Oggi in Cina – Guai per le imprese straniere

In by Gabriele Battaglia

Con la crescita rallentata e costi maggiorati della forza lavoro, è sempre più difficile trovare manodopera qualificata per competere sul mercato globale. Le parole di Xu Zhiyong al processo per disturbo all’ordine pubblico. La disputa tra Shenzhen e Hong Kong su una discarica. Alcune delle maggiori imprese cinese quotate a Wall Street potrebbero essere tolti dal listino della piazza di New York Cina-imprese straniere: rapporto sempre più difficile

Crescita rallentata, più costi (soprattutto del lavoro), difficoltà a trovare la manodopera qualificata necessaria alla competizione globale e poi i soliti “problemi culturali”.

Pur restando il maggior mercato emergente, la Cina diventa un territorio sempre più accidentato per le imprese occidentali che vogliono fare business oltre Muraglia. Lo afferma uno studio dell’Economist, mentre una ricerca dell’università di Pechino lascia intendere che, con le manifatture, negli ultimi 30 anni l’Occidente ha esportato in Cina anche la propria azione inquinante.

Le parole di Xu Zhiyong

Pubblicato da un sito dissidente basato negli Usa, è online il testo letto in aula da Xu Zhiyong, l’avvocato condannato da una corte di Pechino per “disturbo dell’ordine pubblico”.

Xu è stato interrotto dal giudice dopo dieci minuti di lettura perché il testo non era “rilevante con il dibattimento”. Nelle sue dichiarazioni, Xu nega di volere attentare all’ordine costituito ma al tempo stesso promuove una forma di democrazia rappresentativa per la Cina, unica soluzione contro diseguaglianza, arbitrio e disgregazione della coscienza civile: “Libertà, giustizia e amore” sono le tre parole chiare più volte ripetute.

Hong Kong -Shenzhen: conflitto sui rifiuti 

Più di 50 altri legislatori di Shenzhen hanno firmato una petizione contro l’ampliamento di una discarica di Hong Kong i cui fumi tossici già in passato hanno preso direzione nord, superando il confine e intossicando Shenzhen, appunto. È un altro capitolo della difficile convivenza nell’ambito del modello “un Paese, due sistemi”.

Cinesi fuori da Wall Street?

Alcune delle maggiori imprese cinesi quotate a Wall Street potrebbero essere tolte dal listino. È questo l’esito – ancora del tutto ipotetico – della sospensione decretata ieri dalla Securities and Exchange Commission Usa nei confronti delle filiali cinesi delle maggiori agenzie di revisione contabile (le “Big Four”: KPMG, Deloitte & Touche, PricewaterhouseCoopers e Ernst and Young).

In pratica, non sarebbero state in grado di fornire dati accurati sulle compagnie cinesi quotate negli Usa che sono sotto inchiesta per presunte falsificazioni contabili.