Oggi in Asia – Condanna a morte per blasfemia

In by Simone

Un cittadino britannico è stato condannato a morte per blasfemia in Pakistan, per essersi spacciato come profeta. L’Onu chiede al governo birmano di indagare sull’ultimo massacro di rohingya. La Corte costituzionale thailandese decreta che le elezioni del 2 febbraio potranno essere posticipate. PAKISTAN – Britannico condannato a morte per blasfemia

Muhammad Asghar, cittadino britannico, è stato condannato a morte per blasfemia da tribunale di Rawalpindi, in Pakistan. Nel 2010 il sessantacinquenne, che secondo i legali soffre di problemi mentali, inviò lettere nelle quali si presentava come un profeta.

Il suo avvocato, Saba Eitizaz, ha denunciato alla Bbc di essere stata allontanata dai giudici mentre il processo proseguiva a porte chiuse.

Il reato di blasfemia è uno dei più controversi dell’ordinamento pakistano. Nel 2012 una ragazzina cristiana fu ingiustamente accusata di aver bruciato alcune pagine del Corano e detenuta per diverse settimane, prima che emergesse la verità sulle accuse inventate ed essere successivamente accolta in Canada assieme alla famiglia.

MYANMAR – L’Onu chiede inchiesta sul massacro dei rohingya

l popolo più perseguitato al mondo ancora sotto attacco. E’ di almeno 48 morti il bilancio degli scontri nello stato birmano di Rakhine, iniziati lo scorso 9 gennio  con l’assalto alla comunità musulmana nel villaggio di Du Char Yar Tan. Le Nazioni Unite hanno chiesto l’apertura di un’inchiesta. Ma il governo centrale nega, parlando di errori nel computo delle vittime.

La questione della convivenza tra la maggioranza buddhista e la minoranza musulmana, discriminata e presa di mira è uno dei nodi irrisolti del processo di apertura e riforma del Myanmar, che rischia di avere ripercussioni anche all’estero.

Nei giorni scorsi in Indonesia la mente di un tentativo d‘attentato all’ambasciata birmana di Giacarta è stato condannato a sette anni e mezzo di carcere.

Dal 2012, nello stato di Rakhine sono stati oltre 200 i morti provocati dalle violenze contro la comunità musulmana in diverse serie di attacchi.

THAILANDIA – Per la Corte costituzionale le elezioni potranno essere posticipate

La Corte Costituzionale thailandese ha emesso una sentenza secondo la quale le elezioni programmate per il 2 febbraio potranno essere spostate legalmente. La nuova data dovrà essere però stabilita in accordo tra primo ministro e commissione per le elezioni.

Proprio qui starebbe il problema. Da una parte la commissione per le elezioni sottolinea da giorni la necessità di posticipare le elezioni a causa degli attuali disordini politici. Con la commissione elettorale è schiarato anche il partito democratico all’opposizione.

Dall’altra il premier uscente Yingluck Shinawatra, in cerca di riconferma, intende proseguire sulla strada indicata in precedenza mantenendo immutata la data delle elezioni.

La decisione arriva a pochi giorni dall’imposizione dello stato di emergenza nella capitale a causa dei recenti disordini.

[Foto credit: oclj.org]