Il Giappone ha annunciato l’intenzione di nazionalizzare quasi trecento isolette non contese per rafforazare il proprio controllo sul mare. A marzo, in Corea del Nord si terranno le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea suprema del popolo, mentre oggi si celebra il compleanno del leader Kim Jong Un. In Thailandia incriminati 308 parlamentari per un tentativo di cambiare la costituzione.
GIAPPONE – Verso la nazionalizzazione di 280 isole
Il Giappone intende accelerare la nazionalizzazione di 280 isole disabitate nel tentativo di rafforzare il proprio controllo territoriale sul mare in un periodo di continue tensioni territoriali, scrive oggi il South China Morning Post.
Il ministro per le politiche oceaniche e le questioni territoriali Ichita Yamamoto ha spiegato alla stampa che procederà al più presto alla registrazione formale come “proprietà dello stato” di quasi trecento isole, attualmente non oggetto di disputa con i vicini asiatici e, al contrario delle Senkaku o Diaoyu, senza proprietà.
Sempre nella giornata di ieri, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha ufficialmente inaugurato l’ufficio del Consiglio di sicurezza nazionale che garantirà al capo del governo di Tokyo un controllo più stretto sulle questioni relative alla difesa.
Le due mosse hanno comunque suscitato reazioni critiche soprattutto da parte della Cina. Alcuni studiosi, in particolare Da Zhigang dell’Accademia di scienze sociali dello Heilongjiang, raggiunto ancora dal quotidiano di Hong Kong, ritengono che i tempi siano “sospetti” e che gli indizi portino tutti a un tentativo di riarmo da parte del Giappone.
COREA DEL NORD – Al voto il 9 marzo
Sono state fissate per il prossimo 9 marzo le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea suprema del popolo, equivalente nordcoreano del Parlamento. L’annuncio arriva nel giorno in cui il Paese celebra il compleanno del leader supremo Kim Jong Un, con una partita di basket tra una rappresentativa di ex stelle Nba, guidata da Dennis Rodman, e una selezione di giocatori nordcoreani.
Il voto condotto ogni cinque anni è considerato una pura formalità, per ratificare la nomina dell’unico candidato per distretto. Tuttavia le elezioni di aprile saranno le prime dall’ascesa al potere di Kim Jong Un e le prime dall’epurazione e dall’esecuzione a dicembre dell’ex numero due del regime, nonché zio del giovane dittatore, Jang Song Thaek.
Le nomine sono quindi considerate uno strumento per mandare nell’assemblea funzionari fedeli a Kim, ennesimo segno del rafforzamento del suo potere. Come sottolinea l’agenzia sudcoreana Yonhap, non è chiaro se lo stesso Kim Jong Un correrà per un seggio.
THAILANDIA – Parlamentari verso l’incriminazione per aver tentato di cambiare la costituzione
La commissione anti-corruzione thailandese metterà sotto inchiesta 308 parlamentari, in gran parte del partito Pheu Thai al governo, per il tentativo di emendare la costituzione.
Lo scorso novembre la Corte costituzionale aveva respinto gli emendamenti tra cui quello che prevedeva di rendere il Senato un organismo completamente eletto (oggi metà dei senatori sono nominati). L’incriminazione rischia di minare il voto del prossimo 2 febbraio.
Se dovessero essere incriminati potrebbe venire meno il numero legale per la nomina del nuovo governo. Contro l’ipotesi voto non si ferma intanto la protesta dell’opposizione che vorrebbe sostituire il governo della premier Yingluck Shinawatra, considerata un burattino nelle mani del fratello ed ex primo ministro in esilio, Thaksin, un consiglio del popolo non eletto.
L’opposizione contesta quello che definisce il thaksinismo e le politiche, che giudica populiste, portate avanti dall’esecutivo che gode del sostegno delle aree rurali.
[Foto credits: blouinnews.com]