Oggi in Cina – A ‘difesa’ delle isole contese

In by Gabriele Battaglia

La Cina dichiara la creazione di una Zona di identificazione per la Difesa Aerea del Mar Cinese Orientale (Adiz) intorno alle isole Senkaku/Diaoyu. Non si sono fatte attendere le reazioni di Tokyo e Washington. Nuovi dettagli sull’esplosione della scorsa settimana in uno stabilimento Sinopec a Qingdao. Intanto appare una rivendicazione del recente attacco in piazza Tian’anmen: sarebbe opera del Partito Islamico del Turkestan. Difesa dell’area contesa

Pechino ha annunciato sabato la creazione e l’immediata entrata in vigore di una Zona di Identificazione per la Difesa Aerea del Mar Cinese Orientale (Air Defense Identification Zone – Adiz), che copre una vasta area e comprende le isole Diaoyu/Senkaku, al centro di un lungo contenzioso con il Giappone, così come parte dello spazio aereo compreso nella corrispondente Adiz della Corea del Sud.

Immediate le reazioni di Giappone e Stato Uniti. “È stata un’azione unilaterale e non può essere consentita – ha detto il ministro degli Esteri giapponese Kishida – potrebbe anche scatenare eventi imprevedibili”. Da parte sua, il segretario alla Difesa Usa Chuck Hagel ha comunicato che il suo governo americano considera la mossa cinese “un tentativo destabilizzante di alterare lo status quo nella regione”.
Ha anche ribadito che gli Stati Uniti ribadiscono il proprio rispetto degli obblighi del trattato di sicurezza con il Giappone, in caso quest’ultimo fosse attaccato.

“I commenti irresponsabili di parte giapponese sono totalmente sbagliati”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Qin Gang, aggiungendo che il ministero ha già espresso le proprie osservazioni all’ambasciatore americano a Pechino (dimissionario), Gary Locke: “Gli Stati Uniti non dovrebbe prendere posizione sulla questione della sovranità sulle isole Diaoyu”, ha detto Qin .

Il colonnello Yang Yujun, portavoce del Ministero della Difesa Nazionale, ha intanto accusato il Giappone di usare la propria Adiz per molestare gli aerei militari cinesi: “Ostacola seriamente la libertà di volo e potrebbe facilmente innescare un incidente inaspettato”, ha detto.
Giappone e Stati Uniti hanno già disegnato da tempo proprie Adiz.
Nella stessa giornata di sabato, aerei cinesi hanno effettuato il primo pattugliamento dell’aerea dopo l’istituzione della nuova zona, secondo quanto riporta l’agenzia ufficiale Xinhua.

“Il pattugliamento è in linea con le pratiche internazionali e i normali voli internazionali non ne saranno interessati”, ha detto Shen Jinke , portavoce dell’aviazione, aggiungendo che l’esercito cinese sta preparandosi per affrontare eventuali minacce aeree che violino lo spazio aereo del Paese.
È sicuramente in corso un’escalation, confermata da recenti piccoli incidenti verificatisi tra motovedette giapponesi e pescherecci cinesi, Tokyo e Washington sembrano per ora intenzionati a valutare se Pechino faccia sul serio o se invece la creazione dell’Adiz sia da leggersi come mossa finalizzata a corroborare il nazionalismo interno.

Esplosione di Qingdao: 52 morti

Il bilancio delle vittime delle esplosioni verificatesi venerdì scorso nella raffineria Sinopec di Qingdao, nello Shandong, è salito a 52 morti, dopo che altri quattro corpi sono stati trovati domenica. Ci sono ancora 11 dispersi mentre i feriti sono 136, in quello che è già il più grave incidente industriale della recente storia cinese. Molte delle vittime erano lavoratori che cercavano di riparare i condotti da cui era fuoriuscito il petrolio, che ha inquinato le acque di fronte a Qingdao. Sono in corso operazione per limitarne l’impatto ambientale.

Immagini del disastro circolano in Rete e sui principali media, mentre la grande impresa petrolifera di Stato ha chiesto formalmente scusa e ha comunicato che sta collaborando al cento per cento con l’inchiesta lanciata dalle autorità.
Il presidente Xi Jinping ha visitato domenica i feriti e ha detto che bisogna aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro “senza abbassare la guardia”, aggiungendo che l’incidente deve servire da ammonimento per tutte le industrie cinesi.

Dopo il recente lancio delle riforme che cercano di limitare il ruolo delle grandi imprese di Stato a vantaggio del settore privato, le parole di Xi possono anche essere l’anticipazione di ulteriori giri di vite all’interno delle Soe, in particolare quelle del settore energetico, dove si annidano forti interessi costituiti.

Attacco in Tian’anmen: rivendicazione islamica

Un fantomatico Partito Islamico del Turkestan (Tip) ha rivendicato il mortale incidente d’auto avvenuto a Pechino, in piazza Tian’anmen , il 28 ottobre, definendolo una “operazione jihadista” di guerrieri santi. SITE, un sito che monitora il variegato mondo del fondamentalismo islamico, ha dichiarato che la rivendicazione è avvenuta attraverso un audio pervenuto in suo possesso.

Secondo diversi analisti, tuttavia, il Tip non sarebbe che una creazione/invenzione del governo cinese finalizzata a giustificare la repressione degli uiguri, la minoranza etnica dello Xinjiang, di religione islamica, al centro di una difficile convivenza con Pechino e con l’immigrazione di cinesi han – l’etnia maggioritaria – nella propria terra d’origine.
SITE sostiene che il Tip avrebbe diffuso le parole del suo leader, Abdullah Mansour, che in uiguro comunica che queste operazioni da parte di mujaheddin, guerrieri santi, non sono che l’inizio di una serie di attacchi contro le autorità cinesi.

In un messaggio di otto minuti, Mansour aggiunge che i combattenti uiguri dovrebbero puntare anche all’obiettivo della Grande Sala del Popolo, sede del parlamento cinese e luogo in cui il Partito Comunista svolge le proprie attività legislative e cerimoniali.
“O miscredenti cinesi – dice il presunto leader islamico – sappiate che avete ingannato Turkestan Orientale [nome dello Xinjiang secondi gli indipendentisti, ndr] per gli ultimi 60 anni, ma ora è avvenuto il risveglio. La gente ha imparato chi è il vero nemico ed è tornata alla propria religione. Hanno imparato la lezione.”

[Foto credits: Nhk]