Benigno Aquino ha suscitato scalpore equiparando la Cina di oggi alla Germania del 1938. Oggi la risposta cinese: "Aquino è un dilettante e ignorante". La nuova frontiera dello spionaggio industriale cinese è l’agricoltura ogm. Calo di profitti per i casinò di Macao. Le oscillazioni degli affitti a Pechino. Aquino "dilettante e ignorante" e le analogie storiche
Offensiva mediatica di Pechino contro il presidente filippino Benigno Aquino, che a proposito delle contese territoriali nel mar Cinese Meridionale aveva paragonato la Cina alla Germania nazista e il proprio Paese alla Cecoslovacchia del 1938.
Un commento dell’agenzia Nuova Cina definisce insensate le parole del leader di Manila, che avrebbe “rivelato la propria natura di politico dilettante, del tutto all’oscuro sia della storia sia della realtà”. “Il presidente filippino Benigno S. Aquino III, che ha adottato un approccio provocatorio … non è mai stato un ottimo candidato per il titolo di statista saggio della regione”, scrive Xinhua con vaga ironia.
Poco tempo fa, il primo ministro giapponese Shinzo Abe aveva paragonato le attuali relazioni nippo-cinesi a quelle tra Gran Bretagna e Germania alla vigilia della prima guerra mondiale e nel 2014, centenario della Grande Guerra, le analogie storiche ormai si sprecano. Ma ci azzeccano?
Alcuni storici ironizzano sul fatto che l’unica similitudine sembra essere l’assoluta impreparazione di tutti gli attori in gioco di fronte a un eventuale conflitto, mentre qualcuno mette in dubbio l’efficienza dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese. Il motivo? È composto al 70 per cento da figli unici.
Spionaggio ogm
L’arresto negli Usa del commerciante di semi Mo Hailong e l’incriminazione di altri cittadini cinesi rivela la nuova frontiera dello spionaggio industriale cinese: l’agricoltura.
In passato si “piratavano” soprattutto tecnologia militare, aeronautica, tecniche finanziarie e così via, ma ora il trend emergente riguarda soprattutto le sementi Ogm, che possono permettere enormi profitti perché consentono a chi se ne impossessa di fare in un colpo solo balzi avanti anche di cinque anni nella ricerca, con ovvie conseguenze sul piano della concorrenza.
Sullo sfondo, la necessità di rendersi indipendenti dal punto di vista alimentare o, quanto meno, di non dipendere troppo dai rifornimenti altrui.
Macao si ferma?
A gennaio, il business dei casinò di Macao – già definita “la nuova Las Vegas” – ha visto un calo dei profitti. All’origine, dicono esperti e operatori, il boom “eccessivo” dell’anno scorso (che fa apparire poca cosa le revenues più recenti) e il fatto che quest’anno il Capodanno Lunare cinese – quando l’attività rallenta – sia arrivato troppo presto.
Probabilmente una semplice crisi di crescita, dunque, ma c’è chi punta il dito su problemi più strutturali, come infrastrutture insufficienti per il definitivo lancio dell’ex colonia portoghese.
E intanto, si scopre che la realtà forse più interessante di Macao è il Kam Pek, il casino low-cost che intercetta un pubblico dalla disponibilità economica medio-bassa.
Nella “Ryanair del gambling” puoi giocare cifre bassissime, i drink te li paghi da solo, al massimo ti offrono un po’ di pesce fritto. E, dicono gli esperti, funziona proprio perché si rivolge a una nicchia di mercato che gli altri trascurano.
Il rimbalzo degli affitti
La stagionalità dei prezzi degli affitti, nelle grandi città cinesi, è incredibile. Prima del capodanno lunare, a Pechino i prezzi si abbassano, perché molta gente è in procinto di lasciare la città. Dieci giorni dopo, quando c’è il grande controesodo, i prezzi si alzano di nuovo.
Quella degli affitti, al di là dei prezzi immobiliari, è un’ulteriore variabile impazzita della bolla immobiliare cinese. Certo, la tendenza generale rivela aumenti notevoli (+12 per cento nel 2013) e i prezzi sono spesso rinegoziati dopo un solo anno di contratto, ma a sapersi muovere bene si possono anche fare buoni affari. Per esempio, è meglio affittare d’inverno piuttosto che d’estate.
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