvato il piano di Pechino per intensificare i controlli sui social media, impegnandosi a “fermare la diffusione di informazioni dannose”. L’impegno da parte delle imprese private e di proprietà dello Stato “sostiene gli sforzi del governo di stringere la morsa su internet, diventata ormai una piattaforma per esprimere opinioni e frustrazioni spesso poi raccolte dai media mainstream”.

Alla fine del mese scorso, Pechino ha promesso di rafforzare l’amministrazione internet e promuovere contenuti accettabili, secondo un comunicato emesso dal Comitato centrale. Xinhua ha scritto che il nuovo regolamento “è volto ad accrescere la credibilità delle agenzie di stampa cinesi”. Citando un portavoce del Gapp, Xinhua ha specificato che “la reputazione di alcuni mezzi di comunicazione era stato infangata da report inesatti: ci devono essere almeno due diverse fonti di informazione nel riportare le criticità e giornalisti devono conservare le prove per garantire la verità, l’accuratezza e l’obiettività”.

Gli analisti si sono interrogati circa le nuove misure amministrative chiedendosi se costituiscano il modo giusto per migliorare l’integrità dei reporter e la loro professionalità, sottolineando allo stesso tempo preoccupazioni per l’ulteriore riduzione delle libertà di stampa.

Zhan Jiang, professore di giornalismo alla Beijing Foreign Studies University, ha detto che “il regolamento è probabilmente il risultato di una pressione sul Gapp da parte dei governi locali o di imprese potenti che non vogliono più subire report su incidenti di grandi dimensioni che li pongono in cattiva luce”.

 Qiao Mu, professore associato e direttore del Centro Internazionale di Ricerca di Comunicazione alla Beijing Foreign Studies University, ha detto al South China Morning Post: “non è mai facile verificare alcune informazioni, i giornalisti dovrebbero farlo sempre, anche senza le pressioni di organi come il Gapp”.