La settimana che si è conclusa ha visto la discussione delle riforme del prossimo decennio cinese, con il terzo plenum del Comitato centrale del Pcc. Poi le censure (e autocensure) dei giornalisti stranieri e i piani di sviluppo delle infrastrutture. Come ogni settimana, la vignetta di Crazy Crab e la foto di Zaijietou. Buon weekend!
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Lunedì 11 novembre – E’ dura fare il giornalista
La dura vita dei giornalisti stranieri in Cina, con la Cina che nega il visto e la residenza per un giornalista di South China Morning Post e Reuters. Il sondaggio online della commissione disciplinare del Partito comunista cinese sulla corruzione. Infine, il megaconcorso nell’esercito cinese, con oltre 100mila candidati.
Martedì 12 novembre – Le "riforme profonde" del Plenum
A Pechino si è chiuso il Plenum del Pcc. L’11 novembre in Cina è Shopping Festival, un’iniziativa lanciata dal colosso dell’ecommerce Alibaba. Solo l’anno scorso, i cinesi hanno speso 3,1 miliardi di dollari. Le critiche alla Cina per i suoi aiuti miseri alle Filippine. I dati preoccupanti sui bambini di strada: su un milione e mezzo, 100mila sono dello Xinjiang.
Mercoledì 13 novembre – Terzo Plenum, i punti chiave per il futuro
Il giorno dopo il Terzo plenum del Comitato centrale del Pcc rimangono alcune parole chiave: riforme di mercato, indipendenza del sistema giudiziario e lotta alla corruzione. La Cina nominata insieme ad altri paesi contestati come membro del Consiglio Onu sui diritti umani. I risultati di una ricerca sulla stirpe di Confucio.
Giovedì 14 novembre – Più metrò per tutti
Il piano per nuove metropolitane in oltre venti città cinesi non è solo un nuovo eccesso di spesa per creare crescita, ma un modo per rendere le città più vivibili. L’autocensura di Bloomberg che non vuole rischiare la cacciata dalla Cina continentale. E le fattorie chiodo, da cui residenti si rifiutano di spostarsi.
Venerdì 15 novembre – Riforme, ma senza proclami
Le riforme sono state annunciate l’indomani del terzo plenum, ma per gli investitori è tutto ancora troppo vago. Per questo, entro la prossima settimana è prevista l’uscita di un nuovo documento. La progressiva liberalizzazione di Shanghai e l’introduzione di nuove tasse: una, di sicuro, sull’inquinamento.