Oggi in Cina – Terrorismo: condanne e cacciatori di taglie

In by Gabriele Battaglia

Trentadue persone sono state condannate nello Xinjiang per download e diffusione di video etichettati come "terroristici violenti". Due cittadini di Guangzhou premiati per aver fornito informazioni su alcuni sospetti terroristi. Fuga di capitali: come si fa e quali soluzioni? Il controllo delle nascite naturale. ANTITERROSISMO 01: XINJIANG, 32 CONDANNE

Trentadue condanne nella regione cinese occidentale dello Xinjiang per il download o la diffusione di video "terroristici violenti", nell’ambito della campagna contro “islamisti e separatisti”. Tre persone hanno avuto l’ergastolo e altre 29 sono state condannate a pene comprese tra i quattro e i quindici anni di carcere, dice “Tianshan”, il sito web del governo regionale, che parla dell’uso di telefoni cellulari e di Internet per archiviare, scaricare e trasmettere file audiovideo di contenuto “estremista, terroristico, religioso, violento” e per “organizzare o partecipare ad attività terroristiche”.

Finora nello Xinjiang sono stati sgominati oltre 40 gruppi definiti “bande terroristiche violente” e più di 400 persone sono state arrestate dal 23 maggio, data in cui le autorità hanno iniziato un giro di vite anti-terrorismo che durerà un anno.


ANTITERRORISMO 02: CACCIATORI DI TAGLIE

La municipalità di Guangzhou ha comunicato che ben due cittadini della metropoli meridionale sono stati finora “premiati” con una taglia in denaro per avere fornito informazioni preziose per la cattura di sospetti di terrorismo. Guangzhou è una delle 12 province, regioni e municipalità che hanno introdotto ricompense anti-terrorismo in denaro: fino a 50mila yuan (quasi 6mila euro) per chi rende possibile un arresto. A Pechino, invece, è stato allestito un esercito di ben 100mila cittadini volenterosi, pescati nella varia umanità che staziona perennemente per vicoli e strade, e già tre di loro hanno ricevuto ricompense.

ECONOMIA: FUGA DI CAPITALI. COME SI FA?

Uno dei maggiori problemi che la leadership cinese si trova ad affrontare è la fuga di capitali all’estero, che riduce il gettito fiscale e aumenta il debito dei governi locali. La legge cinese pone un limite ai singoli cittadini per un equivalente di circa 50mila dollari all’anno in valuta estera, il che significa che chiunque voglia spendere di più all’estero deve cercare modi alternativi per spostare denaro.

Il South China Morning Post fa un decalogo dei metodi più utilizzati: si va dall’utilizzo del tradizionale guanxi (rete relazionale) ai cambiavalute clandestini, passando per il matrimonio con stranieri, ma anche attività del tutto legali come il private banking, il commercio, gli investimenti diretti e i viaggi di piacere, sono spesso funzionali al travaso di risorse.

SOCIETA’: CONTROLLO DELLE NASCITE "NATURALE"

In Cina, il tasso di natalità è rimasto stabile anche dopo l’allentamento della cosiddetta politica del figlio unico, il che lascia pensare che usi e costumi dei cinesi siano cambiati. Da quando il Congresso Nazionale del Popolo ha approvato un rilassamento delle regole, lasciando ai legislatori locali le norme specifiche, ventinove province e regioni su 31 – cioè tutte, tranne Tibet e Xinjiang – hanno emanato norme in merito.

Le autorità cinesi prevedono che la popolazione cinese raggiungerà 1,38 miliardi di persone entro il prossimo anno, numero inferiore alla previsione di 1,39 contenuta nel 12° piano quinquennale. La popolazione dovrebbe arrivare a 1,41 miliardi entro il 2020, meno dell’obiettivo di 1,45 miliardi fissato dal governo nel 2006. 

[Foto credit: rfa.com]