Oggi in Cina – Crescita cinese, il giorno dopo

In by Gabriele Battaglia

Le reazioni alla crescita cinese più bassa in più di 20 anni. Gli ultimi dati del censimento nazionale: i cinesi sono in maggioranza uomini. Più presenza del governo in WeChat, grazie a migliaia di account. Il progetto di una ferrovia sottomarina ad alta velocità. Un nuovo tipo di think tank con caratteristiche cinesi: l’obiettivo è sostenere lo sviluppo e rafforzare il soft power.  PIL CINESE: IL GIORNO DOPO
Se il Pil cinese ha toccato i minimi storici da un quarto di secolo ed è andato per la prima volta al di sotto delle aspettative dello stesso governo, due dati sembrano tranquillizzare Pechino: occupazione e livello dei salari crescono stabilmente. Nell’ottica del “nuovo normale” – cioè un’economia meno quantitativa e più qualitativa – questo è un segnale positivo, perché oltre a garantire stabilità (la crescita occupazionale), lascia intravedere la nascita di quel ceto medio urbano che dovrebbe dare la svolta all’economia cinese (la crescita dei salari). Unico problema: i dati cinesi sono attendibili?

CENSIMENTO: VECCHIE DISTORSIONI, MENO DISEGUAGLIANZA
Gli ultimi dati del censimento nazionale, pubblicati martedì, ci dicono che i cinesi sono tanti (ma dai!), e che gli uomini continuano a essere più delle donne.
L’Ufficio Nazionale di Statistica ha annunciato che la Cina, escludendo Hong Kong, Macao e Taiwan, alla fine del 2014 aveva una popolazione di 1,36 miliardi di persone, con un incremento di 7,1 milioni anno su anno. Il paese continua a soffrire lo squilibrio di genere, con circa 700 milioni di uomini a 667 milioni di donne. Il rapporto di genere alla nascita è ancora pericolosamente alto, con 115,88 maschi per ogni 100 femmine. Un dato normale sarebbe di 103-107 maschi per ogni 100 femmine. Tuttavia – ci dicono – il coefficiente di Gini (che misura la diseguaglianza) è diminuito stabilmente negli ultimi anni grazie alle misure finalizzate a colmare il divario tra residenti urbani e rurali. Ma Jiantang, capo dell’ufficio nazionale di statistica, ha detto che l’indice relativo alla Cina è sceso da 0,473 del 2013 a 0,469 del 2014 (più o meno simile ai dati Usa appena diffusi nello stato dell’Unione).

WECHAT: PIU’ GOVERNO, MENO “DISTORSIONI”
Il numero degli account governativi su WeChat – il servizio di messaggistica istantanea di cui non si può più fare a meno – ha raggiunto quota 17.217 nel 2014, secondo fonti del governo stesso. Un vero boom, che corrisponde a circa 3 milioni di messaggi spediti a urbi et orbi. Invece, sui microblog di Sina e Tencent, gli account governativi sono 277mila, seguiti da 270 milioni di follower. Mentre annuncia gongolante questi numeri, Pechino fa anche sapere che 133 account su WeChat sono stati chiusi per “avere distorto la storia cinese e quella del Partito comunista cinese”.

FERROVIA SOTTOMARINA
I quindicimila chilometri di ferrovie ad alta velocità che percorrono – o sono in procinto di percorrere – il suolo cinese non bastano più. E così, si va sott’acqua. Il governativo Global Times riporta indiscrezioni secondo cui un tunnel sottomarino per treni ad alta velocità – dal costo di 200 miliardi di yuan (32,2 miliardi dollari) – verrà costruito nel corso del 13° piano quinquennale (2016-2020). La ferrovia collegherà Dalian, nella regione nord-orientale del Liaoning, a Yantai, nello Shandong, correrà per oltre 100 km e il relativo tunnel sottomarino sarà quindi il più lungo del mondo.

THINK TANK E UNIVERSITA’ ALLINEATI
Buoni propositi per il nuovo anno: il governo cinese ha rilasciato le linee guida dettagliate per il cosiddetto "nuovo tipo [di] think tank con caratteristiche cinesi", che deve “sostenere lo sviluppo e rafforzare il soft power”, un vero e proprio pallino del presidente Xi Jinping. Tutti i think tank cinesi dovranno specificare entro il 2020 di che cosa si occupano e sono tenuti ad “attenersi all’ideologia marxista, seguire la leadership del PCC e fornire supporto intellettuale per aiutare a il ringiovanimento della nazione”.
In parallelo, sono arrivate anche nuove linee guida per l’insegnamento universitario. Anche qui, manco a dirlo, bisogna “rafforzare l’educazione ideologica e promuovere il marxismo, la cultura tradizionale, i fondamentali valori socialisti e il sogno cinese”. Ma questo non limiterà assolutamente lo spirito critico degli studenti, riportano i media di Stato.