Red Light Revolution

In by Simone

(In collaborazione con AGICHINA24) Red Light Revolution è  una commedia sexy per cinesi e stranieri che ha già conquistato il pubblico del London Film Festival. La proiezione è vietata in Cina, ma lo si può vedere in rete. L’intervista a Vivid Wang, protagonista femminile del film.
Giocato sul filo dell’ironia, senza cadute di tono, ma pur sempre, per la censura, un film scomodo, da non approvare. E’ il destino di Red Light Revolution, commedia sexy incentrata sulla storia di un tassista che dopo avere perso contemporaneamente il lavoro e la moglie, sceglie di aprire, con i pochi soldi a disposizione, un’attività di sicuro successo: un sex shop negli hutong di Pechino, i vicoli con le case tradizionali di epoca imperiale, attorno alla Città Proibita.

Diretto dall’australiano San Voutas, Red Light Revolution è un film "misto", per cinesi e per stranieri, che ha già conquistato il pubblico del London Film Festival e ricevuto nomination in diverse rassegne mondiali. Ma troppo "scabroso" per la censura di Pechino, che non ha dato il via libera alla proiezione nelle sale.

AgiChina 24 ha incontrato Vivid Wang, protagonista femminile del film, che vanta un singolare primato: quello di essere il primo film interamente scaricabarile da Tudou e dal suo omologo occidentale Youtube.

Come gran parte del cast del film, anche Vivid ha una formazione internazionale. Ha studiato in Spagna e in Svizzera e non teme di parlare di argomenti scomodi, come la censura e il ruolo di internet per contrastarla.

"Internet è la salvezza dei film cinesi indipendenti" afferma. "Dai riscontri che abbiamo avuto on line – spiega l’attrice, che nel film è Lily, una giovane in cerca di fortuna a Pechino – abbiamo potuto constatare la presenza di un pubblico attento ai film, che sa riconoscere un buona pellicola e un buon attore, ma il cinema indipendente è ancora agli inizi in Cina".

Una vita non facile quella di registi e produttori "non allineati", alle prese con le regole non scritte della censura. "Ci sono molti bravi registi e attori, in Cina, oggi – continua – ma bisogna sempre stare attenti a non toccare temi considerati sensibili".

E’ il meccanismo stesso, per la Wang, a creare problemi: "Nessuno conosce in anticipo i temi e i contenuti che non possono essere toccati. Vogliono prima vedere il prodotto finito e giudicarlo. Solo allora sai che cosa succederà al tuo film, e questo è il motivo per cui, nelle sale, si trovano quasi esclusivamente film commerciali".

Insomma, per incontrare il grande pubblico, bisogna "andare sul sicuro" con storie leggere che non tocchino le questioni sensibili. "Quando il film viene valutato – continua la Wang – si tiene conto di alcuni standard che devono essere rispettati, ma non del pubblico. Si privilegiano argomenti che non turbino la normale visione del mondo dei cinesi e che stiano alla larga dalla politica o da temi storici controversi".

"Si tratta – spiega l’attrice – della classica win-win situation: noi abbiamo i soldi, tu hai il divertimento". E’ a questo punto che il web fa la differenza: "Attraverso internet abbiamo avuto la possibilità di raggiungere un pubblico vasto, felice che finalmente si trattasse un tema come il sesso in un film cinese".

Un peccato, secondo Vivid, che anche una commedia leggera come Red light revolution possa turbare i volubili dettami dei censori di Pechino. "Siamo abituati, per educazione –spiega l’attrice– a non fare domande su questioni che riteniamo imbarazzanti, come la sessualità, perché sappiamo da subito che non otterremo risposta".

Una conferma a questa teoria viene dalla stessa storia personale di Vivid, che non ha mai parlato del film ai suoi genitori, fino a quando non ha vinto la paura e l’ha visto assieme a loro. "L’hanno guardato dall’inizio alla fine" racconta. "Provengo da una famiglia con un’impostazione tradizionale che da certi discorsi preferisce stare alla larga. Alla fine del film mia madre è rimasta un po’ turbata anche se contenta del fatto che sia riuscita a realizzare il mio sogno. Mio padre, invece, l’ha presa con rassegnazione".

Una distanza, quello tra genitori e figli, ancora fortemente sentita. "Non penso che gli argomenti trattati siano considerati scabrosi per i giovani in generale. I giovani sono molto più aperti dei loro genitori e sono in grado di recepire meglio le novità. Il sesso, in Cina, è ancora un argomento di cui nessuno vuole parlare, ma che tutti conoscono". E che – almeno chi ha visto il film su internet – è pronto ad affrontare con ironia.