India – Dopo 46 anni arriva legge anti corruzione

In by Simone

Dopo quasi 50 anni il parlamento indiano è riuscito a varare una legge anti corruzione fortemente voluta dal popolo. Il Lokpal Bill, che entrerà in vigore alla fine dell’anno, è un risultato per l’attivismo della società civile indiana, sollevata prima Anna Hazare e ora dal "partito dell’uomo comune" di Kejriwal.
Martedì 17 dicembre il parlamento indiano ha varato, a 46 anni dalla prima bozza proposta, una legge per la creazione di un organo col compito di indagare e perseguire legalmente politici e funzionari amministrativi accusati di corruzione.

Il cosiddetto Lokpal Bill, che dopo la firma del presidente Mukherjee entrerà in vigore – secondo le previsioni – entro la fine del 2014, dà il via libera alla creazione di un consiglio federale di otto membri “a difesa del cittadino”, nominati dalle massime cariche istituzionali indiane, col potere di giudicare esponenti delle istituzioni e della politica fino al primo ministro, applicando pene fino a 10 anni di reclusione.

Si tratta di una norma resasi improvvisamente necessaria, dopo decenni di opposizione in parlamento, alla luce degli eventi che hanno caratterizzato il rinnovato attivismo della società civile indiana. Nel 2010, in un’India frustrata dai primi effetti della crisi economica e dai continui scandali multimilionari che coinvolgevano l’apparato di governo – dalle licenze telefoniche svendute a livello nazionale fino ai numerosi fondi destinati allo sviluppo delle zone rurali spariti nella voragine della corruzione locale – un gruppo di attivisti decise di fondare il movimento India Against Corruption (Iac), presto noto come il movimento di Anna Hazare.

Il direttivo di Iac, formato da Kiran Bedi (ex ufficiale di polizia molto nota al pubblico indiano grazie ad un suo show televisivo stile Forum), Shanti Bhushan (ex ministro della Giustizia) e Arvind Kejriwal (padre del movimento per la libertà di informazione del 2006), decise di elevare a uomo-simbolo del movimento l’anziano Kisan Baburao Hazare, detto Anna, un discreto amministratore locale di un villaggio del Maharashtra.

Le manifestazioni oceaniche per la lotta alla corruzione e l’introduzione del Lokpal Bill, fino al 2012, coincisero con l’aumento esponenziale del culto della personalità di Anna, costruito attorno a una rilettura superficiale della figura del Mahatma Gandhi – scioperi della fame e rilancio del topi, tipico cappellino bianco, come simbolo degli indiani “per bene” – adottata entusiasticamente dalla stampa locale e straniera, pronta a dare in pasto ai lettori l’icona del “nuovo Gandhi”.

Mentre la marea della società civile montava inserita nel diffusissimo sentimento di sfiducia nella politica tradizionale, il vecchio Hazare si trasforma in una celebrità dell’opinionismo, interpellato quotidianamente su una gamma di tematiche che andava agilmente dall’alcolismo – che Anna, si dice, nel suo villaggio “curava” legando a un palo e percuotendo gli ubriachi – alla geopolitica. Iniziano a circolare anche leggende messianiche, col giovane Hazare scampato a due incidenti al tempo del servizio militare proprio per guidare l’India fuori dal pantano atavico della corruzione.

Nel dicembre del 2011 una prima bozza del Lokpal Bill venne discussa e bocciata in parlamento, vanificando gli sforzi di un movimento – per volere dello stesso Hazare – allora strettamente extra parlamentare. Il fallimento nel traghettare le istanze della piazza fin nelle stanze del Palazzo creò una spaccatura fatale all’interno di Iac, con Arvind Kejriwal intenzionato a monetizzare a livello elettorale le migliaia di sostenitori racimolate tra manifestazioni di piazza e un sistematico battage sui social network.

Nacque così l’Aam Aadmi Party (Aap), il “partito dell’uomo comune”, spin off di Iac deciso a combattere contro la corruzione della vecchia politica anche alle urne. L’ascesa di Kejriwal a nuovo uomo-simbolo della lotta civile relegò l’icona Anna Hazare nel dimenticatoio generale, mentre Aap polarizzava il consenso a suon di accuse contro “la casta” dei vecchi partiti politici, Indian National Congress (Inc,centrosinistra, guidato dall’”italiana” Sonia Gandhi) e Bharatiya Janata Party (Bjp, centrodestra di stampo nazionalista hindu).

Dati alla mano, si può dire che l’intuizione di Kejriwal fosse stata esatta. Nelle elezioni locali di New Delhi, all’inizio di dicembre, l’outsider Aap è riuscito in un’impresa eccezionale: secondo partito nella capitale, dietro di una manciata di seggi ai nazionalisti del Bjp, frantumando l’Inc in cerca della rielezione per il terzo mandato consecutivo. Il campanello dall’allarme per la politica tradizionale non poteva essere più chiaro; era necessario correre ai ripari.

Così, mentre Aap ha formato il governo locale a Delhi – il Bjp non aveva ottenuto la maggioranza assoluta e nessuno era disposto a un sostegno esterno – in soli due giorni entrambe le camere del parlamento nazionale varano a tempo di record il Lokpal Bill, presentandosi all’elettorato come gli artefici decisivi di una legge fortemente voluta dal popolo. In ritardo di 46 anni, dettaglio trascurabile.

Nelle dichiarazioni pre voto, esponenti di Inc e Bjp si sono sperticati in lodi ad Anna Hazare – per l’occasione rispolverato dal guardaroba e protagonista di un carteggio con Rahul Gandhi, vice presidente di Inc, sul tema della legge anti corruzione – meritevole di aver risvegliato le coscienze della società civile dando voce al sentimento popolare di legalità.

Ora che il Lokpal Bill è pronto ad entrare in vigore – assieme a una serie di organi identici per ogni stato della Repubblica indiana – in vista delle prossime elezioni nazionali, previste per la primavera del 2014, Inc e Bjp possono fregiarsi entrambi di aver contribuito alla lotta alla corruzione con una legge definita da diversi esperti, sulla stampa indiana, come una vittoria di Pirro.

Il Lokpal Bill, senza una legislazione complementare che vada a tracciare i fondi e le donazioni ai partiti e un sistema capillare nel territorio per permettere alla popolazione di denunciare con efficacia episodi di corruzione locale, rischia di aggiungersi ai diversi sistemi burocratici inefficaci già varati per la lotta alla corruzione.

Ma l’improvviso cambio di rotta di Inc e Bjp rappresenta comunque un risultato storico, ottenuto grazie alla pressione prima sociale – con Anna Hazare – e poi politica – con Arvind Kejriwal – esercitata dalla società civile sul golem dei vecchi partiti.

Una ventata di cambiamento che, con ottimismo, fa ben sperare per il futuro della più grande democrazia del mondo, al 97esimo posto su 177 secondo il Transparency International’s 2013 global corruption index.
Di lavoro da fare, insomma, non ne manca.

[Pubblicato in forma ridotta su Linkiesta; foto credit: maamatimanush.tv]