In Vietnam un uomo di trent’anni finisce agli arresti domiciliari per un commento su Facebook contro la detenzione del fratello. Il parlamento birmano prepara una revisione del budget dell’esercito a protezione dei principali giacimenti di risorse naturali. In Giappone si discute dello scorporamento di Tepco. VIETNAM – Domiciliari per un attivista online
Un attivista vietnamita è stato condannato a 15 mesi di arresti domiciliari – ufficialmente sospensione condizionale del carcere – per avere abusato delle libertà democratiche attraverso il suo profilo Facebook.
Dinh Nhat Uy, trent’anni, è stato condannato alla fine di un processo durato un solo giorno nella provincia meridionale di Long An. Secondo la sentenza, il giovane che protestava contro la carcerazione del fratello, Dinh Nguyen Kha, reo di attività di propaganda contro il governo. Quest’ultimo, di professione tecnico informatico, è stato condannato a quattro anni di reclusione a giugno scorso.
Secondo quanto riporta l’Agenzia France Presse da Hanoi, è la prima volta che un attivista vietnamita finisce a processo soltanto per avere rilasciato commenti sulla Rete. Il governo del Paese sta infatti portando avanti una campagna di repressione su quanti vengono individuati come dissidenti.
Finora secondo i dati diffusi da Human Rights Watch sono 61 gli attivisti e dissidenti detenuti per propaganda anti-governativa.
MYANMAR – Il Parlamento rivedrà le spese per l’esercito
Il parlamento birmano potrebbe rivedere le spese del governo per finanziare l’uso dell’esercito a protezione dei progetti minerari statali. Una situazione che risale al periodo della giunta militare.
Milioni di kyat del bilancio del ministero delle Miniere sono spesi ogni anni per i battaglioni schierati a difesa delle risorse naturali gestite da sei ministeri, ha sottolineato il segretario del comitato per le miniere della Camera alta citato da Democratic Voice of Burma. In teoria, ha aggiunto, le spese dovrebbero essere sostenute dalla Difesa.
La militarizzazione delle risorse naturali è legata ai combattimenti contro i ribelli delle minoranze etniche, in particolare nel stato di Kachin, ricco di materie prime. Secondo Burma News International, proprio gli investimenti per lo sfruttamento delle materie prime nelle aree abitate dalle minoranze etniche rischiano di essere un ostacolo al processo di pace.
Il governo del presidente Thein Sein si è impegnato a garantire una maggiore trasparenza nel settore minerario. Non è però chiaro quanto potrà influire sulle forze armate, che hanno grandi interessi nell’economia del paese dei pavoni su cui hanno sviluppato la propria influenza durante i decenni di dittature militare.
GIAPPONE – Tepco va sdoppiata
La Tepco deve essere scorporata. È questo il verdetto di una commissione ad hoc del Partito liberaldemocratico (Pld), al governo, sull’azienda elettrica che gestisce l’impianto nucleare Daiichi di Fukushima.
La commissione ha infatti evidenziato che i lavori di bonifica della centrale, gravemente danneggiata da un potente terremoto e tsunami a marzo 2011, dovranno essere gestiti da un’azienda sola che dedichi le proprie energie e conoscenze al decommissionamento dell’impianto. Il restante ramo dell’azienda continuerà con la normale amministrazione aziendale.
La decisione arriva dopo numerose critiche all’operato della Tepco in seguito ai ripetuti casi di perdite di acqua radioattiva – usata per raffreddare i reattori della centrale – finite in mare.
La proposta della commissione del Pld incaricata della ripresa delle aree teremotate arriverà entro la prossima settimana sulla scrivania del primo ministro Shinzo Abe, scrive Reuters citando una fonte vicina alla questione.
[Foto credits: scmp.com]