Le presunte lauree finte del premier indiano. La diplomazia proattiva Giappone in vista del G7 di Hiroshima. Strip club e love hotel, alla ricerca del Giappone che svanisce. La scrittrice sudcoreana Han Kang ha vinto il Man Booker Prize. Battendo anche la Ferrante. Buone letture. Lunedì. 16 maggio: Le presunte lauree finte del premier indiano
La figura di leader integerrimo che Narendra Modi ha saputo proiettare in questi ultimi anni presta invariabilmente il fianco a critiche e polemiche cicliche lanciate dall’opposizione, nel tentativo di coglierlo in fallo oscurando l’aura di infallibilità che pare circondarlo. L’ultima in ordine di tempo, lanciata dagli esponenti «grillini» di Aam Aadmi Party (Aap), riguarda il presunto falso dichiarato da NaMo nei documenti necessari all’iscrizione nelle liste elettorali. Il primo ministro avrebbe infatti vantato una laurea breve presa alla Delhi University (Du) e un master presso la Gujarat University (Gu). Documenti dei quali, nei registri degli atenei, pare non esserci traccia.
Martedì, 17 maggio: Verso il G7: la diplomazia «proattiva» di Tokyo
Manca una manciata di giorni all’apertura del prossimo vertice del G7 in Giappone e la diplomazia nipponica sembra vivere una fase di splendore. D’altronde dal 2012 è questo l’obiettivo del governo Abe: un Giappone protagonista nel mondo.
Mercoledì, 18 maggio: Tra strip club e love hotel, alla ricerca del Giappone che svanisce
Tra vicoli stretti e anonimi delle grandi città giapponesi, c’è un paese che sta per essere cancellato dal tempo. È quello del cosiddetto «odore Shōwa», l’atmosfera di gioia e spensieratezza che ha dominato per gran parte del dopoguerra nel paese-arcipelago. Oggi, sono la riqualificazione, la speculazione immobiliare, il turismo di massa e le leggi per la decenza e la prevenzione dei disastri a mettere a rischio quell’atmosfera unica. Così siamo andati a cercarla, tra gli strip-club di Asakusa, a Tokyo, e i love hotel vintage di Kyōbashi, a Osaka.
Mercoledì, 18 maggio: La scrittrice sudcoreana Han Kang vince il Man Booker Prize
La scrittrice è la prima sudcoreana candidata (e vincitrice) dell’importante riconoscimento. Le 50mila sterline del premio saranno divise con la sua traduttrice Deborah Smith, cui – ha spiegato la giuria – si deve la riuscita dell’opera in lingua inglese.