Rassegna settimanale dei media cinesi

In by Gabriele Battaglia

Le scuse di Xue Manzi, businessman e blogger pentito. Il dibattito online sui social network come Facebook che in Cina rimangono bloccati. I villaggi del cancro e l’acqua inquinata. E poi la lettera di Bo Xilai e il dibattito sulla legge del figlio unico. Con la vignetta di Crazy Crab e Zaijietou. Buon weekend!

Lunedì 16 settembre: Caccia aperta alle Big V
La popolarità ti fa montare la testa. Soprattutto quella online. Questo è quanto si può dedurre dalla vicenda di Xue Manzi, blogger da 12 milioni di follower. Xue è una delle "Big V" della rete cinese, popolari blogger accusati dal Partito di turbare l’ordine pubblico. Xue si è pentito, ma la caccia è aperta.

Martedì 17 settembre: I social network che non ci sono
L’Iran sblocca per poche ore i social network Facebook e Twitter, che erano rimasti bloccati dalla dubbia rielezione di Ahmadinejad del 2009. Il postulato della notizia è che la Cina e la Corea del Nord rimangono tra i pochissimi paesi del mondo a continuare a bloccare i due social network. E gli internauti cinesi commentano la notizia con sarcasmo.

Mercoledì 18 settembre: Villaggi del cancro, colpa dell’acqua inquinata
Acque di falda inquinate in oltre la metà dei circa duecento "villaggi del cancro". E’ questo il responso dell’analisi dell’Istituto cinese per le risorse idriche. Ora si fa sempre più pressante la necessità di ridurre l’impatto ambientale dei liquidi di scarico delle industrie del settore chimico. E dare acqua sicura ai cittadini.

Giovedì 19 settembre: Nel nome del padre
In attesa di conoscere il verdetto del tribunale di Jinan, Bo Xilai scrive una lettera a familiari e sostenitori. Nella missiva, riportano i media cinesi, parole di ringraziamento e di incoraggiamento. E una promessa su tutte: come già fu per il padre, uno degli Otto immortali del Pcc, il suo nome sarà riabilitato.

Venerdì 20 settembre: Corruzione ed età media. Il figlio unico non funziona più
Invece di sorvegliare sull’applicazione della legge sul figlio unico, molte agenzie incaricate da Pechino intascavano i soldi delle multe senza versarli alle amministrazioni locali. E intanto la legge firmata Deng, appare sempre più anacronistica. La Cina infatti è oggi sempre più un paese di vecchi.