Rassegna settimanale dei media cinesi

In by Gabriele Battaglia

La nostra consueta rassegna settimanale del sabato. Il ricordo della Rivoluzione culturale in un reportage audio per il 50esimo anniversario. La Cina e lo status di economia di mercato, bloccato dall’Unione europea. L’oblio funzionale della Rivoluzione culturale. E infine il caso del film «Il canto della Fenice» di Fang Li, film «risorto». Buon weekend da China Files.

Lunedì 16 maggio – #RivCult50 – L’audio: La grande Rivoluzione culturale di Gabriele Battaglia

Tre storie parallele, tre narrazioni in prima persona sugli anni che hanno «arrecato gravi disastri e caos al Partito comunista e al popolo cinese», come furono definiti nella stessa versione ufficiale del 1981. La Rivoluzione culturale vista da chi aveva 10, 15 e 17 anni nel 1966, da chi vi partecipò e ne fu poi travolto.
Il podcast di China Files.

Martedì 17 maggio – La Cina, l’Europa e l’economia di mercato di Simone Pieranni 

Nei giorni in cui la Cina viene considerata da Bloomberg come il mercato asiatico più appetibile, il parlamento europeo – in attesa della decisione della Commissione – ha bocciato lo status di economia di mercato a Pechino. Una decisione di cui si discute sui media cinesi, sottolineandone il peso politico e diplomatico, compresa l’influenza statunitense sulle decisioni di politica economica prese dall’Europa.

Mercoledì 18 maggio – Le tensioni interne che minacciano la Cina, secondo la stampa cinese di Simone Pieranni

È il quotidiano ufficiale del partito comunista, il Global Times, a lanciare l’allarme: il governo di Pechino deve mantenere la sua credibilità in un momento delicato. Sarebbero almeno tre i casi che porterebbero la leadership a vacillare di fronte a proteste che potrebbero divampare e diventare ben più ampie.

Giovedì 19 maggio – La Rivoluzione culturale e l’oblio funzionale al socialismo «con caratteristiche cinesi» di Simone Pieranni 

Oblio, irripetibilità, memoria condivisa ma probabilmente non «collettiva», rigurgiti che si incastrano in vite successive, dolore, rabbia, incomprensioni, lotte, scontri, baluardi, ferite, vittime, morti, tanti: i modi per definire il mondo che ruota intorno alla memoria della Rivoluzione culturale sono molti, eppure la Cina ancora non ha contribuito a creare quel meccanismo di «memoria collettiva» necessaria a far sì che l’evento possa essere compreso e scartato da future soluzioni storiche.

Venerdì 20 maggio – Il Canto della Fenice: come un film può risorgere nelle sale cinesi di Edoardo Gagliardi

È stato uno di quei gesti che nella tradizione cinese è segno di rispetto e di legittimazione di rapporti sociali prima che di sottomissione, ma che oggi può imbarazzare tanto chi lo fa che chi lo riceve. È il gesto del ketou, ovvero inginocchiarsi e sbattere la fronte a terra.
Protagonista ne è stato Fang Li, un produttore cinematografico che cavalca da molti anni la sottile linea tra cinema d’autore e quello commerciale. Motivo del gesto: supplicare gli esercenti cinematografici di programmare più proiezioni di Song Of the Phoenix, un film che egli ha sostenuto e ha promosso con tutte le sue forze fino, appunto, a prostrarsi davanti a una videocamera.