“Suicidati” di lavoro

In by Gabriele Battaglia

Altri tre operai della Foxconn morti suicidi. Di certo, non è un evento inedito. Dopo aver ricevuto numerose pressioni, anche internazionali, la Foxconn si è impegnata a garantire ai suoi addetti condizioni di lavoro più accettabili. Eppure, ancora oggi il binomio Foxconn-suicidio sembra sempre più indivisibile. Tre nuovi suicidi nelle scorse settimane nelle fabbriche Foxconn, a Zhengzhou, Cina centrale. Si tratta di un evento che non costituisce una novità, dato che nel 2010 erano stati almeno dodici i suicidi accertati di dipendenti dell’azienda taiwanese, che in Cina impiega circa un milione e 100 mila persone.

Si tratta di un binomio, suicidio-Foxconn, che aveva messo di fronte all’attenzione del mondo i metodi organizzativi e di lavoro dell’azienda, specializzata nella produzione elettronica dei noti Iphone e Ipad, tra gli altri.

L’azienda di Taiwan, da quel momento è stata al centro di un’attenzione speciale da parte dei media e delle autorità cinesi, che ha finito per portare la stessa Apple a chiedere un’ispezione all’interno delle fabbriche della Foxconn: oltre ai suicidi infatti nelle fabbriche cinesi dell’azienda si erano registrate denunce di lavoro minorile, proteste dei lavoratori per migliori condizioni di sicurezza, di vita e di salario. Nel corso degli anni le rivolte e l’attenzione mediatica mondiale hanno portato i lavoratori della Foxconn ad aumenti salariali.

La notizia dei suicidi nel consueto silenzio stampa dell’azienda taiwanese è stato dato dalla ong di New York China Labor Watch, già protagonista di numerose denunce contro i fornitori Apple in Cina.

Il 24 aprile scorso a suicidarsi sarebbe stato un giovane di 24 anni, impiegato dalla fabbrica solo da due giorni: si è buttato giù dalla finestra del dormitorio (quartieri abitativi nei quali vivono i lavoratori dell’azienda; si tratta di un classico in Cina, una modalità utilizzata da molte aziende, non solo dalla Foxconn).

Il 27 aprile sarebbe stata la volta di una donna di 23 anni; anche lei si sarebbe gettata da uno stabilimento dell’azienda. Infine, il terzo suicidio il 14 maggio: identiche le modalità. La vittima, 30 anni, era stata assunta da appena due settimane.

“Le ragioni dei suicidi",
scrivono gli attivisti del China Labor Watch, "non sono chiare, ma potrebbero essere in relazione alla nuova modalità del “silenzio” imposta a Zhengzhou, pratica attraverso la quale i lavoratori sono minacciati di licenziamento nel caso parlino durante i turni di lavoro”.

Si tratta di supposizioni non confermate, ma che rendono l’idea del clima militare che molti lavoratori, nel corso della storia della Foxconn, hanno denunciato.

L’azienda negli ultimi mesi si era inoltre distinta per due iniziative peculiari: forse proprio per evitare le problematiche della forza lavoro ed evitare le sempre più numerose proteste dei suoi dipendenti, aveva annunciato, ormai oltre un anno fa, una massiccia robotizzazione all’interno delle proprie fabbriche. Infine, solo qualche mese fa, attraverso fonti non confermate, aveva fatto scrivere al Financial Times, di imminenti elezioni libere per sindacati interni alle proprie aziende.

Trattandosi di Cina, infine, è opportuna una considerazione: la Foxconn è finita spesso davanti ai riflettori anche perché è un’azienda straniera, di Taiwan. Rispetto agli stranieri, lo stesso governo cinese tiene spesso un atteggiamento molto severo, sottolineando la necessità di garantire sicurezza, salario adeguato e non impiegare lavoro minorile. Lo stesso atteggiamento non viene spesso tenuto nei confronti di molte altre aziende cinesi.

Non sono infatti pochi quegli studiosi, ricercatori o lavoratori che in Cina sottolineano come ormai gli standard della Foxconn – specie in confronto alle fabbriche cinesi, più difficili da raggiungere per indagini e denunce e a seguito di tutti gli scandali – siano ormai da considerarsi piuttosto alti per il mondo della produzione cinese, considerato da trent’anni a questa parte un buco nero dei diritti dei lavoratori, non solo dai taiwanesi della Foxconn.

[Scritto per il Manifesto; foto credits: clickrally.com]