La campagna contro le "voci" online continua a impervesare: è di oggi la notizia dell’arresto di un 16enne in Gansu. La proposta di innalzare l’età pensionabile dato l’allungamento dell’aspettativa di vita della popolazione. E infine l’accordo di cooperazione per la produzione di documentari tra Bbc e Cctv. Internet: arrestato 16enne in Gansu
Un adolescente della provincia di Gansu è stato arrestato in base alle nuove regole contro le “voci” su Internet.
È il primo caso riportato dai media della Cina continentale che fa seguito alla controversa interpretazione giudiziaria in base alla quale può essere incarcerato chiunque posti messaggi diffamatori online che vengano ripostati almeno 500 volte.
Il governo della contea di Zhangjiachuan, nella provincia sud-orientale di Gansu, ha effettivamente comunicato ieri che una persona era stata arrestato in base al nuovo regolamento, senza comunicare però la sua identità. Il Beijing Times di ieri ha tuttavia riportato le parole di un uomo, secondo cui martedì la polizia avrebbe portato via suo figlio 16enne con l’accusa di “instillare litigi e provocare problemi”. L’articolo identifica il giovane solo dal suo cognome: Yang.
Secondo le dichiarazioni del governo della contea, il caso avrebbe a che fare con il modo in cui la polizia locale si è occupata della morte di un gestore di karaoke, il cui corpo è stato trovato in mezzo a una strada la scorsa settimana. I funzionari di pubblica sicurezza hanno condotto l’autopsia e in seguito dichiarato che l’uomo era morto per ferite alla testa, dopo essere saltato da un edificio.
Nei suoi post online, Yang avrebbe contestato la versione ufficiale dopo avere sentito un diverso resoconto da parte della famiglia dell’uomo, riferisce il Beijing Times: l’uomo sarebbe stato picchiato dopo una lite e la polizia di non avrebbe verificato correttamente l’incidente.
Età pensionabile: bisogna alzarla
Un editoriale del Global Times spiega perché è necessario alzare l’età pensionabile in Cina.
La versione pop del Quotidiano del Popolo riconosce che si tratta di una questione “controversa e delicata” e aggiunge che il tempo di attuazione della misura decisa dal terzo plenum richiederà anni. Tuttavia – insiste – la maggior parte dei sociologi cinesi crede che la pensione differita sia una tendenza da adottare.
L’età di pensionamento attuale in Cina è stata istituita nel 1950. “Poiché la vita media dei cinesi è aumentata di oltre 20 anni rispetto ad allora, e considerando che il Paese si trova ad affrontare una società che invecchia, la mancanza di fondi pensionistici e una contrazione della forza lavoro compresa tra i 19-59 anni di età, la Cina non ha altra scelta se non quella di riformare il sistema”.
Si prendono anche a esempio i “Paesi sviluppati” dove, in alcuni casi, si è assistito ad “acuti conflitti sociali”. Valga il caso della Francia, dove la decisione del 2010 di aumentare l’età pensionabile da 60 a 62 anni ha provocato uno sciopero nazionale. “Nonostante una notevole perdita causata all’economia nazionale – osserva il giornale – il governo francese ha proseguito con la riforma”.
Insomma: “ritardare la pensione è nell’interesse di tutti i lavoratori”.
Bbc-Cctv: il matrimonio s’ha da fare
BBC Worldwide ha siglato un protocollo d’intesa con CCTV9, il canale documentaristico della televisione nazionale cinese, per cooperare su almeno due importanti progetti di storia naturale nel corso dei prossimi sei mesi.
L’accordo riguarda la stimatissima BBC World e fa seguito al finanziamento – da parte della cinese CCTV – dei documentari della serie “Africa”, firmati nientepopodimeno che da Sir David Attenborough. CCTV ha sovvenzionato anche la serie di BBC2 Wonders of Life e quella di BBC1 Supersized Earth.
Il nuovo accordo presuppone l’istituzione congiunta di un “Centro per la creazione” dei documentari e punterà al mercato cinese e asiatico, pur tenendo d’occhio il pubblico globale.
Il BBC Trust dovrebbe monitorare l’intera operazione per garantire che le norme editoriali della BBC non siano compromesse. Intanto, in un accordo a margine ma legato comunque al primo, 16 delle maggiori società di produzione televisiva della Gran Bretagna si sono recate in missione in Cina e hanno firmato un proprio memorandum con CCTV nella speranza di venderle programmi.
[Foto credits: scmp.com]