Oggi in Cina – Arte corrotta

In by Gabriele Battaglia

In un articolo del Quotidiano del Popolo, viene ipotizzato che la campagna anticorruzione lanciata da Xi Jinping potrebbe estendersi al mondo dell’arte. Il sistema fiscale cinese sarebbe la madre di tutti i problemi dell’economia nazionale. Valori occidentali contro valori cinesi. Li Ka-shing, l’uomo più ricco d’Asia inizia a vendere pezzi del suo patrimonio. Prezzi delle case a Hong Kong sempre più impossibili. ARTE CORROTTA

Un articolo del Quotidiano del Popolo lascia intuire che a breve la campagna anticorruzione potrebbe estendersi al mondo dell’arte. L’articolo critica gli artisti che si collocano come “mezzani” tra i ricchi cinesi.

In pratica, le loro opere d’arte verrebbero scambiate a prezzi fuori mercato, diventando quindi veicolo di mazzette. Il mondo dell’arte è già stato preso di mira lo scorso autunno, per altri motivi, dal presidente Xi Jinping, che si espresse contro gli artisti schiavi del mercato e li invitò ad attenersi ai “valori socialisti”. Il rischio è che all’opera di “pulizia” si accompagni un sempre maggiore controllo della produzione artistica.

RIFORMA SISTEMA FISCALE

Per diversi economisti, il sistema fiscale cinese è all’origine di tutte le storture dell’economia, quelle che Pechino cerca ora di riformare. In pratica, corruzione e speculazione immobiliare nascerebbero dallo scarso gettito fiscale che i governi locali possono incamerare, in confronto al governo centrale. Ora, un nuovo modello nei trasferimenti fiscali dal centro alla periferia dovrebbe frenare gli abusi e migliorare la trasparenza, dicono gli analisti.

In base a nuove linee guida del Consiglio di Stato, oltre il 60 per cento dei trasferimenti fiscali da parte del governo centrale andrà quindi alla voce "trasferimenti generali", considerati più trasparenti dei precedenti "trasferimenti designati".

VALORI OCCIDENTALI E VALORI CINESI

Ma se fossero stati vietati i “valori occidentali”, come ci sarebbe arrivato il marxismo in Cina? È questa la prima domanda che un coraggioso professore della facoltà di legge dell’università di Pechino pone al ministro della Pubblica Istruzione, Yuan Guiren, che il 30 gennaio si era scagliato contro i testi scolastici che iniettano “valori occidentali” nell’università cinese.

Shen Kui, il professore, pone in una lettera aperta pubblicata su WeChat tre domande: oltre alla prima, chiede anche che differenza ci sia tra la campagna anticorruzione ufficiale e il monito del ministro a “non parlare male del Partito”; e se il divieto alla libera circolazione delle idee voluto da Yuan non sia in contraddizione con la costituzione cinese, che lui stesso dichiara di voler difendere.

LI VENDE

Li Ka-shing, multimiliardario di Hong Kong e uomo più ricco d’Asia sta vendendo parte dei suoi asset nel porto dell’ex colonia britannica a imprese cinesi, per reinvestire poi i capitali in Europa e Canada, dove da tempo sta concentrando le proprie attenzioni.

La mossa sembrerebbe avvalorare i sospetti che Li stia abbandonando HK e che la longa manus cinese stia sempre più impossessandosi dell’economia cittadina. Il che aumenta la sensazione di incertezza che domina da tempo nella capitale finanziaria d’Oriente.

HONG KONG IMPOSSIBILE

Nel 2014, i prezzi delle case di Hong Kong hanno battuto tutti i record, in crescita del 13,26 per cento anno su anno. E la cosa peggiore è che aumentano soprattutto i piccoli appartamenti, con un +15 per cento nel giro di un anno.

Non è quindi forse casuale che il grande movimento di Occupy sia nato proprio in concomitanza con questo scandaloso aumento dei costi, che rende la vita impossibile agli hongkonghini qualunque e alle nuove generazioni. 

[Foto credit: nytimes.com]