Oggi in Cina – Una Cina lunare

In by Gabriele Battaglia

Il successo del lancio della sonda lunare Chang’e-3. Il velivolo è entraato nell’orbita di trasferimento Terra-Luna. I giovani cinesi sembrano indifferenti ai problemi sociali, dice il cantante Cui Jian. Il caso della donna che si è suicidata dopo essere stata minacciata da funzionari delle autostrade. Inaugurata la linea ad alta velocità Tianjin-Qinhuangdao CINA LUNARE

Il lancio della sonda lunare cinese Chang’e-3 è stato “un successo”, ha comunicato il centro di lancio per satelliti di Xichang. Zhang Zhenzhong, direttore del centro, ha dato l’annuncio lunedì mattina, dopo che il velivolo è entrato nell’orbita di trasferimento Terra-Luna e ha dispiegato i suoi pannelli solari.

Chang’e-3 viaggia a bordo di un razzo vettore Lunga Marcia-3B, che è decollato dal centro di lancio situato nel sud-ovest della Cina all’1:30 di lunedì mattina. Il lancio è stato trasmesso da Cctv, la televisione ufficiale cinese. L’intero programma prende il nome della dea che, secondo la mitologia cinese, abita sulla Luna.
A bordo, anche “Coniglio di giada”, o "Yutu", il rover lunare che porta il nome di un’altra creatura mitica, scelto in un sondaggio online a cui hanno partecipato 3,4 milioni di cinesi.

Si prevede che la sonda atterrerà sulla Luna a metà dicembre, per esplorarne la superficie e cercare risorse naturali. Quello cinese è il terzo programma lunare della storia, dopo quelli degli Stati Uniti e dell’ex Unione Sovietica negli scorsi decenni.
Per Pechino, il programma spaziale è anche un simbolo del proprio crescente status internazionale, dello sviluppo tecnologico ormai acquisito e, di conseguenza, del successo conseguito dal Partito comunista nel trasformare un immenso Paese un tempo povero in una superpotenza globale, nel giro di pochi anni. La Cina dichiara di voler creare una stazione spaziale permanente entro il 2020, per poi mandare qualcuno sulla Luna.

GIOVANI DEPOLITICIZZATI

L’indifferenza ai problemi della società è ciò che distingue i giovani di oggi da quelli dei suoi tempi, dice Cui Jian, il musicista che scrisse e cantò la canzone – “Nulla in mio nome” – che fu l’inno del movimento di piazza Tian’anmen nel 1989.

“La maggior parte dei giovani si sono dimenticati della politica”, ha detto l’uomo definito “il padrino del rock cinese” in un’intervista al South China Morning Post di Hong Kong.
Quanto al “grande sogno cinese” lanciato dal presidente Xi Jinping, Cui confessa di non capire molto bene di che cosa si tratti: “Avere successo? Diventare ricco? Avere un appartamento? Prendere una macchina? Per me, questo non è un sogno. Riesco a comprendere ciò che la gente pensa del sogno americano, ma del sogno cinese, proprio non so. Personalmente, vorrei vedere i diritti, la libertà di parola, ma questo è un argomento noioso, perché tutti pensano che sia pericoloso”.

CORRUZIONE STRADALE

Non si sa ancora se sia l’ennesimo episodio di abuso e corruzione oppure un caso “montato” ad arte, fatto sta che l’ufficialissimo Global Times dedica spazio alla storia della “padroncina” (proprietaria di camion) Wen Li, che avrebbe cercato di suicidarsi per sfuggire all’estorsione organizzata da alcuni funzionari delle autostrade.

La notizie viene riportata ne quadro dell’attuale grande campagna anticorruzione lanciata da Pechino e il fatto sarebbe avventuro nella provincia dell’Henan, Cina centrale, dove ora una commissione d’indagine sta cercando di fare chiarezza.
Secondo un servizio trasmesso dalla China Central Television (Cctv) sabato, Wen Li e il suo autista di camion Guo Wanli sarebbero stati intercettati il 14 novembre dagli agenti della rete stradale che chiedevano che pagasse una multa per “superamento del limite di carico assiale del camion”.

“Ci hanno detto che se non avevamo i ‘biglietti’ dovevamo essere multati”, ha dichiarato Guo facendo riferimento ai “biglietti di esenzione”, venduti dalle autorità locali e che garantirebbero dalle estorsioni delle forze dell’ordine. Il tutto comporta una spesa di 3.000 yuan l’anno (circa 360 euro) da destinare alle autorità di gestione stradale e altri 3.000, questa volta mensili, da versare alla locale autorità dei trasporti, “altrimenti bisogna affrontare sanzioni casuali e arbitrarie”, dice Guo.

La signora Wen ha bevuto del pesticida dopo che le autorità stradali hanno insistito per multarla anche se – così sostiene – aveva già pagato le “tasse” annuali e mensili. La polizia stradale si sarebbe rifiutata di portarla in ospedale e la donna sarebbe stata salvata da un’ambulanza sopraggiunta, dichiarano i parenti.

Wen Li è stata dimessa dopo due settimane, il suo caso è un esempio di quei gesti estremi che, in mancanza di un reale Stato di diritto, molti cinesi attuano per attirare l’attenzione su ingiustizie subite.

TRENO SUPERVELOCE

Una linea ad alta velocità che collega Tianjin e una città portuale nella provincia di Hebei è stata inaugurata domenica. La linea Tianjin-Qinhuangdao è simbolica perché, con i suoi 287 km di lunghezze, porta la lunghezza totale della rete ferroviaria ad alta velocità già costruita a più di 10mila km.

L’obiettivo iniziale di 13mila Km è quasi raggiunto, anche se non sono mancati i problemi, ben esemplificati dal disastro ferroviario di Wenzhou dell’estate 2011, quando decine di persone persero la vita nello scontro tra due treni ad alta velocità. È forse per questo che i media cinesi riportano che la velocità massima dei treni sarà di 350 chilometri all’ora, ma anche che nella fase iniziale, quella di collaudo, non supererà i 300.
La nuova linea ha nove stazioni, cinque nell’area di Tianjin e quattro nella provincia di Hebei.

Il tempo di percorrenza in treno tra Tianjin e Qinhuangdao sarà ridotto a un’ora e 11 minuti, quasi la metà del tempo che si impiegava precedentemente.

[Foto credits: news.com.au]