Un giovane sudcoreano scomparso a gennaio in Turchia sarebbe volontariamente entrato in Siria. Le forze di sicurezza di Seul non confermano però la sua affiliazione allo Stato islamico. In Bangladesh sono 7mila gli arresti dopo due settimane di manifestazioni contro il governo. Avviata un’inchiesta sul monaco buddhista fondamentalista Wirathu COREA DEL SUD – Giovane scomparso a gennaio è entrato in Siria
Il ragazzo sudcoreano scomparso in Turchia a inizio gennaio è entrato volontariamente in Siria. Lo rivela la polizia di Seul che tuttavia ha spiegato di non avere elementi certi per dire se il diciottenne si sia unito alle file del sedicente Stato islamico.
Quello che è certo al momento è che il ragazzo, identificato con il cognome Kim, si trovava nella città di Kilis, nel sud della Turchia per poi spostarsi verso il campo profughi di Besiriye assieme a un uomo non identificato Secondo quanto riporta la stampa turca, avrebbe avuto uno scambio di email con gruppi islamisti.
BANGLADESH – Arrestati settemila attivisti dopo due settimane di proteste contro il governo Hasina
Più di settemila attivisti arrestati: è questo il bilancio ufficiale dopo due settimane di proteste contro il governo in Bangladesh, dove le forze dell’ordine sono impegnate nel contenere disordini che finora hanno provocato la morte di 29 persone.
Le proteste, riporta la Bbc, sono iniziate nell’anniversario delle elezioni dello scorso anno, quando la leader dell’opposizione Khaleda Zia ha chiamato i suoi sostenitori a scendere in strada.
Le scorse elezioni sono state segnate dal boicottaggio dei sostenitori di Khaleda Zia, avversaria di Hasina da oltre vent’anni. Zia, accusa il partito di maggioranza, la Awami League di aver truccato le ultime elezioni a suo favore.
Da parte sua Sheikh Hasina, attualmente a capo del governo, ha denunciato i comportamenti dei suoi avversari come “terroristi” e accusa il partito dell’avversaria, il Bnp, di essere troppo vicino all’Islam radicale.
BIRMANIA – Aperta un’inchiesta contro il monaco buddhista fondamentalista Wirathu
Il governo birmano ha annunciate l’apertura di un’inchiesta sulle dichiarazioni del Monaco fondamentalista Wirathu che ha definite “una puttana”, l’inviata speciale delle Nazioni Unte Lee Yang-hee.
La diplomatica sudcoreana era in missione in Mynmar per monitorare le condizioni della minoranza musulmana, bersaglio degli attacchi delle frange più radicali dei buddhisti. L’estremismo buddhista ha conosciuto un nuovo fiorire dall’inizio della fine della giunta militare nel 2011.
In realtà, già durante il regime, nonostante l’opposizione di parte dei0 monaci al regime, il buddhismo era stato elevato a parte dell’identità nazionale. In questo contesto i musulmani rohingya sono visti come immigrati irregolari cui è negata la cittadinanza. Le violenze contro i musulmani sono considerate uno dei maggiori pericoli per il processo di riforma e apertura birmano.