Pechino ha sottolineato con un documento ufficiale l’impegno a favore dell’autosufficienza alimentare del paese e quindi a favore dei contadini. Se i ricchi penano e vanno all’estero, la campagna anticorruzione del governo sta favorendo i consumi del cinese qualunque. La Cina si aggiudica l’appalto per una diga in Congo. La bolla immobiliare si ferma. Politica pro-contadini
Il governo cinese ha emesso un nuovo documento ufficiale che promuove i diritti dei contadini e ribadisce l’impegno per l’autosufficienza alimentare del Paese e per le riforme fondiarie nelle campagne.
Il documento ha sottolineato che Pechino continuerà a perseguire “l”autosufficienza di base” per quanto riguarda il grano, consentendo d’altra parte un importazione alimentare “appropriata” dall’estero. Ha anche detto che il governo centrale rispetterà “la creatività” degli agricoltori e sosterrà la sperimentazione locale attraverso le riforme. Non sarà però imposto un unico standard e saranno consentite politiche provvisorie.
Il documento appare in linea con le riforme decise al terzo plenum e mira alla ricomposizione del gap città-campagne, favorendo migliori condizioni per le popolazioni rurali e un’agricoltura più moderna e produttiva.
Anticorruzione for the people
Il giro di vite contro la corruzione sta costringendo i ristoranti a sostituire i banchetti sontuosi dei funzionari con le feste per bambini e le compagnie aeree a ridurre i prezzi per i posti in business class. Soffre il mercato del lusso, ma gode il cinese qualunque, che può accedere a consumi fino a ieri proibiti.
Sembrerebbe essere questo il maggiore risultato ottenuto finora dal grande giro di vite lanciato dalla leadership cinese, del tutto in linea con l’intento di creare un popolo di “moderati consumatori” (cioè un enorme ceto medio) e ridurre le diseguaglianze sociali.
Quando il presidente Xi Jinping ha lanciato la la campagna, oltre un anno fa, la gente non si aspettava un grande impatto. Iniziative simili erano già state iniziate dal suo predecessore, Hu Jintao, e non avevano mai funzionato di fronte alla corruzione ramificata e diffusa. Ma Xi sembra più determinato: nei primi nove mesi del 2013, più di 108.000 funzionari erano stati puniti per corruzione, secondo l’agenzia di Stato Xinhua.
La fuga del miliardario
Un nuovo rapporto rivela che il 64 per cento dei milionari cinesi è emigrato o ha intenzione di emigrare, portandosi via le proprie ricchezze. Gli Stati Uniti sono la destinazione preferita.
Il rapporto di Hurun, una società di ricerche specializzata nello studio della ricchezza in Cina, ha detto che un terzo dei super ricchi, quelli con un patrimonio di 16 milioni dollari o più, sono già emigrati all’estero.
Partnership Usa-Cina per diga in Congo
Il governo Usa sta valutando la possibilità di costituire una partnership con le imprese statali cinesi nel finanziamento da 12 miliardi di dollari della diga Inga 3, nella Repubblica democratica del Congo, una dei più costosi e controversi progetti del mondo .
Un consorzio cinese che comprende Sinohydro e la China Three Gorges Corp, entrambe imprese statali (Soe) si sarebbe candidato al progetto, secondo quanto riportano i media.
Se il consorzio cinese si aggiudica il contratto, si tratterà del più grande appalto per una diga all’estero mai vinto da ditte cinesi.
Bolla immobiliare: cresce meno
I prezzi delle case hanno continuato a salire nel mese di dicembre, anche se il ritmo è rallentato, suggerendo che le misure attuate dal governo per raffreddare la bolla stanno iniziando a funzionare.
Messi sotto pressione per tenere a freno un mercato immobiliare rovente, molti governi locali hanno introdotto misure mirate, tra cui l’innalzamento d’ufficio della caparra minima per acquistare seconde case e la promessa di fornire più terreni per la costruzione di immobili residenziali. Cosa, quest’ultima, che se aumentando l’offerta di immobili ne abbassa il prezzo, d’altra parte accentua la cementificazione del territorio.
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