Oggi in Cina – Riforma giustizia, ecco le “corti circondariali”

In by Gabriele Battaglia

Nuove "corti circondariali" e tribunali competenti attraverso più regioni, per ridurre le interferenze dei funzionari locali nella magistratura. Editoriale del Global Times sul recente sgonfiamento del movimento OccupyHK. Il punto sulle banche sovranazionali a guida cinese. L’ambasciatore cinese in Myanmar confessa che alcuni concittadini starebbero violando le leggi sul contrabbando di giada. Tokyo, Pechino e le terre rare. LA RIFORMA DELLE CORTI

Nuove "corti circondariali" e tribunali competenti attraverso più regioni, per ridurre le interferenze dei funzionari locali nella magistratura. Così, Pechino mira a dare più giustizia ai cittadini e a rendere più snello il sistema giudiziario, sottraendolo all’arbitrio dei funzionari locali.

L’agenzia Nuova Cina dice che questa sperimentazione mira a "risolvere le controversie in loco a vantaggio di tutte le parti in causa". E’ la prima misura concreta che fa seguito alla riforma del sistema giudiziario e deve essere compatibile con il sistema cinese, pena la destabilizzazione del Paese. La notizia ci offre un’occasione per approfondire il senso della riforma giudiziaria.


HK – SILENZIO! PARLA IL GLOBAL TIMES

Il quotidiano nazionalista cinese – ma anche, riconosciamolo, piuttosto critico e originale – si lancia in un editoriale sul recente sgonfiamento del movimento OccupyHK sostenendo che ormai la maggioranza della popolazione hongkonghese vuole uno sviluppo ordinato e non dettato dalla piazza.

Aggiunge però che, se i disordini continuassero (il riferimento è alla recente escalation), Pechino non dovrebbe fare ricorso “tanto facilmente” alla repressione, ma lasciare che sia la normale vita costituzionale della zona amministrativa speciale (il riferimento è alla basic law) a ripristinare l’ordine. Insomma, Pechino difende il “rule of law” contro ciò che è definita “una farsa”.

Intanto, la polizia di HK si prepara a indagare circa 200 persone per le azioni di disobbedienza civile.

BANCHE SOVRANAZIONALI A GUIDA CINESE – IL PUNTO

L’ascesa della Cina è incarnata anche dal suo insistere su due istituzioni finanziarie internazionali in divenire: la New Development Bank, o "banca BRICS" e la Asia Infrastructure Investment Bank (AIIB). Ciò che dà risalto ai due istituti multilaterali è che sono guidati dalle economie emergenti e che hanno fatto progressi in un breve periodo di tempo.

I due elementi portanti di questi istituti sono: 1) sono progettati per finanziare soprattutto le infrastrutture – 2) sono destinati ai Paesi emergenti.

Ma, come osserva Caixin, la più autorevole rivista economica cinese, “il loro successo dipenderà da come saranno governati e come gestiranno i rischi politici e legali di lungo periodo”. In pratica, i partner devono accordarsi su come spartirsi responsabilità, incarichi ed eventuali rischi.

I CINESI E LA GIADA BIRMANA

In una rara ammissione, l’ambasciatore cinese a Myanmar, Yang Houlan, ha confermato che alcuni cinesi stanno violando le leggi birmane, aggiungendo che Pechino sta cercando di reprimerli. “Ci sono alcuni uomini d’affari impegnati in attività illegali che, attratti da guadagni fuori misura, attraversano il confine per estrarre o contrabbandare giada”, ha scritto Yang in una e-mail, aggiungendo che le due nazioni hanno intensificato la cooperazione in materia di controlli alle frontiere e le indagini sul riciclaggio di denaro.

"Ma ci sono alcune parti di questo commercio illecito che, come la droga, non possono essere abbattuti”. La questione giada ci riporta, via NYT, nello stato Kachin della Birmania, teatro di una guerra “della porta accanto”.

RICORDATE LE TERRE RARE?

Nel 2010, al tempo delle prime tensioni con il Giappone sulle isole Diaoyu/Senkaku, Pechino gettò il mondo nel panico bloccando il proprio export di terre rare verso Tokyo. Il fatto è che a livello globale la Cina produce il 97 per cento di questi 17 elementi fondamentali per le più svariate produzioni, dai telefoni cellulari all’industria militare Usa. Una formidabile arma di pressione.

A distanza di quattro anni, i timori sembrano rientrati. Che cosa è successo? Lo spiega Eugene Golz, un esperto Usa che è anche consulente del dipartimento della Difesa.