Centinaia di documenti da presentare nell’arco di una vita sono troppi: la soluzione informatizzazione della pubblica amministrazione. La Cina prova a mettere in imbarazzo il Giappone di fronte alla Germania. Il lavoro di personal shopper è sempre più richiesto. Manifestazioni per la libertà di stampa a Hong Kong.Burocrazia infinita
Sono 103 i documenti che un cinese deve presentare durante il corso della sua vita. Da ciò derivano lungaggini burocratiche e infinite perdite di tempo.
Così Cao Zhiwei ha presentato al governo della megalopoli di Guangzhou un diagramma lungo alcuni metri per esemplificare le difficoltà che ognuno del miliardo e trecento milioni di cinesi si trova ad affrontare nell’arco della propria vita.
Suggerendo ai funzionari locali una soluzione: l’informatizzazione della pubblica amministrazione.
Quei nazisti dei giapponesi
La seconda guerra mondiale sarà un argomento su cui il presidente Xi Jinping tornerà più volte durante la visita in Germania che compierà il prossimo mese.
Lo hanno rivelato a Reuters fonti che preferiscono rimanere anonime spiegando che sarà la strategia diplomatica cinese per mettere in imbarazzo il Giappone. Per il momento non si sa molto più di questo.
Personal shopper online
I personal shopper in terra cinese si chiamano daigou e comprano soprattutto online. Sono questi i risultati dell’indagine di mercato del China e-Commerce Research Centre.
Questa figura professionale è cresciuta di 19 volte dal 2009 a oggi e nel 2013 ha generato affari pari a 74 miliardi di rmb [quasi 9 miliardi di euro]. E il 60 per cento compra prodotti di lusso, assicurandosi per i loro clienti qualità e moda.
Hong Kong manifesta per la libertà di stampa
Hong Kong vede la sua libertà di espressione sempre più limitata, man mano che il 2017 si avvicina. Così l’associazione dei giornalisti ha organizzato una manifestazione che ha visto la partecipazione di seimila cittadini (1600 secondo la questura).
“Sono preoccupato che mia figlia crederà che l’incidente del 4 giugno è stata solo una rivolta” ha dichiarato un fotogrado del quotidiano Ming Pao al South China Morning Post. “Se non raccontiamo loro la verità, un domani non ci sarà più nulla che potremmo dire”.