Oggi in Asia – Marò, escluso il Sua act

In by Gabriele Battaglia

I due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre non saranno giudicati secondo la legge anti pirateria, il Sua act, ma il giudice rinvia l’udienza di altre due settimane. In Thailandia la crisi si fa sempre più profonda, ma il capo dell’esercito ha ufficialmente assicurato che l’esercito non interverrà con la forza. La questione dei richiedenti asilo cambogiani in Australia. INDIA – Niente legge anti pirateria nel caso Enrica Lexie

Nell’udienza di oggi il procuratore Vahanvati ha ufficializzato l’esclusione del Sua act, la legge anti pirateria indiana, tra le opzioni legali a disposizione della National Investigation Agency (Nia), la polizia federale che sta indagando sui fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Vahanvati ha però chiesto al pool di giudici della Corte suprema di lasciare comunque il caso nelle mani della Nia, che si impegnerà a formulare i capi d’accusa ricorrendo alle leggi del Codice di procedura penale indiano.

La difesa dei marò, guidata dall’avvocato Rohatgi, ha avanzato un’obiezione, sostenendo che senza il Sua act la Nia, stando allo statuto fondativo della stessa polizia federale, non potrebbe occuparsi del caso. Il giudice ha rinviato l’udienza, necessitando di due settimane per esaminare le posizioni dell’accusa e della difesa.  

THAILANDIA – Violenza "fuori controllo", ma l’esercito non interverrà

Il capo dell’esercito thailandese, Prayuth Chan-ocha ha dichiarato oggi che l’esercito non interverrà con la forza per risolvere la crisi politica e l’escalation di violenza che da mesi bloccano la capitale Bangkok. Anzi, ha spiegato il generale, le truppe verranno mobilitate al solo scopo di proteggere l’incolumità dei cittadini.

Intanto il bilancio delle vittime degli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti anti-governativi continua a salire. Domenica scorsa, una donna e un bambino di 4 anni sono rimasti uccisi in seguito all’esplosione di una granata nei pressi di un sito occupato dai manifestanti. Nell’esplosione altre venti persone sono rimaste ferite.
Poco prima un’altra bambina di 5 anni era rimasta vittima di un attacco armato ai danni di un corteo anti-governativo nella provincia orientale di Trat. Sulla crisi thailandese si è espresso anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, che ha invocato la fine immediata delle violenze ormai fuori controllo.

Mentre la situazione a Bangkok si fa di ora in ora sempre più tesa, è giunta la notizia che la prima ministra Yingluck Shinawatra, di cui da mesi i manifestanti chiedono le dimissioni, avrebbe lasciato la capitale e convocato un consiglio dei ministri per domani fuori Bangkok.

CAMBOGIA – Canberra delocalizza i richiedenti asilo a Phnom Penh

Da Paese da cui si partiva a Paese che accoglie i richiedenti asilo. La Cambogia alle prese con lo stallo politico seguito alle contestate elezioni di luglio e teatro di proteste per salari più alti, potrebbe essere la nuova tappa della controversa politica australiana di delocalizzazione dell’accoglienza. La richiesta è arrivata dalla ministra degli Esteri australiana, Julie Bishop, a colloquio con il premier cambogiano Hun Sen. “Teniamo in considerazione la proposta”, ha spiegato il leader cambogiano, ricordando come in passato, tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, la Cambogia fu un Paese da cui si scappava in fuga da fame e guerra.

L’esecutivo liberale di Tony Abbott è arrivato al governo con l’impegno di fermare le imbarcazioni di migranti -soprattutto afgani, cingalesi, iracheni- che fanno rotta verso l’Australia. Pertanto ha mantenuto la politica reintrodotta dal precedente esecutivo laburista di trasferire i richiedenti asilo sull’isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, o a Nauru, dove i migranti sono rinchiusi in centri di detenzione e dove sono gestite le pratiche.
Una politica che ha portato a scontri con la vicina Indonesia, per gli sconfinamenti nelle acque territoriali di Giacarta, nelle operazioni per intercettare i barconi. Critici i verdi, che si oppongo alla politica di delocalizzazione contro cui si sono espressi anche Nazioni Unite e gruppi per la tutela dei diritti umani.

[Foto credits: newindianexpress.com]