Sette musulmani sono stati condannati per l’omicidio di un monaco buddhista, ma le violenze contro la minoranza di fede islamica restano ancora impunite. La Corea del Nord libera i 16 pescatori cinesi sequestrati all’inizio di maggio e Aquino si impegna a modernizzare la Marina filippina.
MYANMAR – Condannati sette musulmani
Sette musulmani sono stati condannati a pene che vanno da due anni di carcere all’ergastolo per l’omicidio di un monaco buddhista a Meikhtila, nel Myanmar centrale, e per il ruolo nelle violenze che hanno scosso la regione. Tra i condannati anche un minore.
Secondo le ricostruzioni, il monaco fu buttato giù da una moto e picchiato a morte. L’omicidio, scrive Democratic Voice of Burma è considerato la scintilla che diede inizio alle violenze settarie dello scorso marzo e che ebbero come bersaglio principale i musulmani. Gli scontri iniziarono dopo un banale litigio per la compravendita di una spilla d’oro in un negozio di Meikhtila.
Il bilancio delle violenze fu di almeno 43 morti che si andarono ad aggiungere ai quasi 200 vittime dell’ondata di scontri che tra la scorsa estate e lo scorso autunno nello Stato nordoccidentale di Rakhine ebbero come bersaglio la minoranza rohingya, di origine bangladeshia e religione islamica, discriminati perché ritenuti immigrati illegali.
Come ricorda la Bbc a oggi nessun buddhista è stato condannato per le violenze, sebbene sia stato documentato il ruolo di un gruppo di monaci nel fomentare l’odio contro il musulmani e almeno in 40 siano agli arresti.
COREA DEL NORD – Liberi i pescatori cinesi
Sono stati liberati i 16 membri dell’equipaggio del peschereccio cinese sequestrato da nordcoreani lo scorso 5 maggio. I negoziati per il rilascio erano iniziati il 10. I sequestratori chiedevano un riscatto di 600mila yuan, circa 70mila euro, che non sarebbe stato pagato. Non è neppure chiaro se i rapitori siano legati al regime dei Kim o abbiano agito da soli.
Il sequestro è avvenuto fuori dalle acque territoriali di entrambi i Paesi, ma nella Zona economica esclusiva, che tuttavia non è delineata chiaramente. La vicenda rischia di complicare ulteriormente i rapporti tra i due Paesi. La Cina è considerata il principale alleato del regime dei Kim, ma nella dirigenza di Pechino inizia a farsi strada la fazione che chiede di ripensare il sostegno allo scomodo vicino.
Il tabloid Global Times ha esortato il governo a mantenere i rapporti con la Corea del Nord ma con un atteggiamento più deciso. Anche perché, continua il commento dello spin off del Quotidiano del popolo, la Cina non può mostrarsi debole nelle dispute marittime, che la oppongono anche ad altri Paesi, su tutti Filippine, Vietnam e Giappone. E perché l’amicizia sino-nordcoreana conta di più per Pyongyang che per Pechino.
FILIPPINE – Aquino promette di modernizzare la Marina
Il presidente filippino, Benigno Aquino, ha annunciato investimenti per 1,8 miliardi di dollari per aggiornare i sistemi militari dell’arcipelago e proteggersi dai “bulli” nelle dispute territoriali. Un chiaro riferimento alle tensioni con la Cina.
Parole pronunciate nel 115esimo anniversario della Marina. Il presidente ha svelato i programmi per modernizzare la propria marina che, ricorda il singaporiano Straits Times, è una delle più deboli del Sudest Asiatico.
[Foto credit: irrawaddy.org]